Nadal: «Federer n. 2 a Wimbledon? Ingiusto» (Cocchi). Nadal attacca Wimbledon (Semeraro). L'erba di Wimbledon è più amara per Rafa (Guerrini). E ora Murray pensa al singolo (Marcotti)

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Nadal: «Federer n. 2 a Wimbledon? Ingiusto» (Cocchi). Nadal attacca Wimbledon (Semeraro). L’erba di Wimbledon è più amara per Rafa (Guerrini). E ora Murray pensa al singolo (Marcotti)

La rassegna stampa di mercoledì 26 giugno 2019

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Nadal: «Federer n. 2 a Wimbledon? Ingiusto» (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Ha ammesso chiaramente di sentirsi pronto a conquistare per la terza volta l’erba più famosa del mondo, ma Rafa Nadal si avvicina ai torneo di Wimbledon con una scia di polemica. Rafa, che si è allenato sull’erba a Maiorca in attesa di volare a Londra, ha criticato gli organizzatori di Wimbledon per averlo «retrocesso» a testa di serie numero 3 concedendo così a Federer la numero 2. La classifica Atp infatti dice che lo spagnolo, vincitore di 12 Roland Garros è al secondo posto davanti a Federer, fresco di successo numero 10 ad Halle, ma i criteri del torneo sono da sempre «personali». A differenza degli altri Slam che seguono le classifiche mondiali per attribuire le teste di serie, gli organizzatori dello Slam londinese adottano un sistema misto che oltre al ranking tiene conto dei risultati conseguiti sull’erba, la superficie meno frequentata nel circuito. Naturalmente Rafa non è contento di questa decisione e ha tenuto a precisarlo durante un intervento televisivo: «E’ successo quello che accade sempre… alla fine Wimbledon è sempre l’unico torneo che fa come gli pare. Se ritengono che io debba essere numero 3, lo sarò. E’ il loro modo di fare, il loro criterio e non posso che accettarlo, l’unica cosa che posso fare è cercare di arrivare alla settimana prossima in forma perfetta. Che io sia testa di serie numero due o tre cambia poco: per vincere devo battere tutti. Quello che non trovo giusto è che l’unico torneo a comportarsi in questo modo è quello londinese. Se lo facessero tutti potrei anche capirlo, sarebbe corretto, ma così non è giusto». Il 33enne numero 2 della classifica mondiale si fa anche difensore dei colleghi: «Non parlo soltanto per me – ha continuato -, è successo in tante altre occasioni. Non è giusto che un giocatore che ha fatto bene tutta la stagione conquistandosi uno status, poi non venga riconosciuto a Wimbledon e non possa sfruttare la posizione che si è guadagnato. Per quanto mi riguarda dovrò solo impegnarmi fino in fondo per portare a casa il titolo senza pensare ad altro, ma loro ci costringono a percorsi più complicati».

Nadal attacca Wimbledon (Stefano Semeraro, Corriere dello Sport)

L’erba del collega rischia di essere sempre più verde, specie se il collega si chiama Federer. E Nadal non ci sta. Spiegazione: Wimbledon è l’unico torneo al mondo che nella compilazione delle teste di serie non segue la classifica Atp. Essendo l’erba ormai una superficie anomala, con una stagione di appena tre settimane, il ranking viene corretto con una sorta di algoritmo che oltre ai punti Atp al 24 giugno considera il 100 % dei punti conquistati sull’erba negli ultimi 12 mesi e il 75% dei punti del miglior risultato su erba nello stesso periodo. Risultato: grazie al successo ad Halle, a Wimbledon Federer sarà testa di serie numero 2 (mentre è n. 3 della classifica Arp) e Nadal numero 3 nonostante sia n. 2 dietro a Djokovic. Per vincere per la terza volta a Church Road, dove ha già trionfato nel 2008 e nel 2010, e giocato altre 3 finali tra il 2006 e 2011 lo spagnolo potrebbe dunque essere costretto a battete sia Federer sia il serbo. «Wimbledon è l’unico torneo che non segue il ranking. E’ una loro scelta, e comunque sia da n. 2 sia da n. 3, devo dare il meglio per aspirare al successo, anche se essere numero 2 è meglio. Lo accetto, ma la cosa che non mi sembra giusta è che Wimbledon sia l’unico a comportarsi così». Difficile dargli torto, anche se Wimbledon è Wimbledon. Anche la Wta utilizza dei correttivi, a volte pesanti: Serena Williams l’anno scorso era numero 183 ma le fu assegnata la testa di serie numero 25. Che fare, allora, introdurre un seeding modificato anche a Parigi? Conclusione: hai ragione, Rafa. Ma bisogna rassegnarsi.

L’erba di Wimbledon è più amara per Rafa (Piero Guerrini, Tuttosport)

Una polemicuccia, tanto per mettere un po’ di sale sull’erba di Wimbledon (e i suoi organizzatori), nonché per trovare ancor più motivazioni interiori, come se non bastasse la sua nota grinta. Rafa Nadal non accetta di buon grado la retrocessione fra le teste di serie dello Slam londinese rispetto alla sua classifica mondiale. Pensa sia giusto lamentarsi anche perché lui sull’erba ha trionfato due volte e disputato altre tre finali. Ma non solo. E’ bene spiegare: Wimbledon ha sempre privilegiato la propria unicità, dettata dalla superficie. Le teste di serie vengono perciò assegnate anche in relazione ai risultati ottenuti sui prati e non soltanto sulla base della classifica Atp. Di fatto, ai punti Atp della settimana precedente l’inizio, sono aggiunti tutti i punti conquistati sull’erba nelle ultime due stagioni, più una percentuale del miglior risultato nei dodici mesi precedenti. E infatti, nonostante l’annuncio sia previsto oggi e il sorteggio del tabellone in programma venerdì, è già noto che il maiorchino scivolerà al numero 3 , cioè alle spalle del n. 1 Novak Djokovic, ma soprattutto di Roger Federer, che da ranking Atp sarebbe numero tre. Non è del resto l’unico cambiamento. Il sudafricano Kevin Anderson è n. 8 al mondo ma è previsto al 4 in tabellone. E John Isner, già immortale a Wimbledon per l’interminabile sfida con Mahut (e annessa targa a memoria delle oltre 11 ore in 3 giomi fino al 70-68 al quinto), sale dal 12 al 9 a discapito anche del nostro Fabio Fognini. Invece Matteo Berrettini grazie ai recenti exploit, sale fino al n. 17 e Marin Cilic balza dal 18 al 13. Ma non è la questione personale, in apparenza, a far venire la mosca al naso di Nadal. E’ il sistema che per un metodico ai limiti del maniaco come lui non è accettabile. «E’ la solita storia. E in tutto questo l’unica cosa che non mi sembra giusta è che questo accade soltanto a Wimbledon. Non è il mio caso a essere particolare. E’ successo molte volte che alcuni giocatori per loro meriti, perché hanno giocato bene per tuno l’anno su certe superfici, hanno raggiunto un certo status. E Wimbledon non viene rispettata la classifica e viene di conseguenza imposto un cammino più complicato. E’ un sistema che non capisco. In ogni caso, a prescindere che sia numero 2 o 3, farò del mio meglio per ottenere ciò a cui aspiro». […]

E ora Murray pensa al singolo (Gabriele Marcotti, Corriere dello Sport)

Più sorpreso che emozionato. Neppure osava sperare in un ritorno simile. Dopo aver annunciato ad inizio anno il suo addio al tennis, Andy Murray si era sforzato di voltare pagina. Prendendosi una pausa da allenamenti e fisioterapia, per dedicare più tempo a famiglia e amici. Così incerto sul suo futuro tennistico da rinunciare a chiedere a Jamie, suo fratello, di giocare assieme il doppio di Wimbledon, dove immaginava sarebbero scesi i titoli di coda. «Non sapevo se sarei stato in grado di scendere in campo, e non volevo fargli saltate un torneo così importante». Da qui la scelta di vivere quelli che pensava sarebbero stati gli ultimi mesi da professionista giorno per giorno, senza pressioni né aspettative. Nel mentre un’altra operazione all’anca destra. Fino ad un mese fa, quando ha ripreso la racchetta in mano. «Abbiamo seguito una tabella di lavoro graduale, evitando sovraccarichi – spiega il fisioterapista Shane Annum -. Ma la cosa più importante è stato potersi allenare senza rigide scadenze, pronti ad adattare il programma a seconda di come reagiva l’anca». Tra gli amici di più lunga data, Feliciano Lopez è stata la scelta ideale (oltreché fortunata) per affrontare il ritorno al Queen’s. Una settimana magica, Che non solo ha ridestato l’agonismo di Andy, ma anche dischiuso nuovi orizzonti. Era da più di tre anni che Murray non vinceva un torneo (Dubai 500, marzo 2017). Anche per questo il successo sull’erba londinese «avrà sempre un posto speciale» nella carriera dell’ex numero uno al mondo, e non solo perché dopo lunghi mesi ha potuto giocare senza dolori all’anca. «Se il mio corpo continuerà a non avere problemi, giocherò anche in singolo. Ma solo se potrò giocare ai livelli che voglio io. Sono già felice così, poter giocare in doppio senza dolori». Ieri il ritorno in campo, con un nuovo compagno, Marcelo Melo. Netta la sconfitta nel primo turno di Eastbourne contro i favoriti Robert Farah e Juan Sebastian Cabal. Un inciampo prima del grande ritorno a Wimbledon, dove Murray farà coppia con il francese Pierre-Hugues Herbert. Ma le prospettive sono decisamente meno fosche di come potevano apparire anche solo qualche settimana fa. Perché la sua stagione è già proiettata verso gli Us Open, in doppio certo, ma forse anche in singolo. «Dipende dalle prossime settimane, potrei completamente fermarmi dopo Wimbledon e prepararmi solo per il singolo, oppure giocare qualche torneo di avvicinamento». Dubbi che risolverà con il suo team, ma soprattutto che Murray è felice di tornare ad avere. Significa programmazione, gestire un’appendice di carriera che non sognava di avere.

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