Challenger Ilkley: cinque edizioni alle spalle e tanta ambizione davanti

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Challenger Ilkley: cinque edizioni alle spalle e tanta ambizione davanti

Intervista con il direttore dell’Ilkley Trophy Charlie Manuder: “Siamo pronti ad affrontare nuove sfide”

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The Ilkley Lawn Tennis and Squash Club durante il Challenger di Ilkley 2019 (foto Vanni Gibertini)
 

La settimana scorsa il torneo di Ilkley (€137.000 di montepremi) ha celebrato il quinto anniversario del suo torneo Challenger, disputato ogni anno in contemporanea ad un ITF femminile da 100.000 dollari, con un’altra edizione che ha portato nello Yorkshire un gran numero di giocatori di alto livello alla ricerca non solo del titolo del torneo, ma anche della wild card per il tabellone principale di Wimbledon che ogni anno viene riservata ai vincitori del titolo.

I campioni di quest’anno, Dominik Koepfer e Monica Niculescu, hanno conquistato il titolo alla fine di due finali giocate di fronte a un pubblico da tutto esaurito che ha approfittato della settimana di sole per godersi dell’ottimo tennis.

Creato nel 2014 contestualmente all’allungamento della stagione sull’erba da due a tre settimane, l’Ilkley Trophy è progressivamente cresciuto di anno in anno per diventare non solo il più importante torneo Challenger della stagione erbivora inglese, ma anche un evento da non mancare nel calendario mondano dello Yorkshire. Il comitato organizzatore, guidato dal direttore dell’Ilkley Lawn Tennis and Squash Club, Charlie Maunder, che ricopre anche il ruolo di Direttore del Torneo, è riuscito a creare un’atmosfera davvero unica che tutti, dagli spettatori ai giocatori, sembrano apprezzare.

Prima della giornata conclusiva del torneo siamo riusciti a passare alcuni minuti con Charlie (tutti lo chiamano così), che ci hanno detto essere non troppo a suo agio quando deve a che fare con i media, preferendo lasciar parlare il suo lavoro al posto suo, ma in questo caso è stato così gentile da volerci concedere un po’ del suo tempo. Oppure i suoi collaboratori lo hanno messo alle corde non lasciandogli altra scelta… non lo sapremo mai.

Come pensi che sia andata questa edizione?
È stata la migliore edizione che abbiamo avuto, e finora ogni anno è stata migliore della precedente, siamo sempre riusciti a salire qualche gradino edizione dopo edizione. Quest’anno tutto è filato molto liscio, con molto meno stress rispetto agli anni precedenti. Tutta l’organizzazione, le soluzioni alternative, tutto ha funzionato molto bene, il team sapeva cosa doveva fare, gran parte di loro erano volti famigliari che ci aiutano da anni. I campi hanno resistito benissimo, soprattutto considerando che dove siamo seduti ora [appena dietro al Campo Centrale n.d.r.] appena 12 settimane fa era sott’acqua a causa di un’esondazione del fiume. La preparazione dell’evento ha richiesto quindi tanto lavoro, siamo dovuti rimanere concentrati sul risultato finale dall’inizio alla fine. Il riscontro ricevuto da giocatori, arbitri, spettatori e tutti quelli che hanno partecipato a vario titolo alla manifestazione è stato molto positivo, siamo riusciti a creare un’atmosfera unica intorno all’evento.

Quali risorse deve dedicare il club all’organizzazione del torneo durante l’anno?
C’è un piccolo gruppo di dipendenti del circolo, due o tre persone, che si incontrano una volta al mese per seguire il processo di preparazione del torneo. Poi ci sono i volontari, che costituiscono la maggior parte della squadra. È un team molto affiatato di circa 150-200 persone che ritornano anno dopo anno, tra membri del club, studenti che ritornano a casa dall’università per aiutare, ci sommergono con il loro entusiasmo ogni anno per aiutare l’organizzazione dell’evento. Senza di loro sarebbe impossibile fare quello che facciamo, quindi dobbiamo ringraziare soprattutto loro se riusciamo a mettere in scena un torneo di questo livello.

Quanti spettatori avrete nel corso di tutta la settimana?
Il numero totale sarà tra i 13.000 ed i 15.000 spettatori. Abbiamo avuto il tutto esaurito venerdì, sabato e domenica. Martedì è stata una giornata di grande successo, la presenza di Paul Jubb ci ha aiutato a riempire il centrale in mezzo alla settimana, dopo che lunedì siamo stati svantaggiati dalla pioggia. Siamo davvero soddisfatti delle presenze.

Ci sono altri tornei, Challenger o di livello superiore, nel Regno Unito o altrove, ai quali vi rapportate e dai quali traete ispirazione?
No, non proprio. Certamente ci guardiamo intorno per imparare come fare meglio alcune cose, ma il nostro obiettivo è solamente quelli di essere Ilkley, al meglio delle nostre possibilità. Organizziamo una festa per i nostri membri, cerchiamo di fare in modo che i giocatori siano contenti di venire qui. Quando si prova ad essere qualcun altro, credo che non si possa far altro che fallire; vogliamo essere unici, e credo che ci siamo riusciti: l’atmosfera e il fermento che si percepisce nei ground durante il torneo sono straordinari.

Il vostro torneo è al livello più alto possibile nell’ATP Challenger Tour e al livello più alto possibile nell’ITF World Tour femminile: avete il desiderio di andare oltre?
Siamo gli ultimi arrivati in questo mondo, siamo qui e stiamo producendo un prodotto di qualità, cercando di spingerci ogni anno verso nuovi traguardi. Tuttavia dobbiamo trovare il giusto equilibrio per raggiungere un livello che sia di gradimento ai membri del nostro Club. Il mio ruolo è quello di Direttore del Torneo ma è anche quello di Direttore del Club: la nostra dimensione attuale è tale da consentirmi di avere in controllo la situazione, ed è una situazione che ci piace molto. Siamo comunque aperti a raccogliere possibili sfide che verranno in futuro e saremo certamente lieti di poter organizzare un evento di livello più elevato qualora dovesse presentarsi l’occasione.

C’è una settimana del circuito ATP “in vendita” al momento: è quella immediatamente successiva alla vostra, per un 250 sull’erba. Ne siete a conoscenza?
Sì, sappiamo che c’è uno slot disponibile.

Avete pensato di fare domanda?
La prossima settimana nel calendario è piuttosto difficile: è in contemporanea alle qualificazioni di Wimbledon e viene immediatamente prima di un torneo dello Slam. Dobbiamo valutare molto attentamente il numero di incontri che vogliamo ospitare in una eventuale nuova settimana contro quello che offriamo ora: i due tornei che organizziamo al momento, quello maschile e quello femminile, hanno come protagonisti giocatori di ottimo livello, e c’è anche la favola della possibile wild-card da assegnare il giorno conclusivo del torneo. A volte l’erba del vicino non è più verde, e bisogna ponderare attentamente ciò a cui si rinuncia. Potremmo sempre fare due eventi in settimane consecutive: l’idea non mi spaventa!

Avete considerato organizzare altri eventi durante il resto dell’anno?
Abbiamo pensato a diverse opzioni, ma la natura del circolo è quella di un club per membri, è fondamentale non sottrarre troppo tempo alla loro possibilità di giocare sui loro campi. Dobbiamo stare attenti a non trasformare questa struttura in un impianto per competizioni, perché i nostri membri e le loro famiglie devono avere la priorità.

Ma le due cose non sono necessariamente in conflitto. Tuti sanno che Alexander Zverev è un grande ammiratore dello Yorkshire e del suo accento: i video delle sue interazioni con Johnathan Pinfield al Roland Garros hanno fatto il giro del mondo. Avete mai pensato di organizzare un qualche evento per farlo venire qui, oppure coinvolgere qualche altro giocatore di altissimo livello?
Sì, è un aspetto che dobbiamo analizzare, probabilmente potremmo cercare di attirate qualche grande nome. Naturalmente riceviamo richieste per wild card, che solitamente vengono assegnate ai giocatori inglesi [ attraverso la LTA n.d.r.]: sarebbe bello poter avere a nostra disposizione una wild card da distribuire a nostro piacimento a qualche tennista che magari non è riuscito a entrare in tabellone al Queen’s e vuole giocare qualche altra partita sull’erba.

Qual è stato il problema più grosso che avete dovuto risolvere quest’anno?
Niente di drammatico, solo qualche piccolo inghippo. Credo che la principale miglioria su cui dobbiamo concentrarci sia la possibilità di avere posti per gli spettatori nel caso in cui i match debbano essere spostati sui nostri campi indoor a causa del maltempo. Attualmente non ci sono tribune che possano accomodare 800-900 persone sui nostri campi indoor, e se fossimo costretti a giocare le finali al coperto sarebbe un problema.

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