Wimbledon 'scopre' Fabbiano: che lezione a Tsitsipas (Garofalo). Il dritto di Fabbiano fa piangere il greco (Marcotti). Coco, la bambina prodigio (Rossi). Gauff, è nata una stella: "Diventerò la più forte" (Crivelli)

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Wimbledon ‘scopre’ Fabbiano: che lezione a Tsitsipas (Garofalo). Il dritto di Fabbiano fa piangere il greco (Marcotti). Coco, la bambina prodigio (Rossi). Gauff, è nata una stella: “Diventerò la più forte” (Crivelli)

La rassegna stampa di martedì 2 luglio 2019

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Wimbledon «scopre» Fabbiano: che lezione a Tsitsipas (Antonio Garofalo, Giorno – Carlino – Nazione Sport)

La piccola Venus, alias Coco Gauff non ha avuto alcun rispetto filiale né timore reverenziale per la sua… mamma putativa Venus Williams, 39 anni, cinque volte campionessa di Wimbledon, la prima 19 anni fa e davvero materna nell’abbraccio finale, ma assai seccata e sostenuta nella successiva conferenza stampa, al di là del «sono molto felice per averla vista giocare bene» politically correct. Coco non si è lasciata impressionare dall’esordio nel torneo più prestigioso, sul campo n.1. Promossa a pieni voti, con appena 14 game persi in 3 match nelle qualificazioni e più giovane qualificata di sempre (a lei n.313 avevano dato una wild card evidentemente meritata) la ragazzina che cammina come Venus e un po’ davvero le assomiglia, fino al 64 42 non le aveva offerto neppure una pallabreak. Ma lì, sul 43 si deve essere improvvisamente ricordata dei suoi 15 anni ha tremato un tantino: due doppi falli e break. È riuscita a dimenticare quel game, a riconquistare un break e poi ha tremato nuovamente. Solo il quarto matchpoint è stato quello buono. Dopo di che, sul 64 64 è scoppiata in un pianto irrefrenabile, mentre i veri genitori si abbracciavano. Certo il manager di Roger Federer, Tony Godsick ha avuto la vista lunga nell’ingaggiare — per sé e Barilla — questa ragazzina nata in Georgia e cresciuta tennisticamente in Florida. Ma nemmeno il lungimirante Godsick avrebbe potuto prevedere che Fabbiano sarebbe riuscito a battere il suo primo top-ten in cinque set dopo aver mancato due matchpoint già nel quarto. Uno sul proprio servizio. Roba che avrebbe potuto abbatterlo. E all’inizio del quinto set è stato anche sotto 15-40. Invece il piccolo Fabbiano che al secondo turno affronterà il gigante Karlovic di 2 metri e 11cm, ha giganteggiato sul n.6 ATP Tsitsipas che lo scorso anno qui gli aveva dato 3 set a zero al terzo turno. «Vero, ma lo scorso anno avevo battuto Wawrinka in un match infinito durato due giorni (lo svizzero non riuscì a sfruttare 8 setpoint in più set), il miglior risultato della mia carriera… e contro Tsitsipas la concentrazione proprio non c’era. Oggi invece ho giocato proprio bene, ho spinto bene di dritto… a 30 anni vorrei che più che parlare di questo incontro, si tenesse presente tutto quel che ho fatto in tutti questi anni». Ma Fabbiano aveva battuto Opelka, altro 2m e 11 a Melbourne al tiebreak del quinto set, quindi… Il bilancio azzurro di prima giornata è 2 vittorie e 4 sconfitte. Meno male c’è stata la sorpresa di Fabbiano. Oggi giocano gli altri 5.

Il piccolo Thoms diventa un gigante e Tsitsipas cade sotto i suoi colpi (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

La grandezza risiede nel cuore. Non è mai troppo tardi per rinverdire i bei tempi andati delle vittorie da junior, quando Thomas Fabbiano da San Giorgio Jonico era considerato la promessa più luminosa di un tennis tricolore sempre alla ricerca dell’ossigeno di un potenziale crac. E adesso che finalmente abbiamo scoperto quanto è bello sedersi sulla bambagia, e che la carriera di Tommasino non è mai davvero decollata dal basso di quei 173 centimetri non esattamente idonei al gioco tutto muscoli degli atletici bombardieri di oggi, pure lui si iscrive al momento d’oro con il pomeriggio più bello della carriera.

(…) non aveva mai battuto un giocatore più in alto del 25° posto in classifica (Simon a Eastbourne e solo la settimana scorsa, peraltro): così stavolta, con un colpo di teatro da drammaturgia greca, decide di regalarsi il botto dell’eliminazione di Stefanos Tsitsipas, l’Apollo di Atene numero 6 del mondo, secondo i vaticini il più pronto della Next Gen ad avvicinare il dominio Slam dei soliti noti. Sono 3 ore e 23 minuti da favola, in cui Fabbiano conferma le qualità di erbivoro di vaglia, favorito dalle leve basse che gli permettono di impattare con il timing ideale quei rimbalzi infidi che escono dai prati. (…) evitato il pericolosissimo scoglio di due palle break nel secondo game del parziale decisivo, l’azzurro prende di nuovo il largo tra le contumelie di uno Tsitsipas furioso («Una sconfitta che mi devasta», rivelerà sconsolato in sala stampa) e quel dritto favoloso che continua a viaggiare come una saetta, producendo alla fine ben 22 vincenti. Se lo merita, Thomas, perché non ha mai smesso di crederci, non ha mai smesso di sognare un posto in paradiso neppure quando masticava il pane duro dei Challenger, neppure ora che ha compiuto trent’anni, l’età in cui si tirano i primi bilanci e il treno della gloria, se non l’hai già preso, di solito è passato.

(…) D’altronde, Thomas nella sua vita non si è mai arreso, non ha mai abbandonato il cammino lastricato di chiodi che poteva portarlo alla gloria, anche a costo di frequentare tornei minori in posti impronunciabili della Cina, di allenarsi per un certo periodo in Germania o di fare la preparazione invernale in Kenya. Dopo tanti cambi di coach sempre indirizzati al perfezionamento delle doti personali, ora ha trovato la tranquillità tecnica con Federico Placidilli e Max Sartori, il mentore di Seppi, e la residenza a Dubai. Non il vezzo del viziato, ma la soluzione ritenuta più idonea per prepararsi come si deve. La Puglia delle radici, però, gli resta nel cuore, come testimonia la battaglia condotta in prima persona in opposizione alla chiusura del circolo di tennis della sua San Giorgio per la presunta radioattività della terra battuta usata per i campi (…).Thomas ha iniziato a giocare a 4 anni ispirandosi ai suoi idoli: Marat Safin e Andre Agassi.

(…).Tappa più immediata l’incrocio con Karlovic, il gigante contro il bambino. Li separano 38 centimetri (1.73 contro 2.11), gli stessi che Fabbiano ha sterilizzato in Australia contro Opelka, insieme al croato il giocatore più alto del circuito. A gennaio, con tigna e intelligenza, passò oltre l’handicap fisico dimostrando che il tennis non è soltanto potenza, ma pure testa e colpo d’occhio. Dopo i canti greci, ci aspettiamo un altro miracolo italiano.

Il dritto di Fabbiano fa piangere il greco (Gabriele Marcotti, Corriere dello Sport)

Nonostante l’etichetta di “pugnace terraiolo”, è sull’erba (preferibilmente inglese) che finora Thomas Fabbiano ha raccolto le soddisfazioni migliori. «Ma io non sono mai stato d’accordo con quella definizione, perché ho sempre creduto di avere un gioco adatto al veloce».

(…). Lucido e determinato, Fabbiano, davanti ai taccuini come in campo. Perché i Championships, edizione 133, si aprono con l’impresa dell’italiano, capace di imporsi al quinto set contro il Next Gen greco Stefanos Tsitsipas, n.6 Atp, favorito n.7 di Wimbledon. Uno dei più attesi sui prati di Church Road, dopo la semifinale di quest’anno agli Australian Open. Capace in questi primi 6 mesi di tour di vincere più match di tutti, addirittura 34. E dunque lanciato da un’inerzia opposta a quella del 30enne di Grottaglie, che viceversa – dopo mesi di delusioni – sta finalmente cominciando a riscattare una stagione fin qui avarissima di soddisfazioni Solo cinque vittorie, in 15 match, con la classifica sgonfiatasi fino al n.89 Atp. La svolta, settimana scorsa, sull’erba di Eastbourne. Dalle qualificazioni alla semifinale: una striscia che all’improvviso gli ha restituito colpi e fiducia perduta.

(…) Potere dell’erba, che ieri gli ha regalato il primo successo contro un Top-10, al termine di una battaglia durata quasi tre ore e mezza. Un successo dai tanti significati, che vendica la netta sconfitta subita proprio dal greco, 12 mesi fa, su questi stessi prati. «Ma quella era stata una partita strana, avevo appena battuto Wawrinka e sono sceso in campo completamente scarico mentalmente. Rispetto al successo su Wawrinka, questo è decisamente più importante perché il livello è stato nettamente più alto, sia da parte mia che di Stefanos». Ad impressionare, al di là del dritto letale (…) contro Tsitsipas è stata la tenuta mentale dell’italiano. Che non ha mai vacillato, capace di giocare sempre senza paure, anche dopo aver fallito due match point nel tie-break del quarto set, e rischiato il break in apertura di quinto set.

“(…) Dopo aver raggiunto la mia prima semifinale in carriera a Eastbourne, qui mi sono dimostrato di poter giocare a questi livelli. Sono fiero di quello che ho fatto. Ma la cosa di cui sono più orgoglioso, al di là della singola vittoria, è il percorso che mi ha portato fin qui ho lavorato duramente per arrivare a battere il n.6 al mondo». Il quale è apparso persino inconsolabile a fine match. Deluso per la sconfitta, ancor più per il «pessimo livello» del suo tennis, il 20enne greco non ha comunque cercato scuse, riconoscendo il merito del suo avversario di giornata. «Non avrei meritato di vincere, anzi non so come sia riuscito a trascinare il match al quinto set – le parole di Tsitsipas – Rispetto all’anno scorso Thomas è migliorato molto, soprattutto col dritto, e ha pienamente meritato. Complimenti a lui». Nel prossimo turno Fabbiano incontrerà il gigante Ivo Karlovic che in un’ora e 41′ si è liberato senza assilli del qualificato italiano Andrea Arnaboldi. Non ci sono precedenti tra i due, separati da 38 cm di differenza d’altezza. Un confronto all’apparenza impari per la diversa stazza fisica, ma non del tutto inedito per Fabbiano che agli Australian Open ha superato al quinto set lo statunitense Reilly Opelka, un altro granatiere, alto 211cm (la stessa altezza di Karlovic). (…).

Coco, la bambina prodigio. Wimbledon scopre una stella (Paolo Rossi, La Repubblica)

Il primo giorno di Wimbledon regala storie in stile sliding doors, che si contrappongono e si fronteggiano: dal trentenne italiano Thomas Fabbiano con la sua vita piena di cicatrici, ma ostinato nel volersi togliere finalmente lo sfizio più grande della sua vita contro Stefanos Tsitsipas, n. 6 del mondo e ventenne greco stella del firmamento fino a Cori (Coco) Gauff, la quindicenne americana al suo primo Slam, che batte la sua eroina Venus Williams che, a 39 anni, le potrebbe essere mamma (e si somigliano e si richiamano come due gocce d’acqua). Quest’ultimo è il match che aveva colpito di più l’immaginario degli appassionati, che lo avevano definito come lo scontro dei millenni: infatti Coco e Venus erano divise da 257 posti in classifica, 41,4 milioni di dollari (quelli guadagnati da Venus) e 24 anni di età. Ha prevalso Coco, trionfatrice al Roland Garros juniores 2018 e figlia di una ex star del basket statale e una madre atleta di atletica leggera all’università (…) «No, non le ho chiesto scusa ma l’ho ringraziata per tutto quello che ha fatto e dato allo sport, per l’ispirazione che ha dato a tutti noi, sia lei che Serena. Anche il gioco che amo è quello di Federer. E alla fine piangevo e ho pregato e ringraziato Dio per tutto questo. L’ultima volta che avevo pianto era stata al cinema, al film Endgame. Ah, se possibile chiamatemi Coco, grazie“. Di sicuro guadagnerà tanti altri titoli e, per evitare le buche più dure, potrà (volendo) farsi consigliare da Thomas Fabbiano.

(…) Al di là della vittoria di ieri su Tsitsipas, gli si può assegnare la medaglia d’oro della cocciutaggine. «Sì, sono dovuto arrivare a 30 anni per prendermi le soddisfazioni. Raccontate chi sono, la mia storia, il mio percorso e le mie sconfitte, non celebrate solo questa partita». (…) Fabbiano ha fatto delle sue presunte debolezze le virtù (…). È andato a Bordighera, aggregandosi al gruppo di Max Sartori insieme al suo coach Federico Placidilli, alzando l’asticella: basta con i tornei Challenger, rischiare tutto sui tornei Atp. Ed ecco i risultati, che vedono premiata la costanza di un ragazzo permaloso ma sensibile, goloso della pasta e cozze della zia, pazzo per i sorrisi dei bambini e con la memoria d’elefante per le cicatrici sportive che si porta dietro: «Quelle mi hanno fatto arrivare fin qui». Gli resta un sogno, pubblicamente confessato: «Giocare sul centrale di Wimbledon». Quel giorno si sta avvicinando.

Gauff, è nata una stella. A 15 anni stende Venus: “Diventerò la più forte” (Riccardo Crivelli, Gazzetta dello Sport)

Il futuro è già qui. Ha i tuoi stessi lineamenti dolci, la tua stessa camminata, nonché i sogni senza confini che anche tu coltivavi muovendo i primi passi nei tornei delle più forti, quelle che fino a ieri guardavi in tv. Quando Cori Gauff nasceva, il 13 marzo 2004, Venus Williams aveva già vinto due Wimbledon e quattro Slam: in un lunedì di luglio baciato dal sole, ha probabilmente tenuto a battesimo un nuovo astro. L’eredità delle sorelle più forti della storia del tennis pare in buone mani. Perché sarà pur vero che papà Corey, ex cestista alla Georgia State University e adesso suo allenatore, le ripete fin da quando aveva otto anni e vinse il primo torneo giovanile che diventerà la più forte del mondo, ma se alla prima partita in uno Slam ti ritrovi di fronte uno dei tuoi idoli, cinque volte trionfatrice su quest’erba benedetta, e non tremi, allora davvero la predestinazione è nel tuo destino. Nella sfida tra due generazioni così lontane, i 24 anni di differenza (39 a 15) alla fine diventano un peso per la leggenda di Venus e non certo per la ragazzina, che commette appena 8 gratuiti (contro 26), ottiene 18 vincenti e su una delle delicate palle break del decimo game del secondo set, che rimetterebbero in corsa la Williams, mette una prima a 180 all’ora: «Sono sotto choc, ringrazio Wimbledon per avermi dato l’opportunità di giocare le qualificazioni. Ma non sono sorpresa di aver vinto, non guardo mai all’avversaria che ho davanti, cerco solo di dare il meglio di me. Io voglio essere la più grande di sempre» […] Tornando sulla terra, ammira Rihanna e Beyoncé, si è già presa i complimenti di Kyrgios con cui aveva palleggiato un po’ a Miami e ha una venerazione speciale per Federer (che tra l’altro l’ha messa sotto contratto con la sua agenzia di management): «Un anno fa, quando persi al primo turno degli Australian Open juniores, mi prese da parte e mi disse parole molto belle, di incoraggiamento: nello Slam successivo, a Parigi, vinsi il torneo. Per questo è una mia grande fonte di ispirazione». Coco, come viene soprannominata, è sicuramente più matura della sua età, guarda molte partite in tv anche degli uomini […]

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