Berrettini e Fognini falciano l'erba (Crivelli). Gatto-Monticone, indimenticabile sconfitta con Serena (Gazzetta). Fognini Show. Federer trema e passa (Garofalo)

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Berrettini e Fognini falciano l’erba (Crivelli). Gatto-Monticone, indimenticabile sconfitta con Serena (Gazzetta). Fognini Show. Federer trema e passa (Garofalo)

La rassegna stampa di mercoledì 3 luglio 2019

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Berrettini e Fognini falciano l’erba. Gladiatori d’Italia (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Prendete e portate a casa. Perché il primo turno nella chiesa laica dell’erba nasconde sempre insidie, ostacoli, trabocchetti. (…) E allora baci e abbracci a Fognini e Berrettini, che confermano il blasone di un seeding nobilissimo (numero 12 Fabio, numero 17 Matteo) e aggirano i marosi di due sfide non semplici, veleggiando verso la meta dopo un avvio ansimante. Lucidità e maturità Berretto lo confermerà a mezza bocca: quando arrivi a Wimbledon con un torneo già vinto sul verde (a Stoccarda) e con una testa di serie pesante, le prospettive cambiano, e non solo perché ti assegnano lo spogliatoio più bello per sancire il cambio di status da peone a stella. Il romano vanta giustamente ambizioni alte, ma la tensione del risultato a effetto può giocare brutti scherzi. Così il primo set con Bedene non passerà agli annali: lo sloveno che per un paio di stagioni gli inglesi naturalizzarono in prospettiva Davis risponde come un ossesso, tiene da fondo e non disdegna le sortite a rete dopo aver trovato angoli profondi. Aljaz è un giocatore completo ma senza il colpo che spacca, però Matteo lo aiuta con un servizio che stavolta provoca pochi sconquassi

(…) Insomma, il solito e solido schema battuta-dritto non sfonda e quando la partita si complica assai sul 2-0 sotto e 15-30 del secondo set, Berrettini si accorge che bisogna cambiare registro: «Ho resettato e mi sono detto che questo è il tennis, bisogna essere bravi a ripartire. Sono stato più paziente e ho cominciato a servire meglio, prendendo campo e togliendogli il ritmo». Diventa un’altra partita, dominata nel secondo e terzo set poi controllata con lucidità fino al tie break vincente del quarto e chiusa con 53 vincenti: (…)

Crescere, ma con gradualità e senza uscire dagli schemi, è il mantra di sempre di Berrettini, che adesso trova il vetusto Baghdatis, già semifinalista da queste parti addirittura nel 2006 e al torneo d’addio: «So che è brutto da dire – quasi si scusa l’azzurro – ma spero che quella contro di me sia la sua ultima partita». (…) Conta solo vincere: un concetto che ripeterà anche Fognini dopo essere uscito da una mezza maratona di 3 ore e 23 minuti contro il “Next Gen” Tiafoe. L’americano figlio di immigrati africani ha giocato due tornei prima dei Championships, mentre Fognini ha scelto di riposare da Parigi a qui e la differenza sta tutta nell’aggressività che il numero 38 del mondo, già avvezzo alla superficie, mette in ogni colpo a cominciare dal servizio. Ma non appena Fabio può manovrare da fondo avanzando di un metro sul campo, la contesa cambia volto, grazie anche ai 12 ace e al dritto che fila veloce a pizzicare gli angoli e che gli darà 22 vincenti.

(…) se la complica un po’ perdendo un quarto set che stava controllando, ma nei pericolosi meandri del quinto non perde mai la bussola, guadagnandosi il secondo turno con Fucsovics: «Sapevo che mi attendeva un match difficile, sono stato bravo a farmi scivolare addosso la piccola delusione del quarto set e tornare a imporre il mio gioco, è un segno di maturità: del resto i risultati e la classifica non arrivano mai per caso». A proposito: a fine match Fogna riceve il piccolo trofeo riservato a tutti i giocatori che entrano per la prima volta in top ten. Battiamo le mani.

Gatto-Monticone, indimenticabile sconfitta con Serena (La Gazzetta dello Sport)

La sconfitta val bene un selfie da tramandare per l’eternità. Del resto non assomiglia a una specie di favola moderna debuttare a Wimbledon a 31 anni, sul Centrale e contro Serena Williams, la regina di 23 Slam e 7 Championships? Solo che a fine match, dopo la stretta di mano, Giulia GattoMonticone, travolta dalle emozioni, non trova il cellulare nella sacca e così tocca alla statunitense – che intanto ufficializza che giocherà il doppio misto con Andy Murray – scattare la foto da condividere su Instagram. Non poteva essere un giorno normale per la torinese n.161 del mondo, abituata da sempre al sottobosco dei torneini Itf e vincitrice, a marzo, del 25.000 dollari di Kofu, in Giappone. Al mattino, come accade a tutte le debuttanti, le avevano organizzato il tour all’interno del tempio per spiegarle come arrivare fino sul campo: «Mi ha fatto un’impressione clamorosa, il Circolo è unico e il Centrale vuoto è enorme: un brivido indescrivibile». Difficile da resettare: infatti Giulia, per i primi 20′, è da un’altra parte, persa nei pensieri e nelle emozioni. Va sotto 5-0 con palla a Serena per il 6-0, ma evita la piccola umiliazione: «Mi serviva a 200 all’ora, quando metteva la palla esterna mi sembrava che il polso si staccasse».

(…) Ma sul 2-5 del 2 set, l’allieva e fidanzata di coach Tommaso Iozzo si libera di ogni orpello mentale e come una formichina risale, addirittura fino al 5-5. Meriterebbe il tie break e invece pasticcia nel 12esimo game fino a consegnarsi al pronosticato k.o., salutato comunque dagli applausi calorosi del Centrale: «E lì mi è scappata una lacrima. Al Roland Garros un mese fa ho disputato il primo Slam, ma la gioia che mi ha dato questa partita non è comparabile a nient’altro» (…).

Fognini show. Federer trema e passa (Antonio Garofalo, QS- Quotidiano Sportivo)

Se i presunti eredi di Federer, Djokovic e Nadal sono quelli che si dicono da un paio d’anni, i “senatori” possono star tranquilli ancora per un bel po’. Roger Federer e Matteo Berrettini sembravano essersi messi d’accordo per dire quasi all’unisono che l’erba di Wimbledon ora «è così lenta che si fa fatica a mettere a segno un ace» (…) ma la differenza di risultati fra quanto accaduto sui campi rossi di Montecarlo, Madrid, Roma e Parigi rispetto a quelli verdi di Church Road resta quasi più stridente che 30-40 anni fa quando chi non sapeva giocare a rete faceva meglio a restarsene a casa. Oggi i campi dopo pochissime partite restano spelacchiati vicino alla riga di fondo. Così si parla di… erba battuta. Eppure è bastato il solo primo turno perché uscissero già di scena proprio coloro che vengono considerati i più probabili successori dei “Fab”: lunedì hanno perso Zverev testa di serie n.6 dal mancino ceco Vesely e Tsitsipas n.7 da Fabbiano, ieri Thiem n.5 dall’americano Querrey che aveva battuto Fabbiano in semifinale a Eastbourne.

(…) Se i “secondi della classe” sono così discontinui, beh i primi godono alla grande. Djokovic pare avere la strada spianata verso le semifinali (contro il 2 metri e 3 cm sudafricano Anderson?) già adesso, salvo miracoli del giovanissimo Aliassime, da non sottovalutare così come l’ostico Medvedev. Federer ieri ha giocato un primo set irriconoscibile contro il sudafricano Harris che chissà perché si fa chiamare King, e nel regno di Roger otto volte campione e alla caccia della “Nona sinfonia” non se lo dovrebbe permettere, ma poi ha dominato gli altri tre come ha fatto, dopo un’iniziale titubanza, anche Nadal contro il qualificato giapponese Sugita n.258. A far triste compagnia ai 4 azzurri k.o. di lunedì si è unito il duo siciliano di uno sfiduciatissimo Cechinato (3 set a zero con l’australiano De Minaur) e di un più ottimista Caruso (3 set a zero anche lui dal francese Simon dopo aver mancato 3 set point nel primo) e Giulia Gatto Monticone che però non dimenticherà mai l’emozione dell’esordio wimbledoniano, il centre court, il duello onorevolissimamente perso con Serena Wilhams (62 75 ma con rimonta da 2-5 a 5 pari) (…).

Ha fatto temere il peggio Matteo Berrettini, sotto un set e un break, prima di prendere il sopravvento e battere al quarto set lo sloveno Bedene, che abita e si allena a Londra. Al prossimo turno troverà il cipriota Baghdatis, ex semifinalista (e finalista all’Australian Open) che ha annunciato il ritiro post Wimbledon. Appena prima del tramonto inglese, Fognini ha chiuso in maniera vincente il suo show, battendo in 5 set (57 64 63 46 64) durati 3 ore e 23 minuti l’astro nascente americano Frances Tiafoe, 21 anni e già numero 39 al mondo. Poteva vincere un’ora e mezzo prima, ma se lo avesse fatto non sarebbe Fognini. Su www.ubitennis.com le interviste degli 11 azzurri, i 7 sconfitti, i 4 vittoriosi nel primo turno, più Federer e Nadal, l’agente di Coco Gauff.

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