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Wimbledon: Djokovic va, avanza anche Auger-Aliassime. Wawrinka fuori
LONDRA – Stanimal cede in volata contro il bombardiere USA Opelka, Nole lascia sette giochi a Kudla. Anderson perde un set ma elimina Tipsarevic. Pazzesca rimonta di Verdasco su Edmund

da Londra, il nostro inviato
Stan Wawrinka si era detto fiducioso delle sue chance a Wimbledon, l’unico torneo dello slam che manca al suo palmares, dopo la facile vittoria di primo turno. “Anche se non è la mia superficie preferita, quando scendo in campo, penso di poter battere chiunque”. Non aveva fatto i conti con i 211 centimetri e i 102 kg del ventunenne americano Reilly Opelka, capace di estrometterlo dal torneo a forza di ace e botte da fondocampo e di issarsi per la prima volta al terzo turno di uno slam.
In realtà lo statunitense ha mostrato una discreta mobilità a dispetto della stazza e un’ottima capacità di verticalizzare il gioco presidiando proficuamente la rete grazie alla notevole apertura alare. Eppure dopo un primo set giocato alla grande da Opelka soprattutto in risposta e caratterizzato altresì dai gridolini della Azarenka provenienti dal limitrofo campo 12, Stan riusciva a prendere le misure al gigante americano, togliendogli sicurezze al servizio. Un passaggio a vuoto però gli costava il quarto set ed il match andava al quinto sotto il sole dello splendido campo numero 2.
Il set decisivo era teso ed equilibrato e quando tutto sembrava far presagire un avvicinamento al primo super-tiebreak, arrivava il break decisivo dell’americano per l’8-6 finale che gli valeva anche la prima vittoria in carriera al quinto set. “Non ho mai detto che avrei vinto Wimbledon, sono felice dei risultati della mia carriera, ho vinto tre Slam in un’epoca di fenomeni. Non è facile accettare una sconfitta come quella di oggi, ho avuto poche chance di brekkare, ma lui ha meritato di vincere”. Stan non si scoraggia, ma sa che la risalita sarà dura. “Prima dell’infortunio ero molto in fiducia, sono stato top-5 a lungo. Ora devo guardare torneo dopo torneo ma sono fiducioso, oggi ho giocato bene ma è andata così”.

GLI ALTRI INCONTRI – Nessunissimo problema per Novak Djokovic, sicuro e centrato quasi già si trovasse nella seconda settimana del torneo. Quest’anno Nole non sembra particolarmente orientato a rodarsi, deciso a risparmiare il risparmiabile in vista dei giorni di fuoco una volta scollinata la fatidica Middle Sunday. Inaugurato da campione in carica il Centrale lunedì trattando maluccio Kohlschreiber, nella serata di oggi il primo favorito in gara ha concesso ancora meno a Denis Kudla, uno che comunque sull’erba ha qualcosa da mostrare: sarà per la prossima, visto che in questa occasione l’americano di Kiev dovrà farsi bastare i sette miseri game raccolti. Avanti con qualche evitabile inciampo anche il finalista uscente Kevin Anderson, a occhio, ma verremo smentiti, piuttosto lontano dal picco di forma. Non lontano come il povero Janko Tipsarevic, costante bersaglio degli infortuni più cattivi, del quale ha disposto senza gravi patemi nel corso dei tre set vinti ma a cui ne ha concesso uno costatogli un’oretta di lavoro extra: visto lo stato di salute, sarebbe stato opportuno evitarla.
Tranquilli i favoriti e trattati in altra sede gli episodi clou di giornata offerti da Opelka, Aliassime e dall’Italia dai due volti, ciò che ancora merita di essere sottolineato risiede nelle partite vinte da Medvedev, Verdasco e Khachanov. Daniil ha un bel tabellone, ringraziando per la partecipazione il grande Thomas Fabbiano, che gli ha levato di mezzo Tsitsipas: assorbito non senza qualche difficoltà il tremendo entusiasmo del teen australiano Alexei Popyrin, capace di presentarsi a rete settantuno (!) volte tornando a fondo campo con il 69% di realizzazione in saccoccia, il focoso russo ha ora innanzi a sé un terzo turno molto interessante contro David Goffin: dovesse superarlo, se ne potrebbero, e forse dovrebbero, vedere delle belle.
Partita pazzesca sul Centrale, traboccante per due set e mezzo di euforia e ammutolito per una seconda metà da dramma sportivo messo in scena dal numero uno di casa: avanti due set a zero e per tre a zero nel terzo, Kyle Edmund si è fatto rimontare da qualche acciacco fisico e da Nando Verdasco, il quale ha in qualche modo vendicato il famoso quarto di finale perso contro Andy Murray nel 2013, quando ad avere due set di vantaggio era stato proprio lui.
E in rimonta, dovendo però risalire un solo set, ha staccato il pass per i sedicesimi anche Karen Khachanov, anche se la notizia grossa l’ha fornita il rivale sconfitto Feliciano Lopez, fino a qualche settimana fa sull’orlo del ritiro e che invece pare continuerà un altro po’. “La vittoria al Queen’s mi ha dato una fiducia impressionante, sono tornato tra i primi cinquanta della classifica e questo mi darà l’opportunità di entrare in ogni tabellone importante per tutta la prossima stagione. Se sarà davvero l’ultima? Alla mia età occorre pensarci anno dopo anno”. Per gli amanti dei prati, non una cattiva novella.

FELIX VA – Ogni Paese ha il suo giocatore “particolare”, e la Francia non fa sicuramente eccezione. Dopo gli anni passati a inseguire le mattane di Benoit Paire, i transalpini possono stare tranquilli: Corentin Moutet, classe 1999, è già sulla buona strada per diventare l’anima ribelle dei “bleu”. Fisico leggero, soprattutto in questi tempi di super-atleti, ma braccio sinistro fatato, si è fatto notare con la stampa francese perché ha deciso, scientemente, di non concedere alcuna intervista a nessuno, non facendosi nessuno scrupolo anche a saltare qualche conferenza stampa obbligatoria, se necessario. Si paga la sua multa e via.
Nel secondo turno odierno a Wimbledon Moutet ha affrontato la sua copia in negativo (nessun riferimento al colore della pelle, si intende), che parla la stessa lingua madre ma viene dall’altra parte dell’Oceano Atlantico, quel Felix Auger Aliassime che ha un anno in meno di lui ma è già arrivato tra i grandi a un passo dalla Top 20 da cui lo separa solamente il nostro Berrettini. Ci ha messo più di tre ore il canadese a piegare la resistenza di Moutet, che soprattutto nel secondo set, vinto per 6-4, ha messo in mostra le sue notevoli doti difensive senza però disdegnare di portarsi in avanti.
“Ci eravamo già incontrati lo scorso anno in un challenger – ha detto Auger Aliassime – ma è stato come affrontare un altro giocatore: è migliorato tantissimo nell’ultimo periodo, la pressione che riesce a mettere da fondo, le discese a rete, ha fatto davvero tanti progressi. Non è facile per me giocare da quasi esordiente, che prima di questo torneo non aveva mai vinto un match in uno Slam, e sentire che si parla di me come un giocatore destinato ad arrivare lontano”.
Un brutto game sul 4-5 del secondo set con due doppi falli e tre errori gratuiti ha rappresentato il più brutto passaggio a vuoto per Aliassime, che non ha comunque fatto una piega, riprendendosi subito con un break immediato e una vittoria in quattro set per arrivare a giocare contro Ugo Humbert al terzo turno, un altro giovane promettente, un altro francese, e curiosamente un altro pianista: “Ugo, Corentin e io suoniamo tutti il piano – ha ammesso Auger Aliassime – potete chiedere a loro chi è il migliore alla tastiera…”.

hanno collaborato Emmanuel Marian e Antonio Garofalo
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Roland Garros, Medvedev dopo l’eliminazione: “Ripenserò a questa partita per molto tempo. Contento sia finita la stagione su terra”
“Ci sono cose di questa superficie che non mi piaceranno mai” – dichiara Daniil Medvedev, già fuori dal Roland Garros. “Però la vittoria a Roma è stata straordinaria”

Daniil Medvedev, suo malgrado, ha regalato la sorpresa fin qui più grande del Roland Garros 2023. La sconfitta con Seyboth Wild, n° 172 ATP, per di più dopo che sembrava che il “mal di terra” gli fosse passato con il titolo romano, ha fatto scalpore tra gli appassionati, e c’era grande attesa per capire quello che avrebbe dichiarato il russo in conferenza stampa a fine match. E, come sempre, il n° 2 del mondo non le ha mandate a dire, soprattutto quando è tornato a parlare del suo rapporto con il rosso, stuzzicato ancora una volta dai giornalisti.
D. Daniil, non deve essere facile per te. Puoi riassumere però il match in poche parole?
DANIIL MEDVEDEV: “Partita difficile, non so cosa dire. Non la guarderò nuovamente in TV ma credo che Seyboth Wild abbia giocato bene, e io non credo di essermi espresso così male. Se continuerà a giocare così, credo possa arrivare entro la fine dell’anno nei primi 30. Spero che anche nei prossimi match disputi partite allo stesso livello, altrimenti ne rimarrei deluso e mi chiederei: perché ha giocato così bene proprio contro di me?”.
D. Sei sembrato infastidito nei confronti del pubblico in qualche momento. Qual era il tuo feeling?
DANIIL MEDVEDEV: “È andata bene. L’unico problema è stato quando ho chiesto alla giude di sedia di controllare una pallina che secondo me era molto vicina alla riga. Stavo discutendo con lei sul rimbalzo della palla e ho detto semplicemente al pubblico di zittirsi, perché non stavo dialogando con loro. Per il resto, nessuna criticità”.
D. È parso che tu abbia faticato ad adattarti al vento. È stato particolarmente difficile per te?
DANIIL MEDVEDEV: “È stato difficile, sì. È strano perché c’è lo stesso vento da 6 giorni a questa parte, cosa che non ho mai visto a Parigi. Ma è parte del gioco, sia quel che sia. Di certo, con queste palline pesanti, adattarsi al vento non è stato semplice. Penso che alcuni giocatori, come il mio rivale odierno, o come Alcaraz, o in parte come Tsitsipas hanno un grande vantaggio, perché possono creare potenza facilmente, cosa che io non posso fare. Il vento è certamente tra i motivi per cui ho perso”.
D. Eri scontento della tua attitudine nella fase finale della partita? Sembrava scuotessi la testa come se non fossi soddisfatto di qualcosa…
DANIIL MEDVEDEV: “Non direi che ci sia stato questo tipo di problema. Possiamo chiamare quel momento ‘me contro me stesso’. Niente a che vedere con l’attitudine. Penso di essermi battuto bene e di essere stato bene in campo fisicamente. Cioè, adesso mi sento un po’ stanco ma quando perdi il tuo corpo crolla più rapidamente verso il basso. Se avessi vinto non sarei così stanco ora. E anche mentalmente ho combattuto parecchio e sicuramente sono molto dispiaciuto per il risultato. Penserò per una settimana a questo match, ma al momento non ricordo di aver fatto nulla di così sbagliato, a parte i doppi falli causati dal vento”.
D. Quando giochi contro qualcuno più in basso di te in classifica, ma che si sta esprimendo splendidamente, pensi che prima o poi il livello si possa bassare oppure no? Ti ha sorpreso il fatto che non sia successo?
DANIIL MEDVEDEV: “Beh, lui è calato solo un set e ne ho approfittato. Ha fatto qualche errore nel tie-break del secondo, ma in generale ribadisco che ha giocato in modo ottimale, forse leggermente aiutato da qualche mio errore. Ha vinto lo US Open Junior, se non sbaglio, quindi sa giocare a tennis. È solo che la sua vita potrebbe essere molto migliore se giocasse sempre così. Più soldi e più sponsor, oltre a titoli importanti. Ma non deve giocare così solo sullo Chatrier, bensì su diversi campi e in diversi contesti. Credo sia capace di farlo, ma vedremo in futuro”.
D. Probabilmente il risultato di oggi mette fine alla tua stagione su terra nel 2023. Come descriveresti il tuo rapporto con la terra battuta fino ad ora?
DANIIL MEDVEDEV: “Non è cambiato il fatto che ogni volta che finisce la stagione su terra sono contento. Sono contento e ancora contento. Non mi importa a che livello del torneo io arrivi, l’importante è che finisca. Sono contento perché c’era vento, il campo era secco, e mi è entrata la terra in bocca già nel terzo gioco. Tutte cose che non mi piacciono. Non so se ad altri piaccia mangiare la terra, averla nelle borse, nelle scarpe, nelle calze. Devi buttare tutto in pattumiera alla fine della stagione. A me questo non piace. Avrò un periodo di stacco e di questo sono felice, perché devo ritrovare buona sensazioni. Un po’ di relax nei prossimi giorni, starò un po’ a Parigi, anche se c’è la terra (sorride, ndr)”.
D. Quanto sei contento di giocare invece sull’erba ora? Cosa ti aspetti dal pubblico per il fatto che lo scorso anno russi e bielorussi sono stati estromessi da Wimbledon e quest’anno riammessi?
DANIIL MEDVEDEV: “Sai, non possiamo controllare queste cose. Se le persone decidono di essere dure, non possiamo farci molto. Se invece saranno carine, meglio. Prima di Wimbledon vorrei andare ad Halle, dove ho giocato bene lo scorso anno, ma poi chiaramente sono entusiasmato dal poter andare a Wimbledon. Non posso dire che ami l’erba, ma sicuramente la preferisco alla terra. Cercherò di fare meglio ai Championships rispetto alle annate passate”.
D. Tornando per un instante alla domanda sul tuo rapporto con la terra rossa, ci hai detto che sei contento sia finita questa stagione, ma hai fatto uno step di apprezzamento in più dopo la vittoria a Roma?
DANIIL MEDVEDEV: “Certo, questo al 100%. E ripeto che nel match di oggi ho giocato bene. Ci ho provato, perlomeno. Ho sentito di aver fatto quello che potevo, semplicemente non sono riuscito a vincere contro un avversario che ha giocato bene. Ma Roma è stata incredibile, perché non avrei mai pensato di vincere nemmeno un torneo su terra, figuriamoci un Masters 1000. L’anno prossimo potrei essere ancora più motivato nel migliorare i successi di quest’anno”.
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Roland Garros: ribaltone Zeppieri! Bublik sconfitto al quinto set
Il romano Giulio Zeppieri vince per la prima volta in un tabellone Slam, venendo dalle qualificazioni. Eliminato al quinto kazako: ora sfida a Ruud

G. Zeppieri [Q] b. A. Bublik 6-0 4-6 4-6 6-3 7-5

Giulio Zeppieri vince il primo match in carriera nel tabellone principale di uno Slam! Alexander Bublik si arrende in cinque set dopo 3 ore e 20 di battaglia: bravissimo il romano a rimanere agganciato al match quando è stato sotto 2 set a 1 e a ribaltare tutto nel quarto e nel quinto set, tornando a giocare un tennis aggressivo e coraggioso. “Zeppo” che non si è fatto condizionare dalla pazzia del suo avversario, ma è rimasto concentrato sul suo tennis: adesso sfida nel secondo turno a Casper Ruud.
Approccio al match decisamente rivedibile da parte di Bublik che quasi prende come uno scherzo il match tra risposte con i piedi vicino alla linea del servizio, palle corte sconclusionate, doppi falli e qualche servizio da sotto. Dal canto suo Zeppieri non si fa distrarre, sul suo servizio non concede praticamente nulla e quando lo scambio si allunga in risposta arriva generalmente un errore da parte del suo avversario. Il primo set scorre via velocissimo con pochissimo spazio di riflessione tra un punto e l’altro e il tennista romano se lo aggiudica per 6-0 in poco meno di 20 minuti.
Il kazako pone un po’ più di attenzione a inizio secondo set, Zeppieri si distrae un attimo e paga subito subendo il break in apertura di parziale con un paio di errori con il dritto. Il giocatore italiano recupera solidità con il servizio e sul 3-2 arriva il contro-break con un bel recupero di rovescio sulla palla corta, un errore di dritto di Bublik e una splendida risposta bassa che non permette al giocatore di origini russe di giocare una demi-volée competitiva. L’azzurro continua a giocare in modo troppo contratto e poco sciolto, cerca di uscire frettolosamente dallo scambio con la palla corta, ma il kazako gioca due punti con grande attenzione e si riprende il break di vantaggio, andando avanti 4-3. Un break che basta al numero 51 del mondo per vincere per 6-4 il secondo set: la smorzata funziona sempre meglio e sorprende sempre più spesso Zeppieri che ha perso sicurezze e tranquillità rispetto alla prima parte di match.
Terzo set che comincia sui binari nell’equilibrio: nessuno dei due prende il sopravvento dopo due set andati via rapidamente. Le prime possibilità ce le ha Zeppieri in risposta nel quarto gioco, andando sullo 0-40 con un doppio fallo e un errore a rete banale di Bublik, ma il kazako serve benissimo per annullare tutte e tre le palle break, compresa una seconda di servizio sulla riga. Il tennista romano commette qualche imperfezione sul 3-3, non viene aiutato dalla prima e concede una palla break, ma Bublik risponde con i piedi dentro al campo e non riesce a far partire lo scambio. Zeppieri incappa in un brutto game sul 4-4: sbaglia un comodo rovescio e una volée di rovescio sopra la rete e concede il break al giocatore di Gatcina che chiude senza problemi con la battuta il set sul 6-4.
Nel terzo gioco del quarto set, Zeppieri si ritrova in una situazione difficile, concedendo una palla break, ma gioca con coraggio, buttandosi avanti sulla prima di servizio e nei successivi due punti si prende rischi che pagano con il pressing di dritto. L’azzurro concede due palle break anche sul 3-3, ma le annulla aggrappandosi ancora al servizio e spingendo con i colpi di inizio gioco, riuscendo a far giocare Bublik in posizioni scomode e con i piedi fuori dal campo. Il ragazzo di Roma, dopo aver scampato il pericolo, ottiene il break che lo porta sul 5-3: una gran risposta e un dritto lungolinea e poi un brutto dritto in chop dell’avversario. Il kazako perde la pazienza, fracassa la racchetta Zeppieri trascina tutto al quinto set tenendo la battuta senza alcun problema a zero.
Anche nel quinto set Zeppieri inizia all’insegna del coraggio: una palla break da affrontare sotto 0-1 e un dritto all’incrocio delle righe dal centro del campo per annullarlo. In questa fase equilibrata della partita è proprio il dritto a dare soddisfazioni al giocatore romano anche in risposta, nel terzo game si ritrova 15-30, ma non riesce ad arrivare a palla break. Bublik ha un’altra palla break sul 2-1, ma ancora l’azzurro spinge con coraggio e spregiudicatezza sin dal primo colpo con il dritto e annulla la seconda chance del 3-1 con un errore di dritto del kazako che gioca con maggiore tensione rispetto agli altri momenti del match. I turni di battuta di servizio vanno via in maniera più rapida. La pressione si fa ancora sentire per il numero 51 del mondo: un errore di rovescio e un doppio fallo sul 5-5 per concedere due palle break all’azzurro che si prende l’occasione di andare a servire per il match con un altro errore dalla parte sinistra dell’istrionico kazako. Zeppo scaglia un ace, arriva benissimo sulla palla corta e Bublik affossa la risposta: l’italiano vince per la prima volta una partita nel tabellone principale di uno Slam.
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Roland Garros: il ritorno di Zverev è vincente, batte Harris in tre set. Avanzano Ruud e Paul
Il tedesco ha la meglio sul sudafricano n. 294 che non riesce a sfruttare le occasioni in due tiebreak. Vittorie anche del numero 4 del mondo e dell’americano, entrambe in 3 set

Non la miglior versione di Alexander Zverev ma è quanto basta per aver la meglio su LLoyd Harris con il punteggio di 7-6(6), 7-6(0), 6-1 in 2ore e 40′. Chissà cosa avrà pensato nel tornare in campo al Roland Garros da dove l’anno scorso uscì maledettamente sulla sedia a rotelle mentre era in lotta con Nadal per un posto in finale. Questo è ovviamente uno Zverev differente, ma vincere aiuta a vincere, anche se i sette doppi falli sono un dato su cui riflettere. Per continuare a essere protagonista nel torneo dovrà trovare più continuità con il servizio. Harris, da n. 294 del ranking, recrimina per le sette palle break non sfruttate che gli avrebbero dato un’altra prospettiva di gara.
IL MATCH – Primo set estremamente equilibrato, nel quale il tedesco va in sofferenza concedendo al suo avversario le uniche palle brek del parziale. Harris non riesce a concretizzare le occasioni avute con Zverev che si aggrappa alla sua prima di servizio ricavando anche 7 aces. Il sudafricano serve il 55% di prime di servizio ma con esse riesce a portare a casa l’88% dei punti. I brividi per Zverev arrivano nell’undicesimo gioco quando deve fronteggiare due palle break non consecutive. L’avversario gli dà una mano, ma riesce comunque a giocarsi le sue carte al tiebreak. Harris scappa via, ma commette un errore di rovescio che rimette in partita il suo avversario. Il tedesco ha due palle set consecutive, ma entrambe sorridono al sudafricano. Si gira 6-6, prima che Zverev cambi marcia e porti a casa il parziale.
Secondo set sulla scia del primo, con il grande rammarico per Harris di non aver sfruttato due setpoint consecutivi nel decimo gioco. Recrimina per un pizzico di sfortuna sul secondo punto set, con il nastro che rimette nello scambio Zverev e lascia di sasso Harris. Il pensiero del sudafricano rimane a quella grande occasione con la testa di serie n. 22 che riesce a recuperare da 40-15 e a portare a casa il break. Poi disfa tutto nel dodicesimo gioco, quando commette due doppi falli che rimettono in pista l’avversario. Grande scuola tedesca nel tiebreak con Zverev che infila un pesante 7-0 che vale il doppio vantaggio nei set conquistati. A cavallo tra la fine del secondo parziale e l’inizio del terzo, un Medical Time Out serve al sudafricano per farsi sciogliere tensione e cancellare un pò di stanchezza. Il problema fisico reale è al polpaccio della gamba sinistra che ne limita i suoi movimenti in campo. Molto più agevole il compito del tedesco nel terzo set: al servizio perde un solo punto nei primi suoi tre turni di battuta. Il break decisivo arriva nel corso del quarto gioco, alla seconda opportunità nel set capitata a Zverev: il sudafricano spara in corridoio un dritto non complicato da mettere in campo. E’ il preludio alla discesa del match, con Harris che ricorre al secondo Medical Time Out della gara, ricorrendo alla fasciatura al polpaccio sinistro. Conquistato il break anche nel sesto gioco, al servizio pasticcia un pò col solito doppio fallo e grazie a una palla corta chissà quanto voluta. La palla break in favore del sudafricano è annullata con la prima di servizio, poi basta un solo matchpoint per tornare ad alzare le braccia al cielo al Roland Garros. Per lui, adesso, la sfida con lo sloveno Alex Molcan che ha battuto in tre set Hugo Gaston, 6-1, 7-6(4), 6-4.