Kyrgios lotta sul serio, ma la grande rivincita di Wimbledon va a Nadal

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Kyrgios lotta sul serio, ma la grande rivincita di Wimbledon va a Nadal

LONDRA – Bellissima partita tra i due opposti del tennis. Kyrgios parte lento, poi entra in partita e se la gioca punto su punto. Ma Nadal… è Nadal, e vince in 4 set

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Rafael Nadal - Wimbledon 2019 (via Twitter, @ATP_Tour)
 

[3] R. Nadal b. N. Kyrgios 6-3 3-6 7-6(5) 7-6(3) (da Londra, il nostro inviato)

La fila per entrare nel Centre Court di Wimbledon, in un secondo turno, è una cosa che si vede raramente in tribuna stampa. Ma visti i burrascosi trascorsi tra Nick Kyrgios e Rafa Nadal (3-3 i precedenti, tra cui una delle sconfitte probabilmente più dolorose per lo spagnolo, proprio qui nel 2014), la curiosità è tanta e comprensibile. I due si stanno cordialmente sulle scatole a vicenda, e non hanno mancato di farlo sapere a più riprese.

Il pomeriggio londinese è perfetto, soleggiato e piacevolmente tiepido, il pubblico come detto è quello delle grandi occasioni. Pronti, via, e nei primi 3 game Nick fa 3 punti, cedendo la battuta sull’1-0. Rafa gioca tranquillo piazzando qualche bel dritto dei suoi, e al primo cambio campo l’australiano inizia già a polemizzare con l’arbitro sul tempo che ci mette Nadal per essere pronto alla ribattuta. Si sblocca Kyrgios con una buona sequenza di bastonate al servizio, ma non sembra granché brillante negli spostamenti. Sul 4-2 Rafa, Nick ad alta voce (dalla tribuna lo sentiamo bene) si lamenta dicendo “he can’t take all this time between serves, it’s bullshit” (“non può prendersi tutto questo tempo tra i servizi, è una stronzata“), e continua a scuotere la testa seduto in panchina. Dopodiché, va a battere, e nel primo punto mette un vincente di seconda a 143 miglia all’ora, 230 kmh, poi chiude il game con un ace servendo da sotto, Rafa molto lontano in risposta manco si muove. La gente si sta divertendo un mondo, questo va detto.

Ci vuole altro per destabilizzare un tipo come Nadal, però, che senza fare una piega chiude il set 6-3 alla prima occasione. Sono passati 29 minuti, le statistiche dicono 8 vincenti e 2 errori Nick, e 8-2 anche per Rafa, che però ha conquistato 26 punti contro i 17 dell’avversario. Mi sto chiedendo se Nadal abbia mai subito un ace a 25 all’ora in vita sua, nel frattempo Kyrgios continua a parlare e arrabbiarsi con l’arbitro, francamente non se ne capisce il motivo, si sentono spezzoni di frasi quali “this is bad for the sport” (“questo fa male allo sport“), e cose simili, sempre riferite a supposte mancanze di Rafa riguardo al regolamento sui tempi di gioco. Vabbè.

Quattro bombe tra servizi e dritti mandano Nick avanti nel secondo set, due errori di Nadal nel game successivo e poi un drittaccio all’incrocio dell’australiano portano al 15-40 e alle prime palle break per Kyrgios. Qui uno scambio spaventoso, 24 botte a tutto braccio concluse dal lungolinea vincente di dritto di Nick, gli danno il break. 2.0 per lui, stai a vedere che forse abbiamo una partita. Certamente lo spettacolo non manca, e che l’australiano ce la stia mettendo tutta per una volta è evidente. La cosa non impedisce a Rafa di spingere alla grande col rovescio, arrivare a due palle dell’immediato contro-break, ma una bella palla corta di Kyrgios e poi una sciocchezza dello spagnolo (passante addosso da posizione comoda) le cancellano, e in un attimo siamo 3-0. In questi primi tre game, l’australiano ha messo 7 vincenti netti commettendo un solo errore, che roba.

Ora anche gli scambi da fondo sono equilibrati, il che non è una buona notizia per Nadal, che si fa ancora fregare da un servizio da sotto nel quinto game, siamo 4-1. Il pubblico a tratti rumoreggia quasi critico nei confronti di Nick, ma per lo più se la sta spassando, d’altronde non sono cose che si vedono spesso a livello professionistico, sul centrale di Wimbledon con uno che ha vinto 18 slam, poi. Sarà che ora è in vantaggio, ma Kyrgios ha smesso di borbottare, e pare stia pensando al gioco. Ma la frittata è nell’aria, e si concretizza nel settimo game: due palle corte insensate, una volée alta di rovescio dorsale fuori tre metri, e un dritto sotto il nastro regalano il controbreak a Rafa.

Puntualmente Nick si mette di nuovo a dirne di tutti i colori all’arbitro, che è il francese Damien Dumusois, urlandogli “quando gli farai rispettare queste caxxo di regole?“, e continuando con “ti senti potente lassù, eh, stai bene là, sì?“, senza smettere fino a prendersi un sacrosanto “code violation”. Più o meno un punto sì e uno no, comunque, Kyrgios fa vedere cose notevolissime, come un tocco a rete a dir poco delizioso, o qualche dritto da paura, il problema – scleri costanti a parte – è che li alterna ad autentiche sciocchezze. Nulla di nuovo, insomma. Nell’ottavo game, però, ne piazza due di fila, brekka di nuovo, e servendo come un treno chiude 6-3, un set pari. Disarmante, e frustrante per Nadal, che come è noto odia quando l’andamento del match non dipende da lui.

Nick Kyrgios – Wimbledon 2019 (foto via Twitter, @Wimbledon)

Il terzo set prosegue regolare nel punteggio, Nick però ha ricominciato a litigare con l’arbitro, mi sembra di capire che ce l’abbia con Dumusois perchè questi gli ha risposto “lo farò quando lo deciderò io” alla domanda (urlata) “quando gli farai rispettare le regole?”. La sceneggiata costante non impedisce all’australiano di continuare a tirare fortissimo qualsiasi cosa, il gioco chiaramente ne risulta spezzettato, ma alla fine ci stiamo divertendo. Siamo 3-2 Nadal quando scocca l’ora e mezza di partita, che ovviamente va via bella veloce. Un gesto di gran sportività di Nick, che dice a Rafa “chiama il challenge, era buona su una palla chiamata fuori allo spagnolo, che aveva effettivamente preso la riga, gli guadagna molti applausi del pubblico, lo spagnolo fa invece abbastanza lo gnorri qui, dei due il più teso è chiaramente lui.

Kyrgios continua a fare un po’ di circo, in particolare oggi ha una predilezione per le smorzate giocate a caso, sul 4-4 spara un siluro omicida addosso a Rafa a rete (nulla di antisportivo, intendiamoci, un passante addosso assolutamente legittimo tirato da fondo), e lo porta ai vantaggi. Il “vamos” urlato a pieni polmoni dallo spagnolo, che accompagna il rovescio fuori di poco dell’avversario, è un indice di quanto Nadal stia sentendo il momento, quando sul dritto fuori tre metri di Nick poi festeggia come avesse vinto la cosa è ancora più evidente, siamo 5-4 per lui. Molto più rilassato, e facendo pure il gigione a rete, l’australiano pareggia 5-5, l’impressione è che Nick stia antipatico a Rafa molto più di quanto Rafa stia antipatico a Nick, che in fondo se ne frega, e ci tiene a farlo capire.

Senza scossoni, si approda al tie-break, Nadal va avanti fino al 6-3 (solita sciocchezza con il drop-shot di Nick), e poi chiude bene per 7-5, celebrando in un modo tanto evidente da far capire con chiarezza quanto un tipo come Kyrgios sia capace di scardinargli le certezze e la comfort-zone in campo. In ogni caso, siamo 2 set a 1, son passate 2 ore e 9 minuti, il saldo vincenti-errori è di 42-19 per Nick, 29-11 per Rafa, stiamo assistendo a una gran partita, per quanto diversa dal consueto.

Il quarto set non vede rischi per i turni di servizio dei due, almeno momentaneamente l’atmosfera sembra distesa, ovvero stanno giocando un match di tennis senza troppo circo intorno, il che ovviamente è merito di Nick che sembra aver smesso di fare i numeri extra-gioco. Si arriva al 6-6 senza che nessuno abbia superato il 30 sulla battuta avversaria, Nadal fa il suo gioco, pressando con il dritto appena può, Kyrgios mischia le carte con tutto il suo repertorio, e tira missili spaventosi con il servizio. Una sciocchezza a rete costa subito il mini-break a Nick, Rafa allunga senza sbavature, scoccano le tre ore, Kyrgios spara lungo un dritto, ed ecco il 6-3 e tre match-point per lo spagnolo, che chiude alla prima occasione. Stretta di mano normale a rete, certo non cordiale ma nemmeno polemica, e Rafa è al terzo turno, troverà Jo-Wilfried Tsonga, con cui ha vinto 8 volte su 12.

 

LE DICHIARAZIONI POST-PARTITA

Nadal a caldo: “È stata una partita dura, quando lui ha voglia di giocare è uno dei più difficili da affrontare in assoluto, e con me evidentemente la voglia ce l’ha. Non voglio commentare le sue discussioni con l’arbitro, io ero solo lì vicino. Potenzialmente lui è uno che potrebbe vincere gli Slam, è strano vedergli fare cose del genere in campo, e poi fare vincenti da non credere. Mi sono un po’ deconcentrato a un certo punto, quando ho perso il secondo. Lui è quasi impossibile da brekkare, sono contento di aver tenuto i miei servizi alla fine e di averla spuntata nei tie-break”.

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ATP Houston, il tabellone: Tiafoe e Paul guidano il monopolio americano

Sei teste di serie su otto sono per giocatori di casa, ma attenzione ai sudamericani Etcheverry e Garin, campione nel 2019

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Frances Tiafoe - United Cup 2023 Sydney (foto Tennis Australia/ JAMES GOURLEY)

Dopo la parentesi sudamericana di febbraio, la terra è pronta a tornare la protagonista del circuito. Da lunedì e fino alla fine del Roland Garros, e quindi per più di due mesi, si giocherà solo sul rosso. In campo maschile si partirà con tre tornei 250 in tre continenti diversi: Estoril, Marrakech e Houston. Quest’ultimo sarà, come spesso capita, la casa dei giocatori americani, storicamente non troppo amanti della terra europea. Tre delle ultime quattro edizioni sono state vinte da rappresentanti del team USA e ci sono tutti i presupposti perché le tradizioni vengano rispettate anche quest’anno: al via ci saranno infatti almeno dieci giocatori di casa e sei di questi avranno lo status di testa di serie, lasciandone soltanto due alle altre nazioni. I favoriti per arrivare in finale sono Frances Tiafoe e Tommy Paul, ma entrambi non conservano ricordi particolarmente positivi delle loro esperienze a Houston.

In tre apparizioni Tommy ha vinto solo due partite e non è mai andato oltre gli ottavi, mentre Frances ha come miglior risultato i quarti della scorsa edizione quando si fermò al cospetto di Isner. Proprio Big John, che ha disputato tre finali in questo torneo vincendo quella del 2013, è uno degli altri due americani, insieme a Tiafoe e Paul, che approfitterà di un bye al primo turno. Il quarto e ultimo è Brandon Nakashima che, dopo il trionfo alle Next Gen di Milano, sta faticando a trovare continuità di risultati in questo avvio di stagione.

La seconda linea statunitense è poi composta da JJ Wolf, numero 5 del seeding e chiamato a un primo turno complicato contro Jordan Thompson, e da Marcos Giron (settima testa di serie). Nelle retrovie ci sono invece, oltre a Kudla e Kovacevic, le wild card Steve Johnson (vincitore qui nel 2017 e nel 2018) e Jack Sock (anche lui campione del torneo nel 2015). Un altro past champion che ha ricevuto un invito per il tabellone principale è Fernando Verdasco che contro l’australiano Kubler (testa di serie n. 8) andrà a caccia di una vittoria ATP che gli manca dallo scorso settembre.

 

Tra chi punta a spezzare il monopolio a stelle e strisce, però, ci sono soprattutto due sudamericani: il primo è Etcheverry, finalista a Santiago a febbraio, che al primo turno affronterà Juan Manuel Cerundolo (fratello di Francisco); il secondo è Garin, già capace di trionfare sulla terra di Houston nel 2019. Il cileno sfiderà all’esordio Dellien con vista su un possibile secondo turno con Nakashima.

Questo il tabellone completo del Fayez Sarofim & Co. U.S. Men’s Clay Court Championship 2023:

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ATP Miami, Sinner ha un nuovo fan. Alcaraz: “Tifo per te”

Abbraccio sincero nonostante la dura sconfitta tra Carlos Alcaraz e Jannik Sinner: “Forza amico”

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Non si sono risparmiati i complimenti nelle rispettive conferenze stampa Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, che nella semifinale di Miami hanno dato vita ad un nuovo capitolo bellissimo della loro rivalità. Qui il video-commento del direttore sul match.
Sinner ha spiegato come ci si diverte a giocare così, ci vogliono due tennisti per fare punti così belli”, mentre lo spagnolo ancora una volta ribadisce quanto affrontare un tennista del livello di Jannik gli permetta di migliorare: “Riesco solo a pensare a come migliorare per riscire a batterlo.

Oltre a queste dichiarazioni però, i due tennisti si sono parlati anche a fine incontro durante la stretta di mano. Nonostante la delusione arrivata dopo tre ore, Carlos non ha perso il sorriso e si è complimentato con Jannk con un sincero abbraccio accompagnato da queste parole: “Vai a prendertelo. Forza amico. Tiferò per te“. Chissà se la rivalità tra questi due giovani tennisti raggiungerà mai le vette toccate con i match tra Federer e Nadal, quel ch’è certo però è che il livello di sportività e amicizia tra i due non sarà da meno.

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La rinascita del tennis francese passa anche dal 18enne Luca Van Assche: “Sinner, Alcaraz e Rune sono un riferimento” [ESCLUSIVA]

Il classe 2004 transalpino arriva da 8 vittorie consecutive, in semifinale a Sanremo non ha intenzione di fermarsi: “Voglio arrivare il più in alto possibile”

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Luca Van Assche - ATP Challenger Sanremo 2023 (foto Tullio Bigordi)

Il Challenger 125 di Sanremo ha progressivamente visto diminuire, turno dopo turno, il numero di italiani in gara. Erano ben 15 gli azzurri ai nastri di partenza, con 7 derby che si sono disputati durante il torneo. Sabato però, a partire dalle 13.30, le semifinali vedranno impegnati un francese, un ceco, un peruviano e un belga, visto che nessun rappresentante del Bel Paese è riuscito a spingersi oltre i quarti.

Sia chiaro, non è l’inizio di una barzelletta, bensì la (quasi) fine del torneo sanremese, alla sua seconda edizione consecutiva in cui è passato dalla categoria ’80’ del 2022 – con il grande successo di Holger Rune – alla attuale categoria ‘125’. Ad aprire il programma (alle 11) sarà la finale di doppio, che vedrà opposti Cornea/Skugor e Cacic/Demoliner. A seguire, non prima delle 13, nella prima semifinale di singolare si affronteranno il ceco Vit Kopriva e il talentuoso francese Luca Van Assche, che si è raccontato ai nostri microfoni dopo la vittoria di ieri nei quarti di finale. A ruota anche la seconda semifinale, che vedrà opposti Juan Pablo Varillas, peruviano e prima testa di serie, e il belga Kimmer Coppejans.

“Ieri ho giocato un gran match, sono contento di aver raggiunto la semifinale qui dopo tre buone partite” – ha dichiarato il giovane classe 2004 transalpino, prossimo ormai all’ingresso in top100. Nella classifica live, infatti, Van Assche è n°101 ATP: con una vittoria oggi entrerebbe nell’élite del tennis maschile, salendo al n°97 (arriverebbe al n°89 o n°90 in caso di titolo). “Uno dei grandi obiettivi di questa stagione era vincere nuovamente un challenger ed entrare in top100, ci ha raccontato il francese. “Al momento ne ho vinto uno – la scorsa settimana a Pau, in Francia, battendo tutte le prime 3 teste di serie, ndr – e sono molto vicino ad entrare tra i primi 100. Spero di vincere oggi in modo da riuscirci subito, ma se così non sarà è solo questione di tempo, sono sulla buona strada.

 
Luca Van Assche – ATP Challenger Sanremo 2023 (foto Tullio Bigordi)

Forte anche di una striscia aperta di 8 successi di seguito, a questo punto è probabilmente il caso di ridefinire gli obiettivi stagionali, alzando l’asticella. “Spero di giocare al meglio sulla terra, devo dire che ho iniziato piuttosto bene (sorride, ndr). Per essere il primo torneo stagionale sul rosso non posso lamentarmi, oggi gioco una semifinale importante e sono molto contento del mio percorso. Per il resto della stagione non mi pongo limiti, spero di arrivare più in alto possibile.

A 19 anni da compiere (il prossimo 11 maggio) Luca ha già vinto due challenger, diventando il primo tennista nato nel 2004 a trionfare in questo genere di tornei. Non deve certo essere semplice raccogliere l’eredità di una generazione che ha sfornato diversi top10, tra cui Simon, Tsonga, Gasquet e Monfils. Il transalpino, però, non si pone limiti: “È chiaro che non facile, in Francia sono stati molto criticati nel corso della loro carriera nonostante tutti siano stati top10. Sono delle leggende per il nostro sport, spero vivamente di poter seguire le loro orme”.

La miglior gioventù sta accumulando grandi risultati anche nel gotha del tennis mondiale, come testimoniano i continui record infranti da Carlos Alcaraz o il match straordinario vinto nella notte da Jannik Sinner contro lo spagnolo. Di recente Holger Rune ha dichiarato che gli piacerebbe poter essere un membro dei nuovi big3, insieme proprio a Carlos e Jannik. E chissà che anche Luca non possa inserirsi in questa cerchia ristretta: “Mi piacerebbe molto, anche se al momento Sinner, Alcaraz e Rune sono i migliori giovani in assoluto e il riferimento per tutti noi. Mi auguro che tra qualche tempo potrò giocare e vincere anche contro di loro”.

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