Wimbledon: Pliskova e Hsieh divertono, ma vince la ceca. Halep impressiona

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Wimbledon: Pliskova e Hsieh divertono, ma vince la ceca. Halep impressiona

LONDRA – Halep spazza via dal campo Azarenka. Pliskova incontra le prime difficoltà, ma continua la sua marcia. Fuori Wozniacki, rischia Svitolina

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Simona Halep - Wimbledon 2019 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

da Londra, il nostro inviato

C’erano molte aspettative per il match tra Halep e Azarenka. A conti fatti, però, la partita non ha mantenuto le promesse, e si è risolta in un confronto non molto spettacolare con più errori che prodezze. Diciamo che più che un match tra due ex numero 1 del mondo si è rivelato quello tra l’attuale numero 7 (Halep) contro la numero 40 WTA (Azarenka). Con relativa differenza di rendimento e di punteggio.

2-2 i precedenti negli scontri diretti, ma il dato va un po’ interpretato. I due successi di Vika risalgono al 2012, quando Halep non era ancora una top player, mentre quelli di Simona sono più recenti e si riferiscono agli US Open 2015 e a Wimbledon 2017. La partita di due anni fa era stata una delle prime dopo il rientro post maternità di Vika, che infatti era entrata in tabellone grazie al ranking protetto, visto che in quel momento era numero 683 della classifica WTA.

Si gioca in una giornata prevalentemente coperta, ma piuttosto afosa, per quanto possano essere gli standard londinesi. Azarenka apre alla battuta e nei suoi primi due turni lo fa con una percentuale di prime impeccabile: 100%. Halep invece troppo spesso fa ricorso alla seconda e già nel secondo gioco deve salvare due palle break, la situazione si ripete nel quarto, e questa volta Vika ne approfitta: 3-1. Ma l’aspetto che probabilmente differenzia di più l’attuale Azarenka rispetto a quella dei tempi d’oro è la perdita del killer instinct: tanto prima era aggressiva e spietata quando metteva la testa avanti, tanto fatica oggi quando sale l’intensità agonistica dei match.

È come un sortilegio: appena Vika passa a condurre con un break di vantaggio, cala la qualità della battuta e aumentano gli errori non forzati. E così non solo Simona ottiene il controbreak immediato, ma rovescia completamente le sorti del set infilando cinque game di fila: 6-3 a suo favore in 34 minuti. Halep è stata appena discreta, non ha mostrato colpi da urlo ma è stata solida; d’altra parte Azarenka ha fatto e disfatto, nel bene (prima) e nel male. La costanza di Simona si è rivelata determinante.

Nel secondo set si prosegue sulla falsariga del finale del primo: Halep è più continua e precisa, mentre Azarenka fatica a reggere il confronto, a causa dei troppi errori che appesantiscono il suo gioco. La sensazione è che la partita sia segnata e questo toglie pathos al confronto, per cui agli spettatori non rimane che sperare in qualche sporadico bello scambio. Il 6-1 del secondo set non fa che registrare l’andamento di una partita sostanzialmente a senso unico.
Dopo l’1-3 iniziale, Halep ha infilato un parziale di 11 game a 1. Non credo ci sia da aggiungere molto. Saldo finale vincenti/errori non forzati: Halep +4 (13/9), Azarenka -19 (14/33).

KAROLINA NON MOLLA – Dopo i due precedenti tiratissimi (uno per parte) fra Karolina Pliskova e Su-Wei Hsieh, era lecito aspettarsi una battaglia di tre set e così è stato: ha avuto la meglio Pliskova, bravissima a ritrovare il filo del gioco perso alla fine della secondo parziale. Con percentuali in campo e di trasformazione superiori all’80%, la prima di servizio di Karolina fa la differenza e alla ceca non resta che trasformare una delle due palle break a disposizione per portare a casa il primo set. La reazione e il conseguente vantaggio di Hsieh arrivano già al terzo gioco con i tre vincenti tirati (o appoggiati) con la proverbiale nonchalance. Le due ragazze giocano davvero bene e, come promesso dal nostro inviato e tecnico, il contrasto di stili rende la sfida assolutamente godibile. Nonostante un paio di occasioni concesse, l’inerzia del secondo parziale resta saldamente in mano a Su-Wei che sfodera altri dei suoi “numeri”, mentre la n. 3 del mondo ci crede sempre meno e, con la testa già alla partita finale, resta a guardare gli ultimi due colpi dell’avversaria.

Anche se sappiamo di cosa è capace, sorprende sempre come la trentatreenne di Taiwan gestisca senza alcuna difficoltà quelle rasoiate basse e strette che sono i recuperi con lo slice di dritto di Karolina. A proposito, non si vede da un po’ il drittone a sventaglio e allora Pliskova lo estrae con provvidenziale tempismo, trasformando la palla break per il 2-1 che poi difende superandosi anche nelle sfide di tocco e finendo per regalare una spettacolare volée smorzata in allungo seguita da un raro e (per questo) graditissimo sorriso. Hsieh c’è ancora e riesce a evitare il doppio svantaggio, ma non può nulla quando Pliskova chiude con grande sicurezza grazie al ritrovato servizio e vola agli ottavi, eguagliando il suo miglior piazzamento (2018) su questi prati. Troverà la connazionale Karolina Muchova, ventiduenne n. 68 del ranking che si è liberata in due set di Anett Kontaveit.

Karolina Pliskova e Su-Wei Hsieh – Wimbledon 2019 (foto Roberto Dell’Olivo)

Shuai Zhang potrebbe essere la vera sorpresa dei Championships 2019 al femminile. Dopo aver eliminato Caroline Garcia al primo turno, la cinese ha fatto fuori la testa di serie numero 14 Caroline Wozniacki in un’ora e 21 minuti e ha raggiunto il quarto turno dove sfiderà una tra Yastremska e Golubic. È la prima giocatrice cinese a raggiungere gli ottavi a Wimbledon dal 2015, quando ci riuscì Shuai Peng. Zhang, che deve ancora perdere un set, era sotto 4-0 nel primo parziale, sovrastata e sorpresa da un inizio dirompente di Wozniacki. La danese ha anche rischiato di portarsi sul 5-0, ma proprio nel suo miglior momento Zhang ha iniziato a macinare gioco e qualcosa si è inceppato nella mente dell’ex numero uno del mondo.

Anche nel secondo set è stata Wozniacki a partire in vantaggio di un break, ma stavolta Zhang ha reagito immediatamente. Comandando il gioco da fondo e scendendo spesso a rete per chiudere il punto, sicura della sua mano da giocatrice di doppio, la numero 50 WTA ha messo fine al primo Slam da coniuge di Caroline. È nel quarto di tabellone di Gauff, Halep (che ha già battuto a livello Slam) e Azarenka, ma vista la qualità di gioco espressa può giocarsi le sue carte per arrivare lontano.

Ha sofferto anche nel terzo turno Elina Svitolina, reduce dalla fortunata vittoria per il ritiro di Gasparyan. La numero 8 del seeding ha rincorso per i primi due set Maria Sakkari: è riuscita a ribaltare con successo il primo (6-3 da 1-3) ma ha perso al tie-break il secondo dopo aver mancato due match point e aver recuperato due break di ritardo in avvio. Nel set decisivo si è guadagnata un break di vantaggio nel terzo game prima di essere costretta a chiamare il medico per curare delle vesciche al piede. La greca non ha mollato la presa mentre Svitolina serviva per il match e ha annullato altri quattro match point mettendo un po’ di apprensione all’ucraina. Tuttavia alla settima occasione lady Monfils non ha sbagliato e ha raggiunto la seconda settimana ai Championships per la seconda volta in carriera.

hanno collaborato Antonio Ortu e Michelangelo Sottili

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