Gimelstob: "Mi dispiace che i miei amici vengano bersagliati per colpa mia"

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Gimelstob: “Mi dispiace che i miei amici vengano bersagliati per colpa mia”

Comunicato stampa dei legali di Justin Gimelstob a seguito delle domande a Novak Djokovic sulla sua amicizia con l’ex tennista

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Justin Gimelstob (foto via Facebook, @justingimelstob)
 

Parlate di me, parlatene malissimo, purché ne parliate”. Sembra essere questo il motto di Justin Gimelstob, l’ex tennista e analista di Tennis Channel, nonché ex membro del Board ATP, nella bufera da diversi mesi per aver aggredito un conoscente a Los Angeles la sera di Halloween l’ottobre scorso.

Chiamato in causa dal giornalista americano Bill Simons durante la conferenza stampa di Novak Djokovic, che ha ammesso di essere ancora in contatto con lui e di non escludere un suo ritorno a ruoli dirigenziali ad altissimo livello nel tennis professionistico, Gimelstob si è fatto sentire attraverso i suoi legali che hanno diramato un comunicato nel quale si legge che l’ex tennista è “profondamente disturbato e demoralizzato dal fatto che giocatori in campo a Wimbledon continuino ad essere bersagliati a causa della loro amicizia con lui e del supporto che gli hanno dimostrato, personalmente o professionalmente”.

Secondo quanto riportato da Ben Rothenberg del New York Times, l’avvocato di Gimelstob ha definito il racconto dei fatti da parte della vittima come “esagerato, non comprovato e non vero”, oltre a non essere stato soggetto al contro-interrogatorio della difesa. Ciò è avvenuto, ricordiamo, perché Gimelstob ha preferito non contestare le accuse accettando il patteggiamento con il procuratore distrettuale che ha derubricato le accuse di aggressione aggravata a un reato minore, consentendogli così di beneficiare della condizionale.

È stata quindi una scelta di Gimelstob quella di non essere processato per gli eventi del 31 ottobre scorso, rinunciando quindi all’opportunità di far sentire la propria versione degli eventi. Nel corso della sentenza, il giudice Upinder Kalra della Corte di Los Angeles ha ammonito Gimelstob che i termini del patteggiamento potrebbero essere revocati e il processo riaperto qualora lui dovesse proclamare la sua innocenza a mezzo stampa, dal momento che gli è stato chiaramente spiegato come la sua decisione di accettare il “no-contest” debba essere considerata come una sua ammissione di colpevolezza.

Non è chiaro a questo punto se il comunicato stampa dei legali di Gimelstob avranno qualche conseguenza sulla pena patteggiata.

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