Da Londra, Adam Addicott (traduzione a cura di Vanni Gibertini)
A poco più di un chilometro dall’All England Club, in un elegante cafè finemente decorato e con uno stuolo di camerieri in uniforme, è stata lanciata la campagna elettorale di David Miley, candidato alla carica di Presidente della Federazione Internazionale Tennis (ITF). Con il supporto di Tennis Ireland, Miley, già amministratore della ITF ha promesso che rivoluzionerà la Federazione, la cui reputazione è stata recentemente incrinata dai cambiamenti alla formula della Coppa Davis e al controverso “Transition Tour”. La sua piattaforma elettorale prevede la creazione di un nuovo ruolo di “chairman”, a fianco del ruolo del Presidente, che si assicuri di mantenere la responsabilità di tutti i livelli manageriali, l’introduzione di un nuovo Campionato del Mondo ITF e l’organizzazione di un summit mondiale del tennis nel 2020.
“Penso che il tennis sia molto frammentato in questo momento, e questa cosa non va bene. L’immagine dell’ITF è piuttosto debole e vorrei cambiare questa percezione. Il mio manifesto fa perno su due concetti: ciò che fa bene al tennis e ciò che fa bene alle Nazioni appartenenti alla ITF”
Miley ha risposto in maniera molto sicura al fuoco di fila di domande dei giornalisti presenti a proposito degli argomenti più disparati, dal sistema elettorale in vigore in seno all’ITF a come crescere il miliardario business del tennis mondiale. Dopo la conferenza stampa Ubitennis ha parlato in esclusiva con il candidato che cercherà di detronizzare David Haggerty fra qualche mese.
Il coinvolgimento del tennis nei Giochi Olimpici è un argomento che presenta qualche problematica. Al momento ci sono regole piuttosto rigide per i giocatori che desiderano far parte della rassegna a cinque cerchi. Per guadagnarsi l’eleggibilità olimpica, i tennisti devono partecipare a tre incontri [di Coppa Davis o Fed Cup] durante il quadriennio olimpico, che possono essere ridotti a due nei casi di particolare anzianità dei protagonisti oppure di partecipazione alle competizioni ai livelli nei quali gli incontri si disputano con gironi all’italiana. Ci sono, però, diverse possibili eccezioni alla regola, che renderanno alcuni nomi del tennis mondiale ineleggibili alla partecipazione a meno che un loro appello non venga accolto.
“La ITF è l’organo di governo del tennis ed è molto importante che si impegni a incoraggiare gli atleti a partecipare alla Coppa Davis e alla Fed Cup. Non credo sia irragionevole da parte dell’ITF richiedere la partecipazione a un numero minimo di eventi per qualificarsi alle Olimpiadi. L’ATP può imporre come obbligatori alcuni tornei, non vedo per quale motivo la ITF non possa fare lo stesso nell’ambito della partecipazione olimpica. Chiedere agli atleti di giocare in Coppa Davis o in Fed Cup un paio di volte nel corso di quattro anni non mi pare una pretesa eccessiva”.
Qualche critico sostiene che l’eliminazione di queste restrizioni attrarrebbe un maggior numero di stelle di primo piano alle Olimpiadi, tuttavia Miley non considera i Giochi come il punto focale della questione olimpica. Per lui la priorità n. 1 riguarda nazioni sottosviluppate. “Secondo me il problema principale risiede nel grande numero di Paesi che non credono di avere alcuna chance di qualificarsi e, di conseguenza, non ottengono alcun aiuto dai loro Comitati Olimpici Nazionali”.
Per risolvere questo problema, Miley, che è un ex giocatore, vuole resuscitare i tornei di qualificazione, già disputati per le Olimpiadi del 1988 e 1992. “Se ci fosse un torneo di qualificazione con tabelloni a 64 giocatori e giocatrici un paio di mesi prima dei Giochi, con in palio un congruo numero di pass olimpici, molte più nazioni sarebbero coinvolte nel movimento olimpico – ha spiegato Miley –. Ovviamente bisognerebbe lavorare con il CIO, l’ATP e la WTA perché ciò avvenga. Dobbiamo assolutamente trovare il modo affinché molti più giocatori sentano di avere una chance di partecipazione“.
Dopo una carriera lunga 25 anni all’interno dell’ITF, il manager irlandese ha grandi ambizioni. Il suo obiettivo in qualità di presidente è quello di raddoppiare il valore del mercato globale del tennis nei prossimi 10 anni. Il valore attuale del tennis nel mondo, a livello di business, è stimato in 22,5 miliardi di dollari, secondo il manifesto elettorale di Miley. Il principio è quello di far crescere questo numero in modo da avere più denaro da distribuire alle Federazioni Nazionali.
Sulla carta, l’idea è molto semplice. Ma come assicurare che l’eventuale surplus venga distribuito alle Nazioni che ne hanno effettivamente bisogno? “L’ITF non può gestire a livello locale quello che succede nelle singole Federazioni, ma ciò che si può fare è facilitare la diffusione di abitudini virtuose. Ci sono Paesi come Norvegia, Canada e Australia che riescono ad aumentare il numero di praticanti e ottengono buoni risultati. Dobbiamo fare in modo che sempre più Nazioni facciano le stesse cose che fanno loro”.
Per ottenere questo risultato, l’idea è quella di istituire regole più rigide sulla gestione delle Federazioni, anche se l’ITF non avrà mai il potere di controllarle completamente.
“L’ITF deve emanare linee guida molto precise su come far crescere il tennis a livello locale, lasciando comunque margini sotto il profilo dell’implementazione operativa”
Ci si potrebbe chiedere cosa può spingere qualcuno a voler prendere il comando dell’ITF dopo gli ultimi turbolenti mesi vissuti dall’associazione. In gennaio è stato lanciato il Transition Tour (poi ribattezzato ITF World Tour) dopo che oltre 2 milioni di dollari erano stati spesi in ricerche e consulenze, ma sono bastate poche settimane del nuovo tour per far esplodere la rabbia di giocatori e allenatori, inclusi Toni Nadal e Magnus Norman. Una petizione online ha raccolto in poco tempo migliaia di firme contro il Word Tour, mentre sempre più persone postavano video online spiegando le storture del nuovo meccanismo. Sei mesi dopo, l’ITF ha dovuto fare marcia indietro.
“Il lancio del Transition Tour ha dimostrato una chiara mancanza di rispetto nei confronti dei giocatori di livello inferiore. Sono stato uno di quei giocatori e bisogna rispettare il diritto di queste persone a giocare. Credo ci possa essere il modo di coinvolgere gli allenatori più esperti per rendere il percorso di transizione verso il professionismo più efficace”
È indubbio che la fiducia da parte dei giocatori di livello inferiore nei confronti dell’istituzione ITF sia venuta meno. Non ci sono soluzioni semplici, ma da più parti si suggerisce la creazione di un Player Council, come è accaduto in seno all’ATP e alla WTA. Ma l’idea è comunque piuttosto rischiosa considerando i problemi che quest’organo sta affrontando in casa ATP.
“Voglio fondare un Players Council con 12 giocatori di singolare e doppio che si incontrano due volte l’anno durante la settimana di allenamento degli Slam – spiega Miley – Contemporaneamente, dobbiamo inviare persone ai tornei di livello più basso in posti come l’Egitto per parlare con i giocatori per ascoltare quello che hanno da dire. Non vedo come si possa altrimenti riconquistare la loro fiducia”.
Una delle cifre più impressionanti tra quelle snocciolate da Miley riguarda la pratica del tennis negli Stati Uniti. Nonostante la saga delle sorelle Williams, ci sono 8 milioni di praticanti in meno nel 2016 di quanti ce n’erano nel 2009: da 24 milioni si è passati a 16,7 milioni di praticanti. Cosa ha in programma di fare Miley per rovesciare questo trend?
Secondo lui, è necessario modernizzare il gioco. Formati come il Fast 4 o Tie Break Tens rappresentano una potenziale soluzione. Match più brevi per rimanere al passo con la vita moderna nella quale c’è sempre meno tempo libero. “I nostri stili di vita stanno cambiando, specialmente nei mercati maturi. E quando gli stili di vita cambiano, bisogna adattare il nostro prodotto: i formati devono produrre emozioni più rapidamente. Mi piace quello che ha fatto l’ATP con le Next Gen a Milano: mi piace sperimentare, ma bisogna trovare il giusto equilibrio che consenta di mantenere l’integrità dello sport”.
L’elezione per la carica di Presidente dell’ITF si terrà il prossimo settembre. Prima della votazione, Miley si è prefisso l’obiettivo di visitare 45 Paesi. Obiettivo ambizioso, ma che è deciso a raggiungere. Che vinca o perda, difficile dubitare della dedizione di Miley nei confronti del tennis.