Wimbledon: Nadal tra campi (non così) lenti e le polemiche sulla programmazione

Flash

Wimbledon: Nadal tra campi (non così) lenti e le polemiche sulla programmazione

Poco tennis in conferenza stampa per Rafa. Si parla dell’erba che non è lenta come tutti dicono e della scelta di mettere Barty sul Campo 2. “Penso di essere più importante, ma non possiamo fare polemiche ogni giorno”

Pubblicato

il

Rafa Nadal - Wimbledon 2019 (foto via Twitter, @Wimbledon)
 

Rafael Nadal ha raggiunto i quarti di finali senza grossi patemi. Un solo set perso contro Nick Kyrgios, ma niente di veramente preoccupante. Anche l’incontro di ottavi di finale contro Joao Sousa ha regalato ben poco pathos agli spettatori. Sarà lo stato di forma del maiorchino o la scarsa esperienza dell’avversario a questi livelli, o un mix delle due cose, ma la partita si è conclusa in appena 74 minuti con un periodico 6-2.

In conferenza stampa dunque c’è poco spazio per il tennis giocato e il focus si sposta su altre questioni, più o meno frivole, più o meno tennistiche. I giornalisti hanno provato a stuzzicare Nadal su due questioni in particolare: la (non) rapidità dei campi e la programmazione (tema caldo degli ultimi anni, specialmente nei tornei combined). Il maiorchino, come spesso gli capita, ha cercato intelligentemente di evitare polemiche, ma senza rinunciare a dire la sua. Sui campi la risposta è piuttosto secca: “Ho risposto a questa domanda quasi tutti i giorni. Per me no. Vengo qui dal 2003, ho giocato quasi tutti gli anni e non penso che i campi siano più lenti di allora. Sensazione personale e opinione personale. Forse a rendere il gioco più lento sono le palle. Per il resto ho sensazioni normali“.

Per quanto riguarda le dispute sulla programmazione dei match, lo spunto parte dalla decisione di piazzare il match di Ashleigh Barty, numero uno al mondo, sul Court n. 2. L’australiana è stata eliminata in rimonta da Alison Riske e c’è chi si è chiesto se non meritasse il centrale piuttosto che il terzo stadio per importanza, a maggior ragione visto che poi la partita di Rafa è stata una sgambata di appena un’ora e un quarto. “Non possiamo prevedere il futuro, no?“. “Ma lei è la numero uno del mondo“, replica il giornalista. “E io sono il numero due del mondo e ho vinto 18 Slam“.

Quindi è stata giusta la scelta? “Non risponderò di sì o di no. La mia risposta è che loro devo prendere delle decisioni. Entrambe le scelte sarebbero state giuste. Nel tennis di oggi la mia sensazione è di essere un po’ più importante di Ashleigh Barty, anche se è la prima giocatrice del mondo e ha appena vinto il Roland Garros e sta giocando benissimo. Non possiamo creare polemiche ogni singolo giorno sulle decisioni che devono prendere gli organizzatori. Oggi giocavano tutti e Djokovic non era sul Centrale per esempio. Il primo giorno io ho giocato sul Campo 1. Al Roland Garros ho giocato sul Suzanne Lenglen, al secondo turno se non sbaglio. Ogni giorno c’è una decisione da prendere. Hanno messo altre ragazze a giocare sul Centrale”.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement