Bautista Agut: l’infiltrato alla festa di Wimbledon che sussurava ai cavalli

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Bautista Agut: l’infiltrato alla festa di Wimbledon che sussurava ai cavalli

LONDRA – Roberto Bautista Agut si immaginava già al mare e invece venerdì proverà a fermare Novak Djokovic. Una carriera notevole dietro il mito Nadal. Uno spagnolo atipico che ama i campi veloci. E adora i cavalli

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Una vita da mediano, anche se nelle giovanili del Villareal segnava caterve di gol, sognando di emulare la carriera di papà Joaquim. Ed in effetti fino a quindici anni Roberto Bautista Agut era fortemente indeciso se intraprendere la carriera di calciatore o quella da tennista. “Per due tre anni ho avuto il dubbio che avessi sbagliato strada”.

Non è stato così e venerdì, al gran ballo delle semifinali di Wimbledon ci sarà anche Roberto da Castellon de la Plana, pur se per il weekend aveva in mente altri piani. “Avevo già organizzato tutto, in questo momento sarei dovuto essere in vacanza ad Ibiza…ma penso sia meglio che stia qui a Londra!”.

I fab-3 e Roberto Bautista Agut: non può essere un caso. Per la prima volta i Championships avranno due semifinalisti spagnoli e accanto al più forte iberico di sempre ci sarà lui, lo spagnolo atipico, quello che preferisce i campi veloci alla tradizionale terra rossa.

“I miei colpi sono molto piatti, mi piace colpire la palla in anticipo, ho imparato un po’ alla volta i movimenti giusti da fare sull’erba. Ma, certo, è particolare: sono cresciuto sulla terra, il mio club aveva quindici campi di terra e nessuno di cemento o erba. Però sin da piccolo ho usato una racchetta molto pesante e i colpi mi uscivano naturalmente piatti”.

Ed in effetti, il primo dei suoi nove titoli Atp arriverà nel 2014 proprio sull’erba di s’Hertogenbosch, battendo in finale quel Benjamin Becker che aveva messo la parola fine alla carriera di Andre Agassi. Dopo poche settimane arriverà il bis sulla terra di Stoccarda, a confermarne una notevole adattabilità a tutte le superfici ed il best ranking si numero 14 in autunno, dopo la finale a Mosca persa con Cilic. Meritandosi il plauso dei suoi colleghi che lo votarono “Most Improved Player of the Year”.

Best ranking che potrebbe migliorare, sfondando il muro della top10 in caso di successo in semifinale su Novak Djokovic, battuto negli ultimi due precedenti giocati a Doha e a Miami ad inizio anno, quando Roberto è sempre uno dei giocatori più caldi, rapidissimo a trovare la forma giusta ad inizio stagione.

“Beh, Novak è il campione di Wimbledon, ma ho sempre giocato molto bene contro di lui. Ci ho perso, ci ho vinto, sarà in ogni caso molto dura”. Il serbo, in ogni caso non si fida, anche se conta sul fattore esperienza. “Ha un gioco molto piatto da entrambi i lati, è migliorato molto sul rovescio e il fatto che mi abbia battuto già due volte quest’anno gli darà molta fiducia ad inizio match. Ma è una semifinale di un Grande Slam e cercherò di usare la mia esperienza in questi tipi di match”.

Un infortunio durante il torneo di Halle lo ha tenuto fuori nel 2018 da Wimbledon e dalla stagione sul cemento americano in un anno già durissimo per Roberto soprattutto a causa della morte della mamma nel mese di maggio. Ma lo spagnolo si è allenato ancora più forte per farsi trovare pronto alla nuova stagione, cominciata alla grande con la vittoria a Doha, i quarti a Melbourne (tre vittorie al quinto set con Murray, Milmann e Cilic, una lezione a Kachanov e la sconfitta al tiebreak del quarto set da Tsitsipas) e Miami, prima dello strepitoso cammino a Wimbledon.

Eppure, nonostante l’evidenza dei risultati, Roberto anche in patria vive nell’ombra. Non solo del fenomeno Rafa Nadal, ma anche di altri suoi connazionali come Feliciano Lopez e Fernando Verdasco, sicuramente più “mondani” del riservato Roberto.

D’altra parte la cosa non sembra turbarlo più di tanto, anzi. “ Se mi comportassi in un altro modo, forse avrei un’altra immagine e un’altra popolarità, ma non mi piace che si parli di me per qualcosa di diverso da quello che faccio in campo”.

Si sposerà a novembre ( “ Se tutto andrà bene…” dice ridendo) e impegni sul tour permettendo, proverà a dedicarsi ai suoi  sette cavalli, la sua vera passione, come confidato in una delle poche interviste concesse qualche anno fa al portale di casa Vivecastellon.com . “Adoro stare con loro. Danno molto lavoro ma fortunatamente ho mio padre che mi aiuta con loro. Mi piace uscire con loro in escursioni, andare in montagna. Siamo andati in gita a Vistabella e  a Puertomingalvo. Hanno bisogno di molte ore di dedizione, ma non comportano uno sforzo, preferisco stare con loro piuttosto che fare qualsiasi altra cosa”.

Adora il suo paese natale e – spagnolo atipico anche in questo – preferisce la montagna al mare. “ Castellon è il posto ideale per me, abbiamo un clima privilegiato per praticare il nostro sport. Nel tennis il sole è molto importante e anche i livelli di umidità. Castellón soddisfa le condizioni perfette per allenarsi e praticare il tennis, abbiamo il sole quasi tutti i giorni dell’anno. Le persone sono sorprese quando dico loro che anche in inverno vengo ad allenarmi in pantaloncini”.

Il suo approccio al tennis è molto individuale e a Roberto non piace molto socializzare con i colleghi. Forse è colpa di quell’esperienza negativa capitatagli da giovane, quando ospitò un collega per circa una settimana. “Ho invitato un tennista inglese a venire a Castellón per una settimana. Era a casa mia mentre giocavo  in Francia per due giorni. Quando sono tornato mi aveva completamente distrutto un grande prosciutto che avevo in casa! E poi ci ho anche perso due volte contro quando ci ho giocato…”.

Ma non sarà un prosciutto maltrattato a rovinargli la festa. Anzi, la festa vorrà rovinarla lui al numero uno del mondo, per presentarsi domenica al cospetto di Roger o Rafa, prima di tornare dai suoi cavalli.

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