Il ritorno di Sock: la forza della spensieratezza dopo l'infortunio misterioso

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Il ritorno di Sock: la forza della spensieratezza dopo l’infortunio misterioso

L’ex numero otto del mondo rientra ad Atlanta, dopo aver disputato l’ultima partita all’Australian Open. Il pollice destro è ancora rigido dopo il guaio al tendine, ma si sente pronto a tornare in pista

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Jack Sock - ATP Finals 2017 (foto Alberto Pezzali/Ubitennis)
 

Una wild card ad Atlanta per tornare a sentire l’effetto che fa. Jack Sock rivede il campo a distanza di sei mesi, in un 2019 fino a questo momento stregato. Sul cemento statunitense, l’ex numero otto del mondo rientra nel circuito in un 250 trovando al primo turno l’incrocio inedito con Miomir Kecmanovic (incontro che si disputerà martedì in sessione serale). La sua ultima apparizione risale all’Australian Open, quando finì fuori all’esordio contro Alex Bolt. Poi un infortunio dai contorni mai ben definiti: nell’intervista concessa di recente al sito ATP si parla di un problema al pollice della mano destra emerso durante gli allenamenti in Australia (versione ufficiale anche della famiglia), ma da febbraio in poi si sono susseguite voci su una presunta (e inopportuna) caduta dallo snowboard.

Un piccolo giallo rimasto irrisolto. La diagnosi originaria, per la quale erano stati previsti 120 giorni di stop, è stata superata in ogni caso dai fatti visto che l’assenza dal circuito si è protratta per buona metà della stagione. Sock atterra ad Atlanta con l’invito degli organizzatori, dopo aver marcato visita anche nei due Challenger di Little Rock e Columbus dove era stata preannunciata la sua presenza. Ha del tutto saltato la primavera europea su terra e l’erba di inizio estate, scivolando al 180 del ranking.

LUNGA CRISI – Dopo il successo al Masters 1000 di Parigi e la qualificazione per le Finals nel magico 2017, il 2018 del ventiseienne del Nebraska era stato deludente in singolare (con uscita dalla top 100 e solo 9 partite vinte) ma fastoso in doppio, con i successi Slam di Wimbledon e US Open a cui si è aggiunta la coppa del Master di fine anno sollevata insieme a Mike Bryan. “Il 2018 lo ritengo un anno da dimenticare – ha raccontato al sito ATP -, così come l’infortunio di gennaio, episodio del quale però mi piace vedere il bicchiere mezzo pieno: i mesi di stop mi sono serviti ad acquisire una nuova mentalità e a desiderare di nuovo di tornare in campo e divertirmi. Adesso mi sento pronto“.

Il lungo periodo di vita ordinaria, al di fuori del circuito, gli ha concesso l’opportunità – sue parole – “di apprezzare una permanenza insolitamente più lunga negli Stati Uniti, godendomi gli amici e la famiglia“. Nonostante l’infortunio lo abbia condizionato anche nella quotidianità. Perché il dolore non lo avvertiva solo nell’impugnare il suo amato dritto, ma “anche quando c’era da aprire una bottiglia con un tappo troppo stretto“. Sembra tutto alle spalle, in ogni caso, nonostante la rigidità del dito lo abbia costretto a modificare la presa della racchetta: “Sarà così per un anno o forse più, ma comunque sono pronto per tornare a giocare“.

ROAD TO FLUSHING MEADOWS – Fisiologicamente senza pensieri di classifica, Sock risulta tra gli iscritti alle qualificazioni dei Masters 1000 di Montreal e Cincinnati oltre che a quelle dello US Open. In attesa di capire se potrà beneficiare di ulteriori wild card. Lo Slam di casa non gli ha portato particolarmente bene nelle ultime due stagioni, visto che arriva dalle eliminazioni al primo turno nel 2017 e al secondo un anno fa. Se il fisico dovesse sorreggerlo, potrà beneficiare dell’assenza assoluta di pressione.

Il tabellone di Atlanta

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