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Alex ‘servebot’ De Minaur: è il terzo tennista a vincere un torneo senza concedere palle break

Il ventenne australiano vince un titolo senza fronteggiare palle break: è il terzo a riuscirci dal 1991, anno in cui sono nate queste statistiche

Last updated: 30/07/2019 9:33
By Michelangelo Sottili Published 29/07/2019
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4 Min Read


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Reilly Opelka ci aveva avvertiti del servizio inaspettatamente pericoloso di Alex de Minaur ma, francamente, il non certo eccezionale valore dello statunitense in ribattuta ci aveva fatto prendere con le molle la sua perentoria affermazione. Invece, forse aiutato dalla prospettiva dei suoi 211 cm, il ragazzone del Michigan ci aveva visto lungo: non solo Alex si unisce alla poco folta schiera di chi ha alzato il trofeo senza mai perdere la battuta, ma l’ATP ci dice che, da quando esistono queste statistiche (1991), è appena il terzo giocatore a vincere un titolo senza fronteggiare palle break. Prima di lui, ci erano riusciti Tommy Haas nel 2007 a Memphis e John Isner sull’erba di Newport due anni fa (senza nulla togliere a Long John, ricordiamo che incontrò un solo “top 200”, il n. 142 Fratangelo). Nella finale vinta 6-3 7-6(2) contro un Taylor Fritz in silenziosa ma costante crescita, de Minaur ha lasciato per strada complessivamente dieci punti al servizio. Il dato forse più impressionante, tuttavia, è forse rappresentato da quei 116 punti vinti su 123 prime in campo nei quattro incontri che gli sono valsi il titolo.

Va detto che “Demon” non è il più basso del circuito: a parte i soliti noti più o meno sotto i 180 cm, condivide il suo metro e 83 con ben sette colleghi nella top 50, tra i quali non si possono non citare – per la struttura fin troppo diversa tra loro – Wawrinka e Simon. E, in definitiva è solo un paio di centimetri più basso di Roger Federer, uno che non ha grossi limiti con il colpo di inizio gioco. Un paragone magari non azzeccatissimo visto che, oltre a essere “Federer”, Roger è anche un armadio (ce lo ricordano ogni tanto i nostri Baldissera e Gibertini), mentre Alex pare secco come il vento pomeridiano del deserto. Intanto, i numeri di Atlanta gli valgono un balzo di dieci posizioni fino al n. 35 della classifica che valuta il rendimento al servizio compilata dall’ATP con riferimento alle ultime 52 settimane. Nel 2018 aveva chiuso al 51° posto.

“Questa è veramente speciale per me. Sentivo di averne davvero bisogno. Iniziare l’anno con il botto [vittoria nella natia Sydney, ndr] e poi essere frenato dagli infortuni. Ti aspetti che il tuo livello sia ancora là una volta rientrato, invece devi darti da fare per riguadagnartelo lentamente” ha dichiarato Alex, felice anche oltre il risultato in sé perché “questa settimana mi aiuterà davvero”.

Sarà anche stato merito di quel paio di baffetti chapliniani da grande… battitore, ma che per il servizio di Demon sia stata una settimana di grazia, fuori dall’ordinario, è indubbio. Ma è anche tanta la curiosità di vederlo all’opera nei prossimi tornei per capire i progressi con quel fondamentale e le eventuali contromisure che metteranno in campo gli avversari nel caso si ritrovassero di fronte un insolito servebot che, in più, corre come un indemoniato.


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