Verso il Masters 1000 di Montreal: torneo di qualità anche senza il n.1

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Verso il Masters 1000 di Montreal: torneo di qualità anche senza il n.1

Inusuale forfait di Djokovic, che qui ha sempre giocato benissimo. Mancheranno quattro top 20, ma non dovrebbe mancare lo spettacolo (e forse anche le sorprese)

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Rafa Nadal e Stefanos Tsitsipas - Rogers Cup 2018, Toronto (foto via Twitter, @rogerscup)
 

Dopo la stagione sulla terra e soprattutto dopo la sbornia di Wimbledon, il grande tennis riaccende i motori con il primo Masters 1000 dell’estate americana sul cemento. Per chi ha festeggiato, il tempo del meritato riposo è ormai scaduto, e viceversa per chi ha subito batoste più o meno gravi è arrivato il tempo delle rivincite. E lo stesso vale per gli appassionati, che probabilmente si pongono questa domanda: “Cosa possiamo aspettarci da questo Open del Canada? Che tipo di torneo ci attende?“.

Un buon modo per rispondere a questi interrogativi ex ante, è quello di andare a vedere quali tennisti saranno al via (qui il tabellone completo). L’alternativa, un po’ più indaginosa, è quella di analizzare la storia di questo torneo nel passato più o meno recente, esaminando il profilo e le tendenze delle teste di serie che hanno partecipato.

PRIMO GRAFICO E SECONDO GRAFICO: DISTRIBUZIONE E CLASSIFICA MEDIA TESTE DI SERIE

Una prima rilevazione, volta a mostrare il profilo delle teste di serie partecipanti (ovvero il ranking ATP associato alle stesse), ci dice che nel corso degli anni, a parte qualche occasionale caduta come nel 2016 e nel 2005, il livello è stato all’altezza di un Masters 1000. Negli ultimi 20 anni circa, in media, almeno 8 delle 16 teste di serie sono state ricoperte da giocatori in top ten: significa che l’80% dei top ten storicamente ha preso parte al torneo. L’anno d’oro è stato sicuramente il 2009, quando tutti i primi 20 giocatori del mondo erano presenti. Anche la scorsa edizione è stata di buon livello, anche migliore della media in termini di partecipanti presenti in top 10. Tale sensazione è confermata anche dalla distribuzione della classifica media ATP delle 16 teste di serie: in questo caso ovviamente più è basso il valore, più è significativa la platea dei partecipanti.

Considerando anche il forfait a tabellone compilato di Kevin Anderson, testa di serie numero 9, quest’anno mancheranno quattro top 20: due top 10, Djokovic e Federer, oltre a Juan Martin del Potro.

TERZO GRAFICO: I BIG 3

Passando poi a valutare la partecipazione dei 3 giocatori di riferimento, ovvero Djokovic, Federer e Nadal, emerge come nel corso degli anni questo torneo itinerante, che ricordiamo si svolge ad anni alterni a Montreal e Toronto, è uno dei preferiti del serbo (quest’anno assente) che qua ha marcato visita solo nel 2017 e ha alzato il trofeo ben cinque volte. L’Open del Canada è però terreno di caccia anche per il toro di Manacor, visto che qua è riuscito ad imporsi in quattro occasioni, l’ultima proprio l’anno scorso contro il giovane Tsitsipas. All’opposto abbiamo Federer, che in Canada invece è tornato solo nel 2017 (quando si era lasciato ingolosire dall’idea di riconquistare il numero 1 del mondo), e che anche quest’anno non sarà ai nastri di partenza.

QUARTO GRAFICO: ETÀ MEDIA FINALISTI

Infine, visto che il tema sempre più d’attualità per via di un ricambio generazionale che fatica a concretizzarsi, diamo uno sguardo all’età media dei finalisti della Rogers Cup. A differenza di quanto succede altrove, specie sull’erba, in Canada l’età media non è così elevata: infatti solo una volta negli ultimi 20 anni ha superato i 30 anni. Ciò è in parte dovuto al fatto che, un tempo, anche i tre cannibali sono stati giovani (incredibile a dirsi!), e avevano allora al loro fianco giocatori come Murray e Del Potro che nel 2009 si contesero il titolo: due giovani di belle speranze, poco più che ventenni.

Anche in epoca recente, nel 2017 e nel 2018, Sascha Zverev e Stefanos Tsitsipas sono riusciti a spingersi fino alla finale. Il primo ha vinto anche il titolo approfittando di un Federer un po’ claudicante. Speriamo quindi che anche quest’anno possa venire fuori qualche sorpresa, magari proprio ad opera degli idoli di casa Shapovalov e Auger-Aliassime. Denis, in fondo, ‘si è fatto uomo’ proprio qui a Montreal due anni fa.

A cura di Federico Bertelli


IL TABELLONE COMPLETO CON TUTTI I QUALIFICATI

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