La strana reazione di Osaka: "Se non avessi riso in campo mi sarei sentita frustrata"

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La strana reazione di Osaka: “Se non avessi riso in campo mi sarei sentita frustrata”

“Tutti sanno che gioco bene se sono calma, ma è difficile arrivare a quello stato mentale perché non mi sento sicura” confida la tennista giapponese. Un lungo lavoro è iniziato per tornare al top

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Naomi Osaka (foto via Twitter, @the_LTA)
 

Naomi Osaka si presenta come al solito distesa e svagata in conferenza stampa, ma il suo comportamento in campo ha sorpreso molti. La sofferta vittoria contro Sasnovich la rende felice, ma che ci sia qualche altro pensiero sembra evidente. “È il primo match che ho mai vinto qui, non posso essere troppo dura con me, anche se… naturalmente lo sono. Ho avuto dei momenti in cui mi sono bloccata, come sul 5-5 nel primo set. Avrei potuto evitarlo facilmente se avessi messo più testa nel gioco. La cosa più difficile quando giochi con lei è la sua imprevedibilità: può giocare una bomba o un drop shot, e si muove così bene. Non credo la gente se ne accorga, ma è difficile giocare un vincente con lei“.

Non che ci volesse un mago, per indovinare che il continuo ridacchiare durante il primo set fosse un segnale del fatto che le cose non stavano andando secondo i piani. Sia giornalisti che il suo allenatore sono apparsi confusi sul motivo per cui ridesse tanto, tanto che qualcuno ha ipotizzato fosse una strategia. “No, non è tattica. Tutti sanno che gioco bene se sono calma, ma è difficile per me oggi raggiungere quello stato mentale perché non mi sento sicura. Sono calma solo quando sono super sicura di quello che faccio, ed è dura esserlo quando le cose vanno come adesso. Questo è il mio modo per affrontare la situazione. Ci sono stati punti in cui non avrei dovuto ridere, ma l’ho fatto perché se non avessi riso mi sarei sentita frustrata. A volte rido per i miei errori, perché sono ridicoli, altre solo perché cerco di trovare positività”.

L’atmosfera della conferenza è comunque molto rilassata, si è partecipi di un momento molto intimo della giapponese, che prosegue nel suo flusso di autoanalisi. “Non ho mai voluto tornare sulle mie decisioni, devo solo liberare la mia testa. Volevo farlo dopo il Roland Garros, ma lo trovavo strano visto che lo avevo fatto dopo Indian Wells e mi sono detta “ogni stagione devo analizzare i miei sentimenti?”. Quindi ho deciso di non farlo, ma dopo Wimbledon sentivo di dover dare una spiegazione alle persone più care. È stata dura, solitamente amo i Grandi Slam, amo giocare nei campi importanti”, prosegue Naomi, riferendosi in particolar modo alla sconfitta al primo turno di Wimbledon. “Per qualche ragione quando ero lì, sentivo di non godermela a pieno. Ero sul centrale e mi sentivo come se volessi essere da qualsiasi altra parte. Ho cercato di trovare positività pensando alle opportunità che mi sono state date e di cui ero grata. Dopo la sconfitta, pensavo che avevo bisogno di essere felice, perché ti alleni una vita per quei momenti, e se non sei felice lì lo scopo di tutto decade“.

L’ultimo pensiero va al suo prossimo match, contro Su-Wei Hsieh, una giocatrice da cui “non sai cosa aspettarti. È questa la parte divertente, quindi mi aspetto un sacco di risate perché accadranno cose fuori da mio controllo” afferma ridendo, la sua attività principale nelle ultime ore. “Non guardo il ranking, non ci penso molto. Mi concentro su ogni partita perché da ora tutte dovranno essere giocate bene. Non sono più una sorpresa, tutti conoscono il mio gioco e devo giocare sempre al meglio”. Una finale qui in Ohio le assicurerebbe di rimanere in vetta fino alla fine dello US Open (con relativa prima testa di serie), mentre in caso di sconfitta ai quarti o in semifinale dipenderà dai risultati di Barty e Pliskova, che arrivando in finale possono scavalcarla.

Lorenzo Fattorini

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