Sinner. A 18 anni si regala lo Slam (Crivelli). Baby Sinner, sei grande (Semeraro). La prima volta di Sinner. Qualificato all'US Open (Guerrini)

Rassegna stampa

Sinner. A 18 anni si regala lo Slam (Crivelli). Baby Sinner, sei grande (Semeraro). La prima volta di Sinner. Qualificato all’US Open (Guerrini)

La rassegna stampa di sabato 24 agosto 2019

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Sinner. A 18 anni si regala lo Slam (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Corre così veloce che il traguardo continua a spostarsi più in là, ingigantendo ambizioni e prospettive. Soprattutto degli altri, però. Perché Jannik Sinner, da buon figlio della montagna, continua la sua scalata in silenzio, con applicazione feroce e una testa pensante che già assomiglia a quella di un campione finito. E ha appena diciotto anni. Ha festeggiato infatti la maggiore età il 16 agosto, e la sua data di nascita ne farà il più giovane giocatore nel tabellone principale degli Us Open 2019 e il primo 2001 di sempre in uno dei 4 Slam, dopo il successo nel turno decisivo delle qualificazioni newyorkesi contro lo spagnolo Vilella Martinez, numero 202 del mondo. Insomma, a ogni torneo, piccolo o grande che sia, il figlio di Hanspeter e Siglinde si diverte a riscrivere un po’ di storia sua e del tennis. Fino a lunedì, quando ha esordito nel primo turno di qualificazioni, non aveva mai giocato un match ufficiale in uno Slam senior, e adesso è tra i 128 eletti in corsa per la vittoria finale, con 52.000 euro in tasca già assicurati e la speranza di abbordare un esordio favorevole per continuare a sognare. Ma se pure gli toccasse Federer, Jannik entrerebbe in campo con lo spirito di chi è lì per vincere le partite. Questa è la sua forza straordinaria, insieme alla capacità di non uscire mai dal match: è nato per giocare a tennis. E per questo gli dedica un’applicazione e un attaccamento mostruosi. […] Non si esalta dopo le vittorie, non si lascia condizionare dalle sconfitte, seguendo il solco tracciato da coach Piatti e dal fido Andrea Volpini, cui è stato consegnato perché ne plasmasse le enormi doti. […]

Baby Sinner, sei grande (Stefano Semeraro, Corriere dello Sport)

Una settimana fa ha compiuto 18 anni, ieri Jannik Sinner ha preso la patente per guidare nei tornei dello Slam. Dopo aver fallito la qualificazione a Wimbledon, sconfitto al primo turno da Alex Bolt, a New York ha infatti ingranato la marcia giusta, guadagnandosi il suo primo tabellone principale. Mica male, come debutto in società. All’esordio Sinner aveva lasciato un game a Matteo Viola nel derby azzurro, nel turno decisivo dopo un primo set faticato ha rifilato un altro cappotto allo spagnolo Mario Vilella Martinez, numero 202 del mondo (7-6 6-0). Non un avversario insormontabile, okay ma a impressionare come al solito quest’anno è la personalità di Jannik, considerando che nel secondo turno di giovedì, tormentato dal mal di schiena, aveva dovuto sudare tre set annullando anche due matchpoint a Viktor Galovic. Il ragazzo di San Candido così conquista un record di precocità: è il primo nato nel 2001 ad accedere al tabellone principale dello Slam. Non però il più giovane azzurro: Diego Nargiso ci riuscì a 17 anni, mentre Adriano Panatta impiego 5 mesi più di Jannik. «A me non interessano risultati e classifica – ripete come un mantra Riccardo Piatti, che da cinque anni insieme con Massimo Sartori segue Sinner a Bordighera – l’importante è che si completi come giocatore. Un commento sulla qualificazione? Diciamo che è un buon inizio di torneo…». Meno diplomatico Sartori: «Ottima partita…il livello è già alto». Giusta calma, giuste ambizioni. Anche perché nel frattempo però i risultati stanno dando i loro frutti, specie in classifica. Sinner a fine 2018 era numero 551 del mondo, a New York è arrivato da numero 131, con i due Challenger vinti a Bergamo in febbraio e a Lexington a inizio agosto, la finale a Ostrava, i turni Atp passati a Budapest, Roma e Umago. […] Per fine 2019 l’obiettivo sono la top100 e le Finali NexGen a Milano, in mezzo ci sono i primi Us Open da giocare fra i grandi.

La prima volta di Sinner. Qualificato all’US Open (Piero Guerrini, Tuttosport)

Sorprendersi è profondamente sbagliato, e ingiusto, con Jannick Sinner. Piuttosto meglio applaudire e confidare che nessun intoppo si presenti sul cammino del diciottenne altoatesino. Sei mesi fa giocava i futures, adesso è il miglior 2001 al mondo dell’Atp Tour e debutterà a 18 anni compiuti in questo mese, nel tabellone principale di uno slam. E tutto questo nonostante avesse chiuso il secondo turno di qualificazione, salvando due match point, con un dolore alla schiena. L’azzurrino di Sesto Pusteria sceso dai monti per approdare alla Piatti Academy in Liguria si è imposto 7-6 (1) 6-0 sullo spagnolo Mario Vitella Martinez. Al risveglio conoscerà anche il nome del primo avversario. Ma lui tira dritto per la sua strada di lavoro e applicazione. Anche sui campi newyorchesi Sinner ha confermato le qualità di un talento in formazione, ma già capace di leggere le partite, di giocare con grande decontrazione e naturalezza. Dei tanti italiani partiti nelle qualificazioni, è l’unico ad essere entrato in tabellone, raggiungendo Fognini, Berrettini, Sonego, Cecchinato, Seppi, Fabbiano. Adesso possiamo dire di avere i magnifici 7, al via. Ma ieri è stato anche giorno di parole a NewYork Le più attese, ovviamente, quelle di Roger Federer. Anche perché il rientro alle gare post Wimbledon non era stato felice, anzi. Per quanto, a 38 anni ci possa stare eccome: «L’eliminazione di Cincinnati? A volte le sconfitte possono generare qualcosa di buono. Nel 2017, dopo aver vinto gli Australian Open, sono subito uscito a Dubai ma poi ho vinto a Indian Wells e Miami. Qui sarà difficile vincere ma sono uno di quelli che può farcela. Il fatto che Djokovic, Nadal ed io stiamo bene rende le cose difficili per i giovani che però stanno crescendo». […]

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