Gli US Open sulla stampa italiana (Crivelli, Semeraro, Clerici). Camila lotta e poi spreca (Guerrini)

Rassegna stampa

Gli US Open sulla stampa italiana (Crivelli, Semeraro, Clerici). Camila lotta e poi spreca (Guerrini)

La rassegna stampa di domenica 25 agosto 2019

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Caccia a Djokovic, sfida stellare (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Il Genio fu a suo modo rivoluzionario, perché non aveva ancora vent’anni quando a suon di stoccate mancine cominciò a perturbare il dominio di Borg e Connors. Per questo John McEnroe vorrebbe che lo Slam della sua città tenesse finalmente a battesimo un nome di nuova generazione: «Mi piacerebbe che vincesse una faccia fresca, ma quei tre ormai si sono costruiti un’aura di invincibilità che rappresenta un muro mentale per i tennisti più giovani. A un certo punto Nole, Rafa e Roger si ritireranno, ma prima di allora sarei contento di vedere qualcuno della Next Gen sfidarli e magari batterli in uno Slam». Facile a dirsi: anche se gli Us Open sono storicamente il Major che ha concesso più occasioni agli intrusi, in questo particolare momento storico una detronizzazione dei Big Three appare lontanissima. Si può davvero immaginare che il Djokovic, il Nadal e il Federer visti quest’anno negli Slam possano farsi sfuggire l’occasione di mettere il sigillo su Flushing Meadows, per quello che sarebbe il 12° Slam consecutivo vinto da uno di loro e il 55° degli ultimi 67? Novak, il campione in carica, è certamente consapevole che ormai solo il conteggio dei successi nei quattro tornei maggiori gli permetterà a fine di carriera di partecipare al concorso del più grande di sempre: e così ne ha vinti quattro su cinque da Wimbledon 2018. L’idea di arrivare a 17 e accorciare a una sola lunghezza da Nadal e a tre da Roger sarà uno stimolo potentissimo, e chi lo ha visto allenarsi in questi giorni sotto l’occhio vigile del nuovo super coach Ivanisevic racconta di un giocatore con gli occhi di tigre. Anche se a Cincinnati si è fermato in semifinale e con il gomito tornato d’improvviso a fare un po’ di capricci, per Brad Gilbert, ex numero 4 del mondo, apprezzato coach e oggi commentatore tv, il serbo è ancora favorito con margine: «Nessuno ha la sua capacità di concentrarsi sull’avversario che ha di fronte, nonostante il tifo contro. Quando è al 100%, non c’è giocatore con la sua completezza tecnica, perché Djokovic è abilissimo a controllare il ritmo, commette pochissimi errori e si focalizza su un punto per volta». […]

Fognini il faro, Sinner la novità. Quante ambizioni per Big Italy a New York (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

L’ultimo a salire a bordo è anche il più giovane della compagnia e l’unico a non aver ancora giocato un match nel tabellone principale di uno Slam. Ma ormai Jannik Sinner, che ha compiuto 18 anni il 16 agosto, non è più una sorpresa: in otto mesi ha svestito i panni di ragazzino semisconosciuto per agghindarsi da promessa vera e intanto è il primo giocatore nato nel 2001 a disputare un Major. E non lasciatevi spaventare dal debutto che la sorte gli ha riservato, mettendogli contro Wawrinka, re di New York 2016: l’allievo di Riccardo Piatti ovviamente è sfavoritissimo, ma non entrerà in campo sentendosi battuto. […] Jannik è solo l’ultima primizia messa in vetrina dal movimento maschile italiano, mai così florido e ambizioso da quarant’anni a questa parte. Con lui sono sette gli azzurri in tabellone, con due teste di serie: la 11 di Fognini e la 24 di Berrettini. Fabio ha saltato Cincinnati per precauzione, la caviglia destra resta un dilemma e certamente può incidere sul rendimento in attesa di una decisione definitiva (l’operazione), però la qualità del suo gioco è elevatissima. Il primo turno con Opelka, il più alto giocatore del circuito (2.11, come Karlovic), è complicato. Occorreranno pazienza, attenzione e poche concessioni nei propri turni di battuta, perché poi il tabellone si aprirebbe almeno fino agli ottavi con Medvedev. Il traguardo della seconda settimana si presenta più complicato per Berrettini, la cui estate post Wimbledon è stata tormentata dai guai a una caviglia. Matteo pesca subito il Gasquet, e se l’ostacolo si rivelasse abbordabile, all’eventuale terzo turno gli toccherebbe il tignosissimo Bautista Agut. Avversario nobile come Dimitrov per Seppi. Il rivale bulgaro sembra ormai l’ombra del progetto di fenomeno che solo due anni fa vinceva il Masters, e nel ranking è addirittura dietro di un posto (78 a 77) rispetto all’italiano. Il sorteggio offre invece l’occasione di una rivincita per Lorenzo Sonego: ritrova Granollers con cui ha perso a Wimbledon. Appuntamento agevole per Cecchinato contro lo svizzero minore Laaksonen. Pronostico all’apparenza più che chiuso per Fabbiano con Thiem, e impegno serio anche per la Giorgi, unica italiana nel main draw, contro la Sakkari.

«Sinner, ora goditela» (Stefano Semeraro, Corriere dello Sport)

Si è fermata in finale, e con tanta amarezza, la corsa di Camila Giorgi nel Bronx Open di New York. Dopo aver salvato quattro matchpoint contro la cinese Wang, testa di serie numero 1 del torneo, Camila ha ceduto in oltre due ore e mezzo alla polacca Magda linette per 7-5 5-7 6-4. In settimana la Giorgi era riuscita a rimontare in più di una occasione. Stavolta invece è stata lei a farsi riprendere, abbastanza clamorosamente, in un terzo set in cui si era trovata avanti anche 4-2, dopo aver sprecato fra l’altro quattro palle break sul ‘1-4 del secondo per andare a servire per il match. E’ la seconda finale persa in questa estate americana per Camila, dopo quella di Washington contro Jessica Pegula. Domani l’azzurra giocherà il suo primo match degli Us Open contro Maria Sakkari. E sarà un lunedì di debutto assoluto anche per Jannik Sinner contro Stan Wawrinka. Un grande palcoscenico per Jannik, il primo nato nel 2001 a conquistarsi il main draw di un major, ma non l’azzurro più precoce, visto che Diego Nargiso nel 1988 esordì in Australia a 17 anni e 10 mesi. «Secondo me Jannik non poteva sperare in un sorteggio migliore», dice proprio Diego. «Stan è un grande campione, ma avrà la pressione di dover vincere per forza, e Jannick se la può giocare». Per Nargiso Sinner ha le qualità giuste. «C’è molta attenzione su di lui, un po’ come era successo a Quinzi dopo la vittoria nel torneo under 18 di Wimbledon. Nel suo caso i problemi, dal cambio continuo di staff alla programmazione, purtroppo erano evidenti. Jannik non corre questo pericolo, per due motivi: è già inserito in un grande team, quello di Piatti e Sartori, dove non è lui la ‘star’ ma ci sono grandi campioni dai quali può imparare mantenendo i piedi per tener Poi c’è il carattere: ha la flemma degli altoatesini, ma non è un freddo, le emozioni le prova ma sa sa gestirle». […]

Perché Serena trova subito Sharapova (Gianni Clerici, La Repubblica)

Un amico che passava le vacanze all’isola d’Elba, presso la Piatti Academy, mi ha garantito che Maria Sharapova è in grado di vincere gli Us Open. E, per confermarmi la sua affermazione, mi ha mostrato un pacchetto di caramelle che la tennista imprenditrice gli aveva donato. «Bastasse il dono per sconfiggere una che ti ha battuto 19 volte su 21, come Serena, sarebbe semplice» ho osservato. Poi mi sono messo a riflettere. Come accade che due giocatrici come Serena e Maria si incontrino in un primo turno? Mi sono così risposto. Quando Sharapova è tornata libera di giocare, dopo una sospensione causatale da una medicina in precedenza ammessa e che aveva sempre liberamente preso, il Meldonium, Serena stava partorendo la sua neonata Olympia, nell’aprile del 2017. Lei e Maria avrebbero dovuto giocare nel quarto turno del Roland Garros, ma Serena si ritirò per un mal di schiena. Serena, nonostante i suoi guai, è arrivata in finale di tre degli ultimi cinque Grand Slam, due volte a Wimbledon e una, quella della lite verbale con l’arbitro Ramos, a New York, mentre Sharapova ha vinto soltanto un piccolissimo torneo in Cina, ed ha ora una classifica incredibilmente disadatta al suo talento, n. 87. Che sollievo, dico da vecchio aficionado, i tempi nei quali le classifiche venivano assegnate da esseri umani, e non da computer follemente regolamentati! Spero, non solo da aficionado ma da spettatore, che le due bellissime ultratrentenni siano in grado di affrontare corse e salti senza aver ingerito sostanze proibite, o rimproveri e decurtazioni di punteggio. […]

Camila lotta e poi spreca (Piero Guerrini, Tuttosport)

Che peccato Camila. Miss Giorgi, in chiara ripresa dopo i guai al polso, perde la seconda finale sul cemento Usa di questo mese dopo quella del Citi Open. La sesta su otto finali in carriera. Stavolta, al neonato Bronx Open di NewYork, dopo un torneo disputato in rimonta, lottando, conferma la forma che sta crescendo, ma non il risultato. Anzi, va in vantaggio e viene rimontata da Magda Linette, 27enne polacca che per la prima volta alza incredula un trofeo. E sono più i rimpianti per la marchigiana, che i motivi per gioire, se non la fiducia che aumenta in prospettiva Us Open. Giorgi e Linette se le sono date, a viso aperto, la Linette spesso perdendo la misura del dritto, che però quando entra fa male, recuperando la partita grazie a un servizio sempre potente e spesso preciso. Camila aveva il vantaggio della classifica e dell’esperienza, ma ha giocato sempre a tutta. Dopo aver chiuso il primo set 7-5, Camila nel secondo si è ritrovata subito 0-3 e 1-4. Salvo rialzarsi, riprendere a picchiare in campo fino al 4-4. Non basta, la Giorgi ha avuto anche due opportunità per il 5-4. Ancora una volta il servizio, un altro doppio fallo, le ha fatto cedere il servizio e il set. E l’altalena è proseguita anche nel terzo set. Avanti Giorgi 2-0, poi 3-1 e quattro opportunità per involarsi sul 4-1. Ma la polacca, pur proveniente dalle qualificazioni e dunque all’ottava partita in settimana, ha saputo accelerare ancora, ha trovato altre energie, ha agganciato 4-4. E lì Camila è evaporata, complice un ultimo gioco stellare di Magda. Domani Camila incontrerà agli US Open Maria Sakkari, la greca che a Cincinnati le ha rifilato un secco 6-3 6-0. Occasione per vendicarsi.

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