US Open: resoconto di metà torneo e breve storia dell'intruso, Mr. K

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US Open: resoconto di metà torneo e breve storia dell’intruso, Mr. K

Erano 238 appena due settimane fa, adesso sono soltanto in 16 a coltivare il sogno di vincere lo US Open. Con un nome a sorpresa: Dominik Koepfer

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Dominik Koepfer - US Open 2019 (foto via Twitter, @usopen)
 

Era un esercito composto da 238 singolaristi quello che si è presentato ai nastri di partenza dello US Open 2019: 128 contendenti hanno iniziato il viaggio dalle qualificazioni; ai 18 superstiti si sono poi aggiunti i 104 giocatori iscritti di diritto al tabellone principale e infine 8 wild card. Dopo due settimane per 222 di loro il sogno di vincere l’ultimo Major della stagione è già terminato. Tra i 16 superstiti ci sono:

  • cinque top ten (Djokovic, Nadal, Federer, Medvedev e Zverev)
  • due top 20 (Monfils e Goffin)
  • quattro top 30 (Schwartzman, Cilic, Wawrinka e Berrettini)
  • un top 40 (de Minaur)
  • un top 50 (Rublev)
  • un top 70 (Andujar)
  • un top 80 (Dimitrov)

E infine c’è la sorpresa del torneo: Dominik Koepfer.

Questo tedesco attuale numero 118 del mondo è l’unico superstite tra i giocatori partiti dalle qualificazioni. Nella sua carriera non è mai andato oltre la 113esima posizione, raggiunta lo scorso 12 agosto. È quindi più che legittimo che i non addetti ai lavori si chiedano chi sia costui e che gli addetti ai lavori rispondano.

Dominik Koepfer è nato il 29 aprile 1994 in un piccolo paese del sud della Germania da un ingegnere e una farmacista appassionati di tennis che lo hanno incoraggiato a impugnare una racchetta sin dalla prima infanzia. È mancino, gioca il rovescio a due mani ed è diventato professionista a 22 anni, età in cui Rafael Nadal aveva già vinto 31 tornei ATP e Bjorn Borg 39. Nel curriculum sportivo di Koepfer per il momento compaiono soprattutto tornei del circuito Challenger nei quali ha ottenuto due finali – a San Francisco e Aptos – e una vittoria sull’erba di Ilkley lo scorso giugno.

A livello ATP ha disputato tre tornei: a Winston-Salem nel 2017 e nel 2018 e a Los Cabos nel 2019. Più brillanti i suoi risultati nei tornei dello Slam dove quest’anno è riuscito per la prima volta a superare le qualificazioni a Wimbledon e naturalmente agli US Open. Il 2019 rappresenta quindi una stagione di svolta. Anche se la sua avventura a New York finisse oggi, a partire da lunedì 9 settembre entrerà per la prima volta tra i 100 migliori giocatori del mondo garantendosi in tale modo la possibilità di disputare i prossimi tornei del circuito maggiore senza doversi sottoporre alle forche caudine delle qualificazioni come ha sempre dovuto fare sino ad oggi.

Un risultato di tutto rispetto per un ragazzo il cui nome 12 mesi fa appariva intorno alla posizione 220. Il ritardo nella maturazione tennistica di questo giocatore – se di ritardo si può ancora parlare in uno sport che ogni anno alza l’età media dei suoi migliori interpreti – non è dovuto a problemi tecnici o fisici, bensì alla decisione di completare gli studi prima di intraprendere la carriera professionistica.

Da un’intervista reperibile su Youtube apprendiamo che il suo idolo è Tommy Haas ma, consciamente o meno, in questa scelta ha preso esempio da un altro grande ex campione tedesco giunto sino al numero 2 del mondo: Michael Stich. Il campione di Wimbledon del 1991 infatti debuttò a sua volta nel mondo del tennis solo dopo avere conseguito il titolo di studio. Koepfer si è laureato in Economia e Commercio presso l’università statunitense di Tulan, dove si è messo in luce anche sui campi da tennis arrivando ad essere uno dei più forti giocatori del circuito NCAA.

Non ci sono molti filmati in rete dai quali si possa ricavare un’idea minuziosa delle sue caratteristiche di gioco. Guardando però scampoli del match che ha vinto al secondo turno contro Reilly Opelka, qualche indicazione si ottiene, soprattutto dall’espressione vagamente affranta della giraffa statunitense a fine incontro. Il metro e ottanta (a essere ottimisti) di statura gli impedisce di avere un servizio devastante ma gli consente di essere rapidissimo negli spostamenti ed efficacissimo in fase di difesa; è quindi un regolarista dotato di un ottimo rovescio bimane che esegue con grande anticipo e di un buon tocco di palla.

Agli ottavi di finale incontrerà il russo Daniil Medvedev che arriva a questa sfida con tre partite in meno nelle gambe rispetto al teutonico e una notevole fiducia nelle proprie capacità. Il pronostico per Dominik sembra quindi infausto ma, dopo tutto, sembrava tale anche contro Basilashvili che in classifica lo precede esattamente di 100 posizioni. Koepfer potrà contare sul favore del pubblico che è fortemente ostile al tennista russo dopo “l’affaire” del dito medio. Per andare avanti dovrà infine continuare a rimanere metaforicamente affamato e folle, come consigliava Steve Jobs. Viel gluck.

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