Federer sul velluto, Berrettini per la storia (Scanagatta). Berrettini luci a New York (Cocchi). Federer veloce, brividi Serena prima del party per la sua bimba (Gazzetta dello Sport). Ecco Wang: dalla Cina con pazienza (Corriere dello Sport)

Rassegna stampa

Federer sul velluto, Berrettini per la storia (Scanagatta). Berrettini luci a New York (Cocchi). Federer veloce, brividi Serena prima del party per la sua bimba (Gazzetta dello Sport). Ecco Wang: dalla Cina con pazienza (Corriere dello Sport)

La rassegna stampa di lunedì 2 settembre 2019

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Federer sul velluto, Berrettini per la storia (Nazione, Carlino, Giorno Sport, Ubaldo Scanagatta)

Se le prime due partite di Roger Federer non avevano granchè convinto sulle sue condizioni, dopo che a Cincinnati aveva perso da Rublev e qui aveva perso il primo set dai modesti Nagal e Dzumhur, nelle ultime due è invece apparso in grande spolvero. Ha perso 9 game in 6 set. Cinque con il britannico Evans (62 62 61), addirittura solo 4 con la testa di serie n.15 Goffin (62 62 60) che due anni fa lo aveva battuto alle finali Atp di Londra.

(…)

Ora lo svizzero trova il bulgaro Grigor Dimitrov, che sinora ha sempre battuto nei sette precedenti. Nella notte italiana si sono poi affrontati Djokovic e Wawrinka, mentre noi italiani oggi ci eccitiamo — anche giustamente — per il nostro Matteo Berrettini che ha conquistato il suo secondo ottavo di finale in un Slam, e consecutivo dopo Wimbledon dove fu dominato però dal solito Federer (…)

A 23 anni nessun italiano aveva mai conquistato due ottavi di finale in uno Slam. Credo che presto sarà il n.1 italiano. Stavolta trova il russo Rublev (…)

Berrettini luci a New York. Oltre Rublev c’è la storia (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Matteo non si fa accecare dalle luci di New York, va avanti dritto per la sua strada e oggi, contro Andrey Rublev, vuole iniziare a scalare anche i grattacieli della Grande Mela mettendo la bandierina nei quarti di finale degli Us Open. Il terzo turno contro Alexei Popyrin, ventenne australiano di belle speranze, vincitore al Bonfiglio due anni fa e da qualche mese sotto l’ala protettrice di Pat Cash, è stato una prova di forza. Di braccio e di mente, perché dopo essere stato avanti due set a zero, Berrettini si è perso nel terzo facendo temere il peggio. Il quarto set contro l’australiano è stato una lotta all’ultimo respiro, all’ultima goccia di energia. E per un momento, dopo i 18 minuti dell’undicesimo game, con 26 punti giocati, e il break di Popyrin, la notte sembrava buia, con un quinto set che avrebbe avuto le caratteristiche della lotteria. Ma per fortuna sotto Berretto c’è tanto cervello, tanta forza mentale, sufficiente ad annullare tre set point, recuperare il break di svantaggio e appigliarsi a un tie break vinto 7-2 con approdo alla seconda settimana di Flushing Meadows. E’ la prima volta che un giocatore italiano riesce a centrare gli ottavi di finale a Wimbledon e Us Open consecutivamente.

(…) chiaro segno di una maturazione in un torneo che nel 2018, alla prima apparizione, lo aveva visto uscire all’esordio eliminato da Kudla

(…) «Sono partite che fanno maturare, ho capito che posso cavarmela nei momenti difficili. Il quarto game del quarto set è stato infinito, quando sono arrivato al tie break annullandogli set point, sapevo che per lui sarebbe stato psicologicamente difficile affrontarlo. Eravamo esausti entrambi, io forse ho sfruttato quel pizzico di esperienza in più».

(…)

Andrey Rublev è, probabilmente, il giocatore più in forma del momento. Arriva da un periodo positivo dopo un 2018 praticamente perso per gli infortuni. Il russo, che nelle ultime settimane ha già battuto Thiem, Federer e Tsitsipas, e ieri ha spazzato via un Kyrgios come sempre polemico e fumino ma dato in gran forma: «Sono cambiato negli ultimi due anni – ha detto il russo -. In passato non avevo gambe, non avevo abbastanza tenuta mentale. E poi l’infortunio mi ha rallentato, mesi sul divano che sembravano non finire mai. Ma quando sono tornato in campo ho voluto dare tutto, e finalmente mi sto prendendo le giuste soddisfazioni». A Cincinnati, lussuoso antipasto di New York, non pensava nemmeno di giocare e invece ha battuto Federer al terzo turno. Forse, per la solidità mentale di Matteo, l’australiano pazzerello sarebbe stato più facile da domare rispetto al quadratissimo russo (…)

Federer veloce. Brividi Serena prima del party per la sua bimba (La Gazzetta dello sport)

Gli occhi di Goffin persi nel vuoto alla fine del match, come a cercare di capire se si è trattato solo di un brutto sogno. Cattive notizie per lui: il Magnifico probabilmente aveva un appuntamento a pranzo e ha voluto sbrigarsela alla svelta (79 minuti).

(…) Un dominio assoluto quello di Federer, con 35 vincenti contro gli 8 dello sventurato belga. Niente a che vedere col Federer che nei primi due match aveva ceduto il set di apertura

(…)

Il 156° quarto Slam, come del resto l’età, è solo un numero e Roger, di tutte queste statistiche non ne può più: «Quando ho iniziato a giocare non c’era tutta questa ossessione per le statistiche. mi sembrano più una ossessione di stampa e social media. A volte sono utili ma altre ti mettono pressione». Nel giorno del secondo compleanno della figlia Olympia, Serena Williams prende una brutta storta nel secondo set contro Petra Martic, chiama la trainer che la incerotta e torna in campo un po’ abbattuta. Ma ci mette poco a riprendersi e portare a casa in due set i quarti di finale, in tempo per il party con la bambina: « (…) Se festeggeremo? Sono una mamma che lavora, come tante di voi là fuori, e alle 9 di sera vado a letto stremata». 

Ecco Wang: dalla Cina con pazienza (Corriere dello Sport)

«Il tennis non era molto popolare in Cina quando ero piccola io», dice Quiang Wang. «Poi è arrivata Na Li ed è cambiato tutto». Anche la vita della signorina Wang, che della ex numero 2 del mondo e vincitrice di due Slam è una copia minore, ma efficace quanto basta a spaccare con calma – come la goccia cinese del proverbio – anche le campionesse. In carriera Quiang ne ha rispedite a casa parecchie, Venus e Serena Williams, Karolina Pllskova, Julia Ostapenko, stavolta con pochissimi errori e un sorriso ha cancellato dagli us Open la ex numero 1 Ashleight Barty, 6-2 6-4 In un’ora e 22 minuti. A 27 anni la Wang, (…), è per la prima volta nella seconda settimana di uno Slam, (…).

A insegnarle, con pazienza, come arrivare fra le prime 20 è stato Peter McNamara, australiano come la Barty, ex grande doppista scomparso a luglio per un tumore, (…).

Dopo Na Li e le sue sorelle è arrivato il giapponese Nishikori, che una finale a New York l’ha persa nel 2015, e poi la giapponese haitiana [ma cresciuta negli States) Naomi Osaka. La prima n.1 dell’estremo oriente, maschi compresi, che gli Us Open li ha vinti l’anno scorso facendo uscire di testa persino Serena, ma che dopo il bis Slam agli Australian Open era caduta in una mezza depressione. Troppa attenzione, troppa pubblicità. Troppo tutto. Così sabato, dopo aver lasciato appena tre game a Coco Gauff, la quindicenne per cui sta impazzendo l’America, Kobe Bryant compreso, ha intuito la disperazione e la confusione precoce della bambinona ed è andata ad abbracciarla (…).

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