Pagelle: Rafa a un soffio dai venti, Bianca al primo dei tanti, Matteo tra i giganti

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Pagelle: Rafa a un soffio dai venti, Bianca al primo dei tanti, Matteo tra i giganti

Rafael Nadal argina uno strepitoso Medvedev ed è ad un passo da Roger Federer. Andreescu aggiunge un tassello alla maledizione di Serena Williams. Matteo Berrettini ipoteca il futuro e fa sognare l’Italia

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Rafa Nadal - US Open 2019 (foto via Twitter, @usopen)
 

Rafa Nadal 10
Rafa 2019 o anche Rafa 20-19 fate voi. È arrivato in finale trotterellando tra un Millman, un Chung, un ex come Cilic, ha tenuto a bada le velleità di Berrettini e si involava sereno verso l’apoteosi. Tutto troppo sereno per Rafa e allora eccolo tirare fuori un’altra impresa delle sue, quando l’altro sembrava mettergli una mano in testa. Il più grande sportivo della storia nel rifiutare il concetto di sconfitta. Ancora una volta. Ancora una volta e sempre Rafa. L’uomo a cui nessuna impresa è proibita, tranne rispettare la regola dei 25 secondi.

Bianca Andreescu 10
“Un anno fa mi deprimevo e mi venivano spesso pensieri negativi, rompevo racchette, anche in allenamento, ma ho visto che non funzionava comportarmi così. Ho chiesto aiuto e consiglio ad altre persone. A questo livello tutte sanno giocare bene a tennis, la cosa che separa le campionesse dalle altre è l’attitudine mentale”. Il tutto a 19 anni. Visto quello che è successo con Osaka dopo l’Australia ci andremmo cauti, ma per come ha chiuso il secondo set dopo la rimonta di Serena, saremmo stupiti se non la dovessimo trovate tra qualche anno con il carniere di caccia strapieno di titoli.

Daniil Medvedev 9,5
Ha iniziato insultando tutti, ball-bay brutalizzati, dito medio al pubblico e via di partita in partita con teatrini al microfono e bordate di fischi. Ha finito per essere l’idolo dell’Arthur Ashe. Una roba da fenomeno puro. A differenza di altri che fenomeni lo sono ma solo da baraccone, Daniil ha dimostrato di avere tanta sostanza, tanta tigna e cattiveria e un tennis molto personale ma devastante. Aggiusterà la testa o forse no, ma la sensazione è che dominerà.

Fabio Fognini 5,5
Stavolta le bombe gliele ha recapitate in capo Opelka al primo turno (meno male perché se Trump avesse sentito di bombe su New York lo avrebbe mandato a Sing Sing), e così il primo US Open da top 10 è finito al primo turno, con la caviglia in disordine e poche recriminazioni.

L’atteggiamento dei tifosi italiani con Fognini 1
Cecchinato va in semifinale a Parigi? “Chissà Fognini come rosica…”. Berrettini fa semifinale a New York? “Ah, finalmente un italiano con la testa sulle spalle, non come Fognini”. Ma perché ad ogni impresa di un tennista azzurro si deve deridere Fabio? Non è un santo, ha sbroccato tante volte, ma chi ha portato sulle spalle il tennis azzurro negli ultimi 10 anni? Top 10, tanti scalpi eccellenti, un 1000 e altri tornei: ma cosa volete da Fognini?

Serena Williams 7
Lo psicodramma continua, il ventiquattro che vuole non è uscito sulla ruota di New York (anche se ventiquattro sono i game raccattati nelle ultime quattro finali Slam perse), almeno stavolta ci ha risparmiato lo show del 2018. Oddio, sempre simpatica su Sharapova e performance alla Mourinho su Ramos. “Conosco solo Sergio Ramos, Albert Ramos, Ramos del Lagos di Comos…”.

Novak Djokovic S.V.
Si è rotto. E lo hanno pure fischiato. Sta a vedere che il Guru porta sfiga.

Stan Wawrinka 7
Sprazzi di Stanimal ma è riuscito a perdere contro un Medvedev che sembrava morto. E lì si sono rivisti sprazzi dello Stan prima maniera.

La psiche dei Next Gen 2
Nick Kyrgios (5) ci ha deliziato stavolta dicendoci che l’ATP è corrotta, Shapovalov (5,5) ci informa che non essere testa di serie gli fa schifo, come se fosse colpa nostra, Tsitsipas (4,5) dà di matto con l’arbitro reo di essere francese. E poi c’è Medvedev che lancia asciugamani a destra e a manca, sbraita, litiga con il pubblico e lo trolla, salvo pentirsi strada facendo. Forse hanno visto troppo McEnroe, ma mai fare il McEnroe (magari…) se non sei McEnroe. State buoni se potete…

Matteo Berrettini 9,5
Si chiama Matteo, è italiano, non twitta sui social ogni cosa che mangia, non fa comizi sulle spiagge, non ha offerto 80 euro agli italiani. Eppure può governare il nostro tennis e non solo. Mezzo voto in meno per due motivi: 1) come ha giocato i set point contro Nadal; 2) la sensazione che si meriterà presto il voto pieno. Il quinto set con Monfils si incastona tra le gemme dello sport italiano, il modo in cui ha disinnescato Rublev (6,5), che sembrava un indemoniato, è da fuoriclasse pronto per i vertici. La lezione di Federer è servita eccome, ora è in un’altra dimensione. Carbonara power ha fatto innamorare tutti e ci farà divertire per anni.

Jannik Sinner 7,5
Primo main draw Slam, meritato nelle quali. Presto non le farà più e ricorderà la splendida figura fatta con Stanimal come l’inizio di una straordinaria avventura. Vai Jannik, che fratellone Matteo ti aspetta per conquistare il mondo.

Paolo Lorenzi 8
Il tennis non ha età e accanto al ragazzino terribile gli US Open raccontano la storia di passione e sacrifico di Paolino. Mai fortuna (LL) fu più meritata. Si parla tanto di talento, di presunti fenomeni che giocano un tennis da circolo. Ma il tennis è Paolo Lorenzi.

Roger Federer 5
Non ha paura di Ubaldo, ma dei ragni. Ma ormai non ha più i superpoteri di Spiderman. A 70 anni si vede comodo in pantofole in Svizzera, a 40 ancora in campo. Per adesso è rimasto a quel maledetto 40… -15. La schiena ha fatto crack, ma contro l’ex baby-Fed ha perso un match che non doveva perdere. Avrà altre occasioni Slam? La logica dice no, ma ha sorpreso talmente tante volte…

Grigor Dimitrov 8
Sembrava perso, ha battuto quello lì e il paragone che gli ha rovinato la vita, ma ha perso una chance di farsi asfaltare da Rafa in finale. Alla fine, meglio così per tutti.

Alexander Zverev 4,5
Non si riprende più. Che sia stato un clamoroso bluff o sono solo pause di gioventù?

Lorenzo Sonego 7
Si vendica di Granollers, crolla al secondo turno, prende un aereo, arriva a Genova, gioca 3-4 maratone, fa un selfie con Dell’Olivo e vince il torneo. C’erano una volta gli italiani fannulloni, oramai siamo terra di stakanovisti.

Thomas Fabbiano 7
Purtroppo per lui le teste di serie sono solo 32, altrimenti arriverebbe in fondo ad ogni Slam.
Thiem e poi quinto fatale

Marco Cecchinato 4
Un italiano fa semifinale in uno Slam e a pensare a come è ridotto quello che c’era riuscito un anno fa, viene tanta tristezza. Matteo, via con i gesti apotropaici.

Belinda Bencic 8
Un gran piacere ritrovarla qui ma resta la sensazione di un’occasione sprecata. Forse per Serena…

Elina Svitolina 7,5
Magari se non fosse rimasta a soffrire cinque ore al fianco di Gael (7) avrebbe avuto qualche energia in più contro Serena. Ma al cuor non si comanda e un’altra occasione Slam se ne va.

Osaka 5
Una brutta difesa del titolo, ma l’abbraccio e le parole a Gauff (6,5) sono da libro cuore.

Taylor Townsend 8
Un altro tennis è possibile. Anche nel 2019. I nostalgici di Martina e Amelie ringraziano.

Simona Halep 4
È vero che ai Championships è andata a rete solo per i saluti, ma da una campionessa di Wimbledon ci si aspetta qualcosa di più che farsi uccellare dal serve&volley.

Camila Giorgi 4
Avevamo visto una bella Camila sul cemento (minore) americano. Poi 6-1 6-0 da Sakkari che è forte ma…

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