L'ingresso in top-100 di Sinner (Cocchi, Guerrini). Trottola Federer, tour da rockstar (Semeraro). «Non riusciva a camminare e adesso vola. Ecco il mio Andy» (Cocchi)

Rassegna stampa

L’ingresso in top-100 di Sinner (Cocchi, Guerrini). Trottola Federer, tour da rockstar (Semeraro). «Non riusciva a camminare e adesso vola. Ecco il mio Andy» (Cocchi)

La rassegna stampa di mercoledì 23 ottobre 2019

Pubblicato

il

Sinner irrompe nel grande giro. E’ 91 virtuale (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Ha scelto il mare di Bordighera per continuare a scalare. E ieri a Vienna Jannik Sinner ha piantato la bandierina al numero 91 (virtuale) del mondo. Ha battuto con una maturità ben al di sopra dei suoi 18 anni e due mesi, un giocatore che ha tanta esperienza come Kohlschreiber. Il tedesco, che in carriera ha conquistato 8 titoli, è stato letteralmente annichilito dal teenager azzurro. Forse non si aspettava tanta aggressività e sicurezza da questo ragazzino che l’ha castigato con 30 vincenti contro i suoi 15, discese a rete (saranno 7 su 12 i punti conquistati) e annullando sei palle break su sei nel primo set. La top 100 è conquistata, finalmente, e lunedì prossimo, all’ ufficializzazione delle classifiche aggiornate, potrà festeggiare. Diventerà il più giovane della storia azzurra tra primi cento al mondo e anche il più giovane nei cento di questa stagione, superando il canadese Auger Aliassime, che ha 19 anni e 2 mesi. Per tentare di salire ancora un po’ più su, domani Sinner potrebbe affrontare di nuovo Gael Monfils, battuto agli ottavi di Anversa e impegnato oggi contro l’austriaco Novak. Oggi, sempre nel torneo austriaco sul veloce indoor, riprende la sua corsa Matteo Berrettini. Dopo aver superato al primo turno Kyle Edmund in rimonta, e con tanto di spavento per una caviglia poggiata malamente, oggi il numero 1 italiano affronta Grigor Dimitrov Il bulgaro può dar fastidio col suo tennis d’altri tempi, ma fino a qui in stagione ha raccolto molto poco. E se per Sinner lunedì si apriranno definitivamente le porte della top 100, per Berrettini c’è la possibilità di raggiungere un altro storico obiettivo. Il romano, semifinalista degli Us Open, potrebbe sistemarsi nella top 10. Ora è virtualmente numero 9 del ranking mondiale, mentre nella Race to London tutto è ancora in gioco. C’è da difendere l’ottavo posto dall’attacco di Roberto Bautista Agut, attuale numero 9 e vincente ieri nel primo turno di Basilea contro Marius Copil, e di David Goffin che oggi, sempre nel torneo di casa Federer, trova Cilic: «Non è un’ossessione – ripete Berrettini – ma ho il dovere di provarci». Proviamoci.

Sinner, la top-100 è realtà (Pietro Guerrini, Tuttosport)

Di prima volta in prima volta, sempre di corsa. A 18 anni è così per tutti. Ma per qualcuno di più. Jannik Sinner si qualifica, per la prima volta, al secondo turno di un Atp tour 500, dopo aver raggiunto la prima semifinale in un Atp 250, ad Anversa. Ci riesce a Vienna, laddove o Matteo Berrettini continuerà l’inseguimento alle Atp Finals affrontando Grigor Dimitrov. Per Sinner contro Philip Kohlschreiber era una partita padre-figlio, passato-futuro. Uno 18 anni, l’altro il doppio. E chi ha la metà degli anni è andato al doppio rispetto al solido veterano tedesco. A prescindere dalle tante qualità, continua a sorprendere la solidità mentale, l’assenza del minimo attimo di patema in Jannik. Pronti-via ed è 3-1, senza più voltarsi. E break comodo anche nel secondo set per un 6-3, 6-4 in un’ora e 31′. Con il risultato e i 40 punti conseguenti, Sinner sfonda definitivamente il muro dei top 100. Nella classifica “live” siede già al 91° posto. Troverà, probabilmente domani, il vincente tra Novak e Gael Monfils, lo stesso Monfils primo scalpo nobile ad Anversa.

Trottola Federer, tour da rockstar (Stefano Semeraro, Corriere dello Sport)

Chi è Roger Federer? Un eroe dello sport, un poeta del tennis per le sue decine di milioni di fan sparsi in tutto il pianeta. E, di conseguenza, un trasvolatore. Sul quotidiano di Zurigo, “Tages Anzeiger”, il suo biografo ufficiale René Stauffer si è preso la briga di calcolare che da ottobre 2019 a febbraio 2020 il Genio percorrerà oltre 100.000 chilometri, più di due volte il giro del mondo. Quattro continenti, una dozzina di metropoli, da Tokyo a Shanghai, da Londra a Huanzhou, da Melbourne a Città del Capo, una tournée da vera rock star. Il Roger Federer World Tour è partito ufficialmente un paio di di settimane fa con la trasferta asiatica (Masters 1000 di Shanghai ed esibizione a Tokyo), e si concluderà con la supersfida di beneficenza con Nadal del 7 febbraio a Città del Capo. Ma basterebbe solo il programma delle cinque esibizioni in Sudamerica che lo attendono dal 19 al 23 novembre – quattro contro Zverev, una con Del Potro – a Santiago del Cile, Buenos Aires, Bogotà, Città del Messico e Quito, per far girare la testa ai pantofolai. «A quale musicista paragonerei Federer? – dice Marcelo Figoli, impresario fra più noti in Argentina e organizzatore della “gira sudamericana” dell’ex n.1 – Sicuramente ai Rolling Stones. In Argentina produce lo stesso effetto: una devozione assoluta. La gente è impazzita, c’è chi ci chiede quanto costa bere un caffè con Federer, in molti hanno annullato il viaggio a Madrid per le finali di Davis perché lui non ci sarà. E ora ci bombardano: “verrà di sicuro, me lo assicurate?”». Tranquilli. Da Londra, all’indomani delle Atp Finals, Federer viaggerà con Zverev e otto persone dello staff, compresa una guardia del corpo, a bordo un jet privato per ottimizzare gli spostamenti. A Buenos Aires arriverà il 18 novembre, dove la attendono impegni di public-relation, una conferenza stampa e forse una cena con 1000 invitati all’Hilton. Il martedì si sposterà in Cile per la prima esibizione, ma il mercoledì sarà di ritorno a Baires per una clinic e il secondo match del tour, stavolta con Del Potro, al Parque Roca. Per la prima tournée sudamericana, quella del 2012, la rivista Forbes aveva stimato che per sei esibizioni nelle tasche di Federer fossero finiti 14 milioni di dollari, cifre da aggiornare. Di ritorno dal Sudamerica Federer si concederà due settimane di ferie con la famiglia, l’11 dicembre inizierà la preparazione per la nuova stagione a Dubai e poi via di nuovo, stavolta verso la Cina. Dal 27 al 29 dicembre sarà a Huangzou – dove ha firmato un contratto di cinque anni – sulla strada degli Australian Open. Capito il “vecchietto”? Trentotto anni, una moglie, quattro figli, 20 Slam, – 300 milioni di euro di patrimonio stimato. E non sentirli.

«Non riusciva a camminare e adesso vola. Ecco il mio Andy» (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Una mamma lo sa, e lei lo sapeva che il suo Andy sarebbe tornato. Una sensazione profonda, forse frutto della speranza di vedere di nuovo il sorriso sul volto del figlio cresciuto come un futuro campione. Judy Murray è la madre, biologica e tennistica, di Andy e Jamie, i fratelli scozzesi della racchetta. Jamie, talento nel doppio ma mai protagonista come singolarista e Andy, quarto dei Fab Four arrivato anche al numero 1 del mondo. «Non posso dire con certezza che tornerà ad alti livelli – diceva mamma Murray dopo il secondo intervento all’anca del secondogenito —, ma se c’è qualcuno in grado di farcela quello è lui. Perché da sempre, in ogni cosa, mette il cuore e l’anima». Missione compiuta. Dopo due anni e mezzo Andy è riuscito a sollevare di nuovo un trofeo Atp. Un’impresa incredibile, soprattutto se si pensa che a gennaio, a Melbourne, aveva annunciato in lacrime che avrebbe lasciato il tennis.

Judy. lei segue molto spesso i suoi ragazzi, da dove ha visto la partita?

Dalla televisione questa volta, ed è stato sufficientemente stressante anche così… Dopo l’ultimo punto ho stappato una bottiglia di champagne e ho brindato alla sua salute davanti alla tv. Poi gli ho mandato un messaggio vocale per dirgli quanto ero felice e orgogliosa di lui. Tra pochi giorni dovrebbe nascere il terzo figlio di Andy e Kim. Quando sarà arrivato anche lui ci trasferiremo in massa a Londra, bisnonna compresa, per festeggiare tutti gli eventi in una volta sola. In fondo è una rinascita anche quella di Andy.

Come ci si sente dopo tanta sofferenza?

La vittoria sul campo è davvero una grande gioia, ma il più grande trionfo è averlo visto giocare senza dolore e camminare senza aver bisogno delle stampelle. Sono stati due anni interminabili e molto dolorosi, per lui e per chi non poteva fare altro che vederlo stare male. Ci sono stati momenti in cui non riusciva nemmeno a mettersi i calzini e allacciarsi le scarpe. Giocare a tennis era l’ultimo dei problemi. Ma lui è un tale guerriero sul campo che sapevo che non avrebbe mollato e avrebbe fatto di tutto per giocare di nuovo e riprendere una carriera interrotta troppo in fretta. Certo, non immaginavo che sarebbe stato tutto così rapido.

Melbourne e il «match di addio» durante l’Australian Open: è stato un momento molto toccante. Come l’ha vissuto?

Dopo quella partita infinita con Bautista al quinto set Andy aveva così tanto dolore da non riuscire nemmeno a muoversi. Tanto che ha aspettato due giorni prima di prendere ü volo di ritorno. Se anche avesse vinto non avrebbe di certo potuto continuare il torneo. In quel momento mio figlio ha deciso che si sarebbe fatto di nuovo operare facendosi inserire la protesi metallica. Era una questione di qualità della vita, e lui non ce l’aveva più da troppo tempo. […]

Qual è stato il momento più difficile durante la riabilitazione?

È brutto vedere i tuoi figli soffrire, ed è anche molto faticoso assistere alle loro delusioni. Andy faceva pochi progressi, il recupero era lento e lui era molto frustrato. Il fatto di non potergli essere d’aiuto in nessun modo è stato molto angosciante per me. Dopo la vittoria gli ho detto che questo trofeo vale tantissimo. Perché è una vittoria della perseveranza e della resilienza. Gli ho detto che desidero per lui felicità dentro e fuori dal campo, e soprattutto gli auguro restare in salute. Ora sta bene, ha una famiglia meravigliosa, può guardare al domani finalmente senza più paura e dolore.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement