Tutto sul sorteggio delle ATP Finals e sul debutto di Jannik Sinner alle Next Gen ATP Finals di Milano (Crivelli, Semeraro)

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Tutto sul sorteggio delle ATP Finals e sul debutto di Jannik Sinner alle Next Gen ATP Finals di Milano (Crivelli, Semeraro)

La rassegna stampa di mercoledì 6 novembre 2019

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Girone di ferro. Berrettini trova Djokovic e Federer – Che Sinner! Milano estasiata, Tiafoe k.o. (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Se ti iscrivi a Oxford e sei tra gli studenti più brillanti del nuovo corso, nessun esame può spaventarti. Di certo però avresti preferito che le interrogazioni con qualche leggendario professorone fossero arrivate dopo la presa di coscienza della dimensione a cui sei approdato. E invece Berrettini non avrà neppure tempo di ambientarsi, alle prime Finals della carriera: subito Djokovic per assaggiare l’evento, e poi nello stesso girone Federer e Thiem. Un gruppo terribile, quasi a volergli far pesare il noviziato e la qualificazione all’ultimo battito, ma dopo una stagione fantastica: Nole ha appena perso il primato del ranking, formalmente è il numero due del tabellone eppure a Bercy ha dimostrato chi comanda e a Londra insegue da favorito il sesto successo al Masters; il Divino svizzero a quota sei c’è già (recordman di vittorie) e nel conforto dei campi veloci indoor del torneo di fine stagione ha sempre omaggiato il mondo di delizie; l’austriaco immagina finalmente la rivoluzione attraverso un trionfo pesante e in stagione ha conquistato cinque tornei. Un sorteggio da brividi, insomma.[…] Ma la consapevolezza è la nuova forza del Berretto: «Le Finals rappresentano un sogno da bambino che si realizza, negli scontri diretti sono in svantaggio con tutti ma di sicuro con tutti me la gioco». Tra l’altro, da buon profeta, alla vigilia si era augurato di poter incrociare Djokovic, l’unico Fab Four che manca alla sua collezione: «Contro Nole è tosta, ha delle caratteristiche che mi danno molto fastidio. Risponde molto bene, gioca molto bene col rovescio, quindi si prospetta una partita molto difficile dal punto di vista tecnico. Però sarà una bellissima emozione. Ci siamo allenati insieme a Cincinnati, è una persona piacevole. Quest’anno ho giocato contro Roger, Rafa e Murray, restava solo lui». Dell’unico match con Federer, a Wimbledon, rimangono peraltro scolpite le parole di Matteo dopo la solenne scoppola: «A rete avrei dovuto chiedergli quanti soldi mi sarebbe costata la lezione di tennis». Ma è sulla spinta di quei 5 miseri game raccattati nel tempio e 74 minuti di tempesta che Berrettini si è rialzato più convinto, ferocemente determinato a lavorare per alzare il livello e solleticare il top. Missione compiuta […]

Quando Jannik si porta le mani alle orecchie per non essere travolto dall’ovazione del Palalido dopo un fenomenale dritto in corsa, la storia d’amore giunge a compimento: Milano e l’Italia hanno una nuova stella. Aver riportato il tennis nel cuore della città premia gli organizzatori con le tribune piene già nel pomeriggio, poi alle nove di sera ci pensa Sinner. Perde il primo set con Tiafoe perché l’altro è una macchina al servizio, ma non appena l’americano cala con le percentuali il diciottenne più forte del mondo lo travolge con la solidità e la rapidità dei colpi a rimbalzo, confermando il successo ottenuto tre settimane fa ad Anversa. Jannik è anche il primo italiano di sempre a vincere una partita delle Next Gen Finals. E non finisce qui. Intanto il primo squillo di giornata, nel match inaugurale della terza edizione, è del serbo Kecmanovic, che batte il figlio d’arte norvegese Ruud, più avanti di lui in classifica (56 a 60) con uno straordinario rendimento al servizio, 34 punti su 37 con la prima. Miomir viene da una famiglia dell’alta borghesia di Belgrado e si è avvicinato al tennis per noia. A 6 anni, durante una vacanza in famiglia sul monte Zlatibor, viene portato per la prima volta in campo dai nonni per fargli trascorrere un po’ di tempo fuori casa. E’ subito amore e il piccolo Miomir già da giovanissimo inizia a vincere tornei in tutta la Serbia. Nel 2013 l’agente Alexei Nikolaev lo porta in Florida, alla IMG Academy che ha fatto grandi decine di tennisti: «Non credo che i miei genitori fossero felici della mia partenza, ma hanno capito che era un’occasione irripetibile per diventare un professionista». Nel 2015, all’Orange Bowl, batte De Minaur e Tsitsipas e nel 2017 è n. 1 del mondo juniores, un traguardo che non è garanzia di successo tra i grandi ma rappresenta un bel primo passo. Poi, se nasci a Belgrado e cominci presto a far parlare di te con una racchetta in mano, la pietra di paragone non può che essere Novak Djokovic: «Mi sono allenato spesso con lui – ha raccontato Miomir – e mi ha dato consigli preziosi. Ciò che mi colpisce di più di Nole è che sappia venire fuori dai momenti difficili durante i match. La sua forza mentale è straordinaria».[…]

Due fenomeni per Berrettini – Sinner incanta, battuto Tiafoe (Stefano Semeraro, Corriere dello Sport)

« Per essere il più forte devi battere i più forti». Difficile trovare una frase che si adatti meglio al compito di Matteo Berrettini alle Atp Finals di Londra Sarà proprio Matteo a inaugurare domenica, alle 15 italiane, il torneo di singolo contro Novak Djokovic, il n. 2 del mondo che n. 1 lo è stato fino a tre giorni fa. Sarà il primo match di un girone di acciaio, intitolato a Bjorn Borg e che comprende anche Roger Federer e Dominic Thiem. Peggio di così, insomma, non poteva andare. Nell’altro girone, battezzato Andre Agassi i due posti di semifinale se li giocheranno l’attuale n. 1 Rafa Nadal, il n. 4 Daniil Medvedev, il n. 6 Stefanos Titsipas e il n.7 Alexander Zverev. Il vecchio – si fa per dire, Rafa… – contro i bambini terribili del tennis. «Ho un record negativo contro tutti, ma me la gioco con tutti», ha dichiarato Matteo, che in realtà Djokovic non lo ha mai incontrato. «Contro Nole è tosta. Risponde e gioca molto bene col rovescio, quindi è una partita molto difficile dal punto di vista tecnico. Ci siamo allenati insieme a Cincinnati, dove abbiamo parlato anche un po’, è una persona piacevole, molto disponibile. Ed è l’ultimo Fab Four che mi manca. Contro Federer spero invece di avere imparato la lezione di Wimbledon…». Il girone di Berrettini è il più duro non solo perché alle Finals Nole e Roger hanno vinto rispettivamente cinque e sei titoli, ma anche considerate le condizioni di salute di Nadal. La settimana scorsa a Parigi è stato costretto al forfait prima delle semifinali da un dolore agli addominali che lo infastidiva al servizio, e ancora non sa se riuscirà a scendere in campo alla 02 Arena. «Lunedì mi sono sottoposto ad una ecografia a Maiorca», ha spiegato ieri Rafa. «E nonostante un piccolo stiramento al muscolo retto addominale destro, sarò a Londra. Giovedì o venerdì ricomincerò ad allenare il servizio, l’obiettivo è riuscire a giocare». […]

Macché Finali Next Gen, quest’anno quelle di Milano sono Finali Actual Gen, con in campo tutti giocatori già protagonisti nel Tour maggiore. L’evidenza del concetto l’ha fornita l’ultimo match di ieri fra il baby meraviglia Jannik Sinner, wild card italiana delle Finals, e il n.47 del mondo Frances Tiafoe. L’americano cercava vendetta dopo la sconfitta incassata tre settimane fa nei quarti di Anversa. Ma Jannik, dopo il primo set perso al tie-break non gli ha lasciato scampo. A Milano è il più giovane in gara, e ha tutti gli occhi addosso, ma come al solito non ha tremato, picchiando sul servizio (16 ace, uno anche sulla seconda), torturando con la risposta e il rovescio un Tiafoe sempre più frustrato, e soprattutto impressionando per la calma da veterano con cui gioca i punti decisivi. «Ho voluto fare il mio gioco, ho servito bene e mi sono sentito bene sin dall’inizio. Nel 2018 alle Next Gen avevo perso al primo turno del torneo di qualificazione. In effetti qualcosa è cambiato….». E’ già lui la star del torneo, e il suo mentore Riccardo Piatti in tribuna gongolava a ragione. […]


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