Semifinali Coppa Davis: vecchie e nuove potenze contro

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Semifinali Coppa Davis: vecchie e nuove potenze contro

La spagna di Nadal padrona di casa sfida la Gran Bretagna di Murray. Russia-Canada è uno scontro tra nazioni “Next Gen”. Due sfide interessanti e dal tasso tecnico elevato

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Rafa Nadal - Finali Coppa Davis 2019 (photo by Manuel Queimadelos / Kosmos Tennis)
 

Nonostante le diffuse critiche riguardo al formato, prima e durante la competizione, queste prime Finals della nuova Coppa Davis ci regaleranno due semifinali più che all’altezza della situazione. Probabilmente superiori dal punto di vista del valore tecnico dei giocatori rispetto a quelle di molte delle recenti edizioni, disputate con la formula tradizionale. E, in fondo, riportare i giocatori di vertice a contendersi la Davis era uno degli obiettivi principali della riforma. Obiettivo centrato se si considera che nelle due semifinali potrebbero scendere in campo una metà dei Fab Four, ovvero Rafael Nadal e Andy Murray, 22 titoli Slam complessivi, e quattro dei migliori under 23 del circuito maschile, tutti già o attuali Top 20 nel ranking ATP. Insomma, si parla di tennis di eccellenza.

Nadal contro Murray significa ovviamente Spagna contro Gran Bretagna. Gli iberici giocano in casa, con un vantaggio considerevole in termini di supporto da parte del pubblico, e paiono al momento i favoriti per la vittoria della competizione. Rafa è in formato campione del mondo. Non ha ancora perso un set in singolare (e mai il servizio, doppio compreso) e contro Diego Schwatrzman nei quarti ha fornito una grande prova di forza. Non contento è sceso in campo di nuovo in doppio per portare a casa il punto decisivo per la vittoria contro l’Argentina. Difficile immaginare che Daniel Evans possa sorprenderlo.

Ci sono però il secondo singolare e il doppio dove tutto potrebbe ribaltarsi. Dopo la triste rinuncia di Bautista Agut, la Spagna non è più una corazzata. Il suo sostituto, Pablo Carreno Busta, dopo la semifinale di due anni fa agli US Open, è tornato sul pianeta terra. Contro di lui, un Murray in condizioni tutte da verificare potrebbe far valere un mastodontico divario di carisma e personalità in campo, oltre che tecnica. Ma anche Kyle Edmund ha chance di portare a casa un tale incrocio. Tuttavia, i britannici potrebbero anche perderlo questo singolare, abbandonando ogni sogno di gloria. Anche il doppio in teoria ha esito incerto. Jamie Murray e Neal Skupski sono due specialisti e lo hanno fatto vedere questa settimana. Ma anche la Spagna è imbattuta. Insomma, gli iberici partono con un match in cascina e due nei quali se la giocano quantomeno ad armi pari. La loro eventuale eliminazione avrebbe i contorni del clamoroso. 

A sfidarsi nella semifinale della parte alta del tabellone saranno Russia e Canada. Due squadre giovani, anzi giovanissime. I quattro singolaristi di punta, ovvero Karen Khachanov e Andrey Rublev per la Russia e Denis Shapovalov e Felix Auger-Aliassime per il Canada, sono appartenenti alla generazione Next Gen, quella che va dal 1996 in avanti. Sulla carta Rublev-Aliassime e Khachanov-Shapovalov sarebbero due sfide da 1×2, come dicono gli appassionati di schedine. Tuttavia, l’infortunato Auger-Aliassime non ha ancora messo piede in campo a Madrid. Al suo posto Vasek Pospisil sta trovando la settimana della vita, con tre vittorie su tre in singolare, contro Fognini, Opelka e Millman in serie. Ma contro un Rublev fin qui perfetto sarà tutta un’altra storia.

Shapovalov è così chiamato a dare garanzie nel singolare. E, per quanto sotto la gestione Youhzny, il talento platinato stia trovando maggiore concretezza nel suo gioco, il test Khachanov è di quelli veri. Da notare come i due picchiatori russi stiano trovando una notevole affinità anche nel doppio. Insomma, Russia favorita ma al contrario dell’altra semifinale, non c’è un match precluso per gli underdog. Comunque vada, potrebbe essere l’inizio di una lunga rivalità, da disputarsi in Davis o ATP Cup, tra due formazioni dall’avvenire roseo.

Lo spettacolo insomma dovrebbe esserci, con tanti top players in campo. A risollevare una prima edizione della nuova Davis che ha mostrato qualche luce ma anche diverse, inevitabili per essere onesti, ombre.

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