Fognini riparte bene a Diriyah, ma l'ATP Cup sembra in dubbio

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Fognini riparte bene a Diriyah, ma l’ATP Cup sembra in dubbio

DIRIYAH – Fabio batte Isner per la prima volta in carriera, sebbene in via ‘ufficiosa’, e domani sfiderà Monfils in semifinale. La gravidanza di Flavia, ormai quasi a termine, deciderà quali saranno i suoi impegni nelle prossime settimane

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Pouille, Wawrinka, Fognini e Goffin - Diriyah Tennis Cup (via Twitter, @DiriyahCup)
 

da Diriyah, il nostro inviato

Non si capisce bene se è più l’escursione termica tra giorno e notte o quel modo tutto saudita di seguire il tennis, ovvero con shisha al seguito, a caratterizzare di più l’esordio del tennis in Arabia. Il primo match della storia del paese lo vince Fognini, gli altri tre li stravincono Monfils – che domani affronterà l’italiano – Medvedev e Goffin, che si sfideranno nell’altra semifinale. I quattro giocatori sconfitti, che poi sono anche quelli privi di testa di serie, genereranno invece un tabellone di consolazione, tanto per allontanare ancora di più la competizione da i crismi di un vero torneo.

Fognini batte per la prima volta in carriera Isner, sebbene in via ufficiosa, e torna a breakkarlo sette anni dopo l’ormai vetusta sfida di Valencia 2012 (nell’altro precedente di Cincinnati 2016 non aveva saputo infrangere il servizio di Long John). Si tratta anche della seconda vittoria consecutiva contro un gigante statunitense, dacché nell’ultimo incontro ufficiale del 2019 Fognini ha sconfitto Opelka, scagliando quella volta più di 15 ace come gli è riuscito solo cinque volte in carriera. Oggi al servizio ha cominciato malino, servendo proprio piano nei primi game, forse nel tentativo di rodare gli ingranaggi di Hawk-Eye Live che qui sostituisce i giudice di linea (come alle Next Gen di Milano). Più che altro si è fatto notare con quattro o cinque ottimi passanti di rovescio, segno che le gambe girano già piuttosto bene e la caviglia per ora non da fastidio.

Sono rilassato, mi sento bene” ha detto Fabio – non precisamente a noi, ché ancora ci risponde a monosillabi, ma ai colleghi seduti al nostro fianco – “anche se non mi sono goduto del tutto le vacanze perché Flavia è incinta, e ho fatto la spola tra Roma e Barcellona perché lei è a casa lì. Siamo quasi al termine della gravidanza: questa e la prossima settimana, poi tornerò a casa e rimarrò fino alla fine“.

Che detta così sembra mettere a rischio la sua partecipazione all’ATP Cup, che comincerà tra meno di un mese, ma a domanda diretta Fognini risponde ‘forse‘. Appare ovvio come la priorità adesso debba essere la gravidanza di Flavia, pronta a regalargli il secondo erede dopo la nascita di Federico. Quando comincerà la sua campagna australiana, probabilmente, dipenderà da quanta fretta di nascere avrà la sua secondogenita.

IL RE DELLE ESIBIZIONI – E chi se non il giocatore più tricky mica solo tra questi otto, ma più o meno in tutto il circuito? Gael Monfils domina una versione parecchio abbacchiata di Stan Wawrinka dopo un primo set quantomeno allegro – e dire che qui bere alcolici è proibito – per via dei cinque break su otto giochi disputati, e si presenta in sala stampa col solito piglio di intrattenitore. Proprio sala stampa, non sala conferenze, perché qui gli organizzatori hanno scelto di farci parlare con i tennisti comodamente seduti sui divani dell’area media.

Gael Monfils – Diriyah Tennis Cup (via Twitter, @DiriyahCup)

Prima dice che il 2019 non è ancora finito ed è presto per parlare del 2020, poi si lascia coinvolgere dall’atmosfera che definire informale è un eufemismo – aria fresca dopo undici mesi di conferenze seriose-omologate-domanicercheròdidareilmassimo – e dice in modo piuttosto convinto che vuole salire più su del numero 6 raggiunto ormai tre anni fa, da cui non è neanche troppo lontano occupando adesso la decima posizione.

Gli chiediamo se esista un giocatore che gli somiglia, in qualche parte nel mondo, e acchittando il teatrino di giornata risponde: “Non vorrei sembrarti presuntuoso e risponderti di no, ma ti rispondo di no!” prima di coinvolgere la cricca dei sofà bianchi in una fragorosa risata collettiva (volete il video? Ve lo cuccate scartabellando le nostre storie su Instagram: seguiteci!). Di fronte alla domanda relativa a chi dei giovani virgulti lo convinca di più, si mette a riflettere in modo molto teatrale e poi risponde che è una domanda difficile, anche perché quei tre ‘sono leggende e non mollano‘ e tutto sommato sporcano il giudizio.

Il più vicino a vincere uno Slam finora è stato Medvedev” dando una risposta implicita e anticipando così l’arrivo del successivo ‘cliente’, proprio il russo, a cui guardandolo giocare daresti massimo due o tre ore di vacanze complessive per quanto sembra ancora (o già?) in forma campionato. Le tre sconfitte alle Finals – quattro consecutive se consideriamo Chardy a Bercy – devono averlo incattivito parecchio se continua a dire che da adesso in poi vuole vincere sempre, esibizioni, allenamenti o tornei di rubamazzo che siano, neanche avesse vinto poco lo scorso anno.

Se la metti così, caro Daniil, allora cosa prendi per il 2020 Da dove (ri)partiamo? “Beh, ovviamente uno Slam, e se proprio devo sceglierne soltanto uno dico l’Australian Open. Mi trovo piuttosto bene lì, anche se i risultati dicono che lo Slam che mi calza meglio è lo US Open...”. Pare che lì abbia giocato persino una finale di cinque ore, ma potremmo sbagliarci.

Il principe russo

Risultati:

[4] F. Fognini b. J. Isner 7-6(4) 6-4
[2] G. Monfils b. S. Wawrinka 6-3 6-3
[1] D. Medvedev b. J-L. Struff 6-3 6-1
[3] D. Goffin b. L. Pouille 6-2 6-4

Semifinali

[4] F. Fognini vs [2] G. Monfils
[1] D. Medvedev vs [3] D. Goffin

Tabellone di consolazione

J. Isner vs S. Wawrinka
J-L. Struff vs L- Pouille

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