Australian Open: rimonta incompiuta per Berrettini

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Australian Open: rimonta incompiuta per Berrettini

Sconfitta in cinque set per Matteo contro Tennys Sandgren. Rimpianti per le occasioni avute dall’azzurro nel quinto set

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Matteo Berrettini - Australian Open 2020 (via Twitter, @AustralianOpen)
 

T. Sandgren b. [8] M. Berrettini 7-6(7) 6-4 4-6 2-6 7-5

Si conclude prematuramente l’avventura di Matteo Berrettini nel primo torneo del Grande Slam che disputa da Top 10. Si sapeva che la partita sarebbe stata difficile, ma rimane il rammarico per un primo set che si poteva portare a casa (set point fallito nel tie break) e soprattutto per quella tripla chance di andare a servire sul 5-3 nel quinto set, sulla quale però Sandgren ha messo a segno due bei servizi ed ha poi approfittato di un errore da fondo di Matteo. Alla fine delle 3 ore e 23 minuti di battaglia la migliore condizione atletica di Sandgren, che ha corso a destra e a manca per tutto il tempo senza mostrare alcun segno di flessione, hanno probabilmente fatto pendere l’ago della bilancia in favore dell’americano nella volata finale del quinto set nella quale Berrettini ha conquistato solamente due punti negli ultimi tre giochi.

Il primo set è un prevedibile tiro al piccione interrotto, in risposta, dal solo Berrettini. Complice un momento di distrazione di Sandgren, che a gioco fermo rischia di colpire una ball girl con una pallata del tutto gratuita, l’italiano ha a disposizione le uniche due palle break del parziale. C’è grosso rimpianto soprattutto per la prima, in occasione della quale Matteo fallisce un comodo passante incrociato di dritto. Sandgren annulla la seconda con il servizio e non offre altre occasioni fino al tie-break, mentre Berrettini raggiunge l’ultimo gioco dopo aver ceduto punti in appena due turni di servizio su sei. A tradire Berrettini nel tie-break è quel pizzico di pigrizia nelle gambe che accompagna l’errore di dritto che consegna a Sandgren il primo set point, prontamente convertito con il servizio che vale il punto del 9-7. Poco rammarico invece per il set point (si era sul 6-5) annullato da Sandgren con una rischiosissima volée sulla riga. Allo statunitense va inoltre il merito di aver sbagliato pochissimo: nelle statistiche di fine set gli vengono accreditati appena cinque errori gratuiti.

Il vero punto di forza di Matteo nella scorsa stagione è stato la capacità di reagire ai momenti negativi all’interno della partita, ma quest’oggi di quella invidiabile tempra non si vede che una copia sbiadita. Le variazioni tentate da Berrettini non risultano efficaci, anche perché Sandgren è giocatore dotato di buon tocco, il resto lo fa lo scarto di fiducia che il primo set ha proseguito a scavare tra i due giocatori. Berrettini è costretto ad annullare due palle break nel terzo game, poi ne fallisce una nel successivo – ancora bravo Sandgren con il servizio – e nel quinto game finisce sotto 15-40. Evidentemente scoraggiato, urla ‘Non faccio un passo, Vincenzo!‘ rivolto al box presidiato da coach Santopadre, forse nella speranza di ricevere una soluzione per le gambe meno mobili del solito.

La panacea però non esiste, e il colpo successivo è un brutto rovescio colpito con il corpo all’indietro che si spegne in rete. È il break decisivo per Sandgren, che non si volta più indietro e chiamato a servire per il set sul 5-4 si cava dall’impaccio con due servizi vincenti consecutivi. Il vantaggio raddoppia per lo statunitense, che ha commesso circa lo stesso numero di errori del primo set (sei): il suo parziale è fermo a quota undici, a fronte di venticinque vincenti (solo uno in meno di Berrettini). Fino a questo momento sta meritando la vittoria, c’è poco da dire. Negli ultimi game sono anche calate le percentuali di Matteo con il servizio, soprattutto quella riguardante i punti vinti con la seconda di servizio.

Sotto due set a zero, Berrettini non si dà per per vinto, si rimbocca le maniche e ricomincia a pedalare aggrappandosi al suo servizio che però quest’oggi fa meno male. Sandgren sembra aver trovato la quadratura del cerchio in risposta, soprattutto sulla seconda di servizio che attende diversi metri dietro la linea di fondo riuscendo quasi sempre a far iniziare il palleggio. Nel terzo set Berrettini deve fronteggiare una delicatissima palla break sul 3-3 che però annulla con un bello schema “servizio+diritto”. Il match inizia a girare sul 5-4 per Matteo, che grazie a due errori da fondocampo di Sandgren ottiene due setpoint, il secondo del quale è quello buono per riaprire il match.

Ora gli errori di Berrettini sono molti meno, anche se il vento persiste a spazzare il campo, ma il romano ha la pazienza e la regolarità per aspettare la palla giusta e piazzare i suoi affondi di diritto. Sandgren è sempre rapidissimo, corre da una parte all’altra del campo come una scheggia esibendosi in una sequenza di spaccate davvero notevole. Berrettini però è decisamente in fiducia, sul 2-2 rimonta un game da 0-30 e sullo slancio se ne va per conquistare il 6-2 nel parziale in soli 31 minuti.

Dopo una pausa fisiologica inizia il quinto set nel quale il giocatore alla risposta racimola la miseria di due “quindici” nei primi sette game. Sul 4-3 Sandgren inizia il turno di battuta con un doppio fallo e poi Berrettini si issa sullo 0-40 vincendo un corpo a corpo a rete. L’americano tutta via mette a segno cinque punti consecutivi, con una grande occasione sprecata da Matteo su un passante di diritto messo in rete, e conquista il 4-4. Berrettini tiene la battuta per il 5-4 ma quello è il suo ultimo gioco: la sequenza finale è di 12 punti a 2 per Sandgren, decisamente più vivo dal punto di vista atletico rispetto a Berrettini che da fondo non riesce a muoversi come all’inizio e risulta vulnerabile dalla parte del rovescio.

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