Gli outfit degli Australian Open 2020

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Gli outfit degli Australian Open 2020

I meglio e i peggio vestiti a Melbourne. Laura Guidobaldi e Valerio Vignoli hanno selezionato gli outfit più eleganti, originali e deludenti sfoggiati nel primo Slam del 2020

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Garbine Muguruza - Australian Open 2020 (via Twitter, @AustralianOpen)
 

Parigi, Londra, New York. Tre metropoli globali. Tre capitali della moda. Tre modi di interpretare lo stile differente. Ma la stagione del tennis inizia ogni anno da Melbourne, Australia. Una città (e un’intera nazione) decisamente ai margini dell’atlante della moda, così come da quello vero e proprio. Nessuna tradizione da rispettare, nessuna cultura (dal punto di vista del fashion quantomeno) da omaggiare. Una tavola bianca per i brand di abbigliamento sportivo e per i tennisti che possono sbizzarrirsi con colori e fantasie molto appariscenti. Ma attenzione a non esagerare…

Serena Williams – Nike

Serena Williams – Australian Open 2020

Laura Guidobaldi: dopo le mise a dir poco bizzarre sfoggiate nei quattro slam del 2019, per l’Australian Open 2020 Serena Williams rientra un po’ nei “ranghi” del buon gusto; però, attenzione, non siamo ancora del tutto convinti. Cosa ci è piaciuto allora? Il taglio e il modello conferiscono all’abito una certa raffinatezza, con il corpetto classico a canotta e lo scollo a “V” e la gonna leggermente ondulata ma lontana dall’improbabile tutù visto agli US Open 2018. Invece, ciò che proprio non convince è il tema dell’outfit: un maculato in stile felino, smorzato però da uno sfondo rosa pastello. L’atleta ruggente in campo che non dimentica però la sua grazia e femminilità? Sarà. È vero che Nike da un paio d’anni punta all’estrema originalità con lo scopo di stupire e distinguersi dagli altri brand. Certamente ci riesce, a discapito però, ultimamente, di un certo buon gusto (vedi la tuta in stile pigiama indossata da Dimitrov a Melbourne Park). Lo stile “maculato” dell’abito di Serena però non è né particolarmente originale né propriamente d’effetto e, anzi, le macchioline nere di cui è punteggiato ne rovinano lo sfondo rosa chiaro e bianco. Forse lo scopo di questo tema un po’ “felino” voleva forse sottolineare quanto possa essere “graffiante” Serena con la racchetta? Graffiante a tennis certamente, ma in quanto a netta eleganza in campo, ancora non ci siamo…

Roger Federer – Uniqlo

Roger Federer – Australian Open 2020 (via Twitter, @AustralianOpen)

Valerio Vignoli: è un Roger da battaglia quello che si è presentato agli Australian Open nel completo griffato Uniqlo. Via il colletto, a polo o in stile coreana che sia. Rimane una maglietta a V bianca o nera, abbinata a dei pantaloncini di un viola decisamente rivedibile. La tonalità non è scura ed elegante in stile Fiorentina, tanto per dire. Non è nemmeno tenue tipo lavanda. È quella un po’ all’indiana: forte, accesa ma poco stilosa e quindi molto poco adatta a Federer. L’infelice scelta cromatica è ripresa anche nei bordi della maglietta e nelle scarpe bianche, con il baffo Nike in nero. L’outfit nel complesso non è da buttare ma dal fuoriclasse elvetico ci si aspetta di certo qualcosa di più. Ci si aspettano la prestazione da campione, le magie sotto rete, i passanti vincenti. Pure di quelli, anche a causa di una condizione fisica precaria, se ne sono visti pochi nelle scorse settimane in quel di Melbourne. Gli anni passano per tutti e il tentativo di mascherarlo con un look più sbarazzino non è andato a buon fine.

Rafa Nadal – Nike

Rafa Nadal – Australian Open 2020 (foto via Twitter @AustralianOpen)

Laura Guidobaldi: uno stile déjà vu per Nadal all’Australian Open 2020. Il maiorchino torna alla sua amata t-shirt smanicata il cui stile si addice perfettamente al tennista gladiatore che lotta fino all’ultima goccia di sudore. Non c’è che dire, a Rafa queste magliette stanno bene e siamo ormai abituati a vederlo così anche se, ammettiamolo, non è che siano proprio il massimo dell’eleganza. Oltre al modello della maglia, ritroviamo anche la tinta fucsia, indossata svariate volte dallo spagnolo e proposta dalla Nike in tante occasioni. La scelta del colore è un po’ infelice ma per fortuna ci sono il bianco dei pantaloncini (rigorosamente un po’ corti per Rafa) e il nero della fascetta per la fronte a compensare la tinta “accecante” della t-shirt.

Novak Djokovic, Daniil Medvedev e Anett Kontaveit – Lacoste

Novak Djokovic – Australian Open 2020 (via Twitter, @AustralianOpen)

Valerio Vignoli: Lacoste sugli scudi in questo Australian Open. Dopo lo stile Jackson Pollock della seconda parte di 2019, con strisce che sembravano disegnate con la tecnica del dripping, Nole torna all’amata geometria nel suo Slam preferito, con un outfit che ricorda un po’ un altro celebre artista americano, Keith Haring. Dall’astrattismo alla pop art insomma. Le strisce coprono tutta la maglietta e quasi in verticale ci si può intravedere la stilizzazione del coccodrillo, stemma del brand francese. Oppure ci potete vedere tutto quello che vi pare. L’importante è che funzioni. Come il tennis di Nole che a Melbourne si è confermato campione per l’ottava volta in carriera. Ad impreziosire il tutto un verde accesso che crea un perfetto contrasto cromatico con l’azzurro dei campi australiani.

Daniil Medvedev – Australian Open 2020 (via Twitter, @AustralianOpen)
Anett Kontaveit – Australian Open 2020 (via Twitter, @AustralianOpen)

Il marchio del coccodrillo ha però colto nel segno anche nella collezione standard riservato al resto dei suoi atleti. I colori vivaci e accesi fanno molto estate australiana: blu elettrico, celeste, giallo lime abbinati agli immancabili bianco e blu navy. La polo di Medvedev, con colletto a zip, è un perfetto esempio di quello che ci si aspetta da una polo Lacoste nel 21esimo secolo: moderna, fresca ma allo stesso tempo essenziale. Il vero capolavoro però è l’abitino indossato tra le altre dalla graziosa tennista estone Anett Kontaveit, approdata per la prima volta ai quarti di finale di uno Slam in Australia. Sfiancato, corto al punto giusto, con un colletto lungo ma non troppo che terminava in una chiusura a cerniera. Molto molto chic.

Collezione Nike 

Nick Kyrgios – Australian Open 2020 (via Twitter, @AustralianOpen)

Valerio Vignoli: Sicuramente dalle parti di Nike non difettano di coerenza. Da quando Federer se ne è andato, Slam dopo Slam, i designer del baffo hanno osato e pure tanto, con i colori, le fantasie e gli accostamenti. A volte troppo. Ma quantomeno la linea è tracciata, con uno stile tutto votato a rappresentare al meglio dei testimonial giovani come Nick Kyrgios, Bianca Andreescu e Naomi Osaka. Per questi Australian Open, Nike ha chiesto una mano all’artista australiana Cassie Byrnes. Ne è venuta fuori una collezione coloratissima e contraddistinta da macchie variopinte. Azzardata ai limiti del kitsch. La tuta completamente leopardata, con il quale si è presentato in campo Grigor Dimitrov forse andava un tantino oltre quel limite. Da incallito fashionista che vuole sempre farsi notare qual’è il tennista bulgaro. Meno appariscente ma anche meno di impatto il look di Kyrgios con una polo salmone e i pantaloncini maculati che da qualche parte vanno a riprendere il pezzo sopra. L’insieme è comunque gradevole.

Naomi Osaka – Australian Open 2020 (via Twitter, @AustralianOpen)
Simona Halep – Australian Open 2020 (via Twitter, @AustralianOpen)

Un po’ per l’uso del giallo al posto del rosa come colore predominante, è andata meglio alle ragazze. E poteva essere un successo clamoroso se Andreescu, ora una delle principali testimonial del brand, si fosse presentata. Il body giallo con gonna maculata che avrebbe dovuto indossare stando alle foto di presentazione della collezione sarebbe stato un outfit memorabile, futuristico da certi punti di vista. Perfetto per una potenziale dominatrice della WTA negli anni a venire. È toccato ad Elina Svitolina metterlo e l’effetto non è stato altrettanto vincente in ogni senso. Bene come al solito Osaka. La nipponica continua ad insistere su look giovanili e su gonne molto svolazzanti che a lei donano molto di più che alla sua tennis mama Serena. Più sportiva invece Halep con la canotta. In generale è la solita storia con Nike: una collezione poco convenzionale, molto più adatta a chi passa il tempo su Instagram e ascolta la trap di chi gioca a bridge con il jazz in sottofondo. De gustibus.

Collezione Adidas

Garbine Muguruza – Australian Open 2020 (via Twitter, @AustralianOpen)

Laura Guidobaldi: non per essere ripetitivi ma, ancora una volta, Adidas fa centro. Cominciano dalle ragazze. Un abitino dal taglio semplicissimo disegna la silhouette perfetta di Caroline Wozniacki, Garbiñe Muguruza e Kiki Mladenovic. Una semplicità assoluta e quasi geometrica – anche per come sono distribuiti i colori – che punta su un vestitino dalle tinte un po’ “provenzali” con il color lavanda per la gonna, un rosa pallido e il rosa albicocca sui fianchi. Insomma, un outfit di gusto, dalle tonalità moderatamente calde e romantiche, ma che esprime al tempo stesso dolcezza, equilibrio e determinazione proprio grazie alla disposizione regolare e “geometrica” delle diverse tinte: predomina il color lavanda, il rosa albicocca è disposto verticalmente sui fianchi della gonna e il rosa chiaro in una larga fascia orizzontale sul corpetto. Molto chic.

Dominic Thiem – Australian Open 2020 (via Twitter, @AustralianOpen)

Per quanto riguarda i ragazzi, viene mantenuta la delicatezza dei colori, con il lavanda e il rosa disposti in righe orizzontali e irregolari sulle spalle e nella parte alta della polo a sfondo bianco, polo abbinata agli shorts, anch’essi bianchi. Un completo forse non troppo maschile ma sobrio, che punta alla discrezione e all’efficacia.

Collezione Fila

Laura Guidobaldi: altri colori per Fila ma altrettanto azzeccati. Questa volta si tratta di tinte più fresche, che ispirano energia, positività e allegria. E infatti la neocampionesssa dell’Australian Open 2020, Sofia Kenin, di energia e personalità ne ha da vendere. Il suo completo presenta un bellissimo verde pistacchio, acceso e, per il gonnellino, un celeste fresco e altrettanto vivace, un abbinamento cromatico che simboleggia l’energia, la fiducia e la spensieratezza propria della stagione estiva. Molto grazioso il dettaglio della canotta per il quale il tessuto si arriccia leggermente intorno al bordo dello scollo circolare. Stesso effetto anche per la gonna, sulla parte anteriore al centro e sui fianchi. C’è un difetto, però. Il gonnellino è fin troppo corto e stretto, tanto da accorciarsi durante i movimenti, a discapito probabilmente di un certo confort. Comunque, Sofia ci ha vinto uno Slam e, quindi, tanto scomodo non doveva essere. Però, la gonna che si accorcia lasciando scoperti i pantacourt è senza dubbio un difetto estetico.

Per i giovanotti, il marchio italiano punta sulla celebrazione patriottica con la scelta cromatica del tricolore. Molto elegante Andreas Seppi con la sua polo bianca attraversata da due strisce orizzontali verde e rosse, abbinata ai pantaloncini di un bel verde smeraldo non troppo acceso, sui cui fianchi scendono due righe, una bianca ed una rossa. Il tutto viene completato dall’immancabile cappellino per Andreas, prevalentemente di colore rosso – per distinguersi dagli shorts verdi – con un tocco di verde sulla parte frontale e di bianco ai lati. Insomma, un outfit bellissimo, senza essere scontato ed esagerato.

Camila Giorgi – (realizzati dalla mamma)

Laura Guidobaldi: graziosa in campo e fuori. Camila non delude (quasi) mai dal punto di vista dell’estetica. E, soprattutto on court, sfoggia completini decisamente graziosi e romantici, con la ricerca del dettaglio e di quel qualcosa in più di stiloso e d’effetto, senza scadere mai nell’esagerazione. Merito della mamma della Giorgi che disegna e realizza personalmente i completini della figlia. Di solito gli outfit della tennista azzurra puntano sul bianco, il rosa e l’azzurro pastello. Per Melboure Park, quest’anno Camila indossava un vestitino dallo sfondo blu punteggiato di fiorellini bianchi, con la solita canotta un po’ scollata, un gonnellino bianco alquanto corto e i pantacourt rigorosamente uguali alla fantasia del corpetto. Carino e ad effetto, anche se forse ogni tanto ci vorrebbe qualche variazione nei modelli, per spezzare un po’ la monotonia. Da notare, ancora una volta, quel tocco stiloso che caratterizza Camila in campo: il polsino e l’elastico per i capelli richiamano sempre le tinte e i temi dell’abito: per questo, non c’è che dire, bien joué!

Tennys Sandgren – Letour tennis

Tennys Sandgren – Australian Open 2020 (via Twitter, @AustralianOpen)

Valerio Vignoli: Non ci possiamo aspettare molto in fatto di raffinatezza da un ragazzo del Tennessee, tutto muscoli e, almeno fino a qualche anno fa, teorie complottiste. Ragionamenti semplici così come i suoi schemi di gioco. In Australia fa caldo, ci sono le spiagge, quindi spazio alla canotta e sotto un paio di shorts a fantasia verde acqua e bianchi che potrebbero essere tranquillamente un costume da bagno. A disegnare questo outfit è il brand locale Letour Tennis. Nel loro sito, si definiscono dei creativi che portano avanti una visione del tennis “alternativa” e “vistosa”. Obbiettivo centrato. Se la rete fosse più alta, le racchette assomigliassero a delle padelle e si giocasse in spiaggia.

Bonus Off-Court – Sofia Kenin

Sofia Kenin – Australian Open 2020 (via Twitter, @AustralianOpen

Valerio Vignoli: “Ciao Sofia, ti va di andare al ballo di fine anno con me?”. “Oddio che ansia. E ora cosa mi metto? Nessuno mi ha mai invitato. Non mi notano mai. Sono la sfigata super-sportiva. E infatti non ho nulla di decente nell’armadio. Solo una serie infinita di tute, canotte e shorts. Mamma, papà, ora come faccio? Dai andiamo a fare shopping questa domenica. Ma che bello quest’abito! Sembro proprio una principessa della disney. Lo strascico è così lungo, i fiori dappertutto, il piccolo taglio sul seno. Lo prendo è fatta! Ci aggiungo gli orecchini con due pendagli enormi che danno un tocco etnico. Altrimenti sembra tutto troppo serio. Capelli tirati all’indietro. Tipo Grace Kelly. Sembro una vera principessa. Sono pronta per il ballo. Ci farò un figurone. Ciao ciao scarpe da tennis!” Peccato, Sofia, che non fossi al ballo di fine anno e che tu non abbia 17 anni. Ma hai ancora tempo per farti perdonare questo terribile fashion crime, tranquilla.

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