Match in Africa: quasi 52mila spettatori per Federer che batte Nadal a Città del Capo

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Match in Africa: quasi 52mila spettatori per Federer che batte Nadal a Città del Capo

Tre milioni e mezzo di dollari raccolti per la Fondazione di Roger

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Dopo il tour in America Latina con cui ha chiuso la passata stagione, ecco un’altra esibizione che porta a giocare Roger Federer in un altro continente che non ha molte opportunità di vederlo in azione. Se Zverev lo aveva accompagnato in quella settimana di novembre, questa sfida lo oppone al suo primo, storico rivale Rafael Nadal. Un match, come quelli con Sascha, il cui scopo fondamentale è raccogliere soldi – una montagna di soldi – per sostenere l’educazione dei bambini in Africa e, quindi, i contendenti ci arrivano in mezzo alla preparazione per gli eventi che contano; inoltre, la tensione non è neanche lontanamente paragonabile a quella di un incontro vero, magari nelle ultimissime fasi di uno Slam, ed è anche importante non farsi male.

Tuttavia, nel momento in cui un tennista scende in campo, dal giocatore della domenica al top player, preferisce vincere. Figuriamoci, poi, quando parliamo di due che amano alla follia questo sport, tra un Rafa che non vorrebbe lasciarti neanche una mano a rubamazzo e un Roger per il quale impugnare la racchetta significa sì essere catapultato nel Paese dei balocchi a prescindere, ma, se trova il god mode (con l’effetto solo collaterale dell’avversario annichilito), si diverte anche di più. Così, per dire che, forse, anche questo unofficial Fedal merita un’occhiata strettamente tennistica. O forse no.

Prima del confronto principe tra the King e il Re della terra battuta, però, c’è l’immancabile e imperdibile (insomma…) doppio con Bill Gates, l’ex uomo più ricco del pianeta (sorpassato solo da “quello di Amazon”, non è che sia diventato povero). Certo, qualche lezione di tennis per arrivare almeno al livello di un quarta categoria medio potrebbe prenderla, ma la parte importante è il tutt’altro che irrisorio contributo a ingrandire la succitata montagna di banconote (bills) ben oltre l’incasso (gate) ottenuto della vendita dei biglietti. O, semplicemente, non è portato per lo sport con la racchetta ma, a 64 anni, l’imprenditore, programmatore e filantropo ha ancora tempo per trovare il suo talento.

In ogni caso, arriva imbattuto al suo terzo doppio in coppia con Roger e (spoiler alert) lo resterà. Il quarto uomo è il trentacinquenne sudafricano Trevor Noah, dal 2015 conduttore di The Daily Show, programma statunitense tra il talk show e la satira. Tutto è pronto per il primo scambio del ‘Match for Africa’ che, puntualizza l’intervistatore, è finalmente diventato ‘il match in Africa’. Secondo Federer, “Trevor ha un buon vantaggio perché non l’ho mai visto giocare”. Rincara la dose Noah: “Roger è svantaggiato: siamo entrambi per metà svizzeri e per metà sudafricani, quindi so entrargli in testa, so cosa sta per fare. E, con Rafa, ho una connessione speciale perché la Spagna ha vinto i mondiali di calcio 2010 qui in Sudafrica”.

Allestito nello stadio costruito proprio per quei mondiali, il campo – “arancione, per Rafa, così gli sembra di essere sulla sua terra battuta, ma è in duro” vede Gates sfoderare qualche pallonetto mentre Noah cerca delle volée come se fosse Yannick, ma il livello tecnico complessivo è piuttosto basso, forse per la poca abitudine alla specialità da parte di Rafa e Roger, forse a causa del vento che spira deciso da sud-est. Nel frattempo, immaginiamo che Margaret Court si sia messa a lavorare alacremente sul sermone di domenica, dopo aver visto in TV la coppia formata da un giocatore nato da un matrimonio misto (illegale nel suo regime preferito) e da quell’altro sbarcato in Australia con lo smanicato rosa. Non manca il punto da 52 colpi con i due campioni che si scambiano dritti reverse sulla diagonale sinistra, con lo svizzero che incita Bill a intervenire, ma questi preferisce andarci con i piedi di piombo, nel senso che non riesce a schiodarsi dalla sua piastrella. Per farla breve, vincono 6-3 Federer e Gates.

Roger Federer e Bill Gates – Match in Africa 6

Mentre R&R vanno a prepararsi per il piatto forte, Janine Händel, CEO della Roger Federer Foundation, ribadisce tra l’altro che “l’istruzione è uno strumento potentissimo per cambiare la vita delle persone in un modo davvero sostenibile”. Prima del Fedal, Roger spende qualche parola sulla straordinaria carriera dei Big 3 e ricorda che il suo sogna era di “vincere un Wimbledon, quindi, se Rafa mi raggiunge, va bene lo stesso”. Dal canto suo, un emozionato Nadal dice che “la serata è indimenticabile e forse non giocheremo più in un’atmosfera come questa”. Ecco, il momento è finalmente giunto: fermi a 40 dallo scorso luglio per quanto riguarda gli head to head ufficiali, Roger e Rafa si scontrano in quello che è il loro ottavo match di esibizione.

Parte meglio Federer che, dopo essersi scaldato con la maglietta donatagli dal rugbista Siya Kolisi, sale 2-0, fa vedere cose piacevoli a rete e regala pure un dritto in salto. Colui che in maggio lancerà il secondo assalto nel tentativo di pareggiare il numero dei titoli Slam in bacheca – Thiem, tetto e tutto il (poco) resto permettendo – appare rilassato, se la ride, dimentica il rituale pre-servizio, sfodera alcune specialità della casa ed evita di centrare quello meno giovane con un passante ravvicinato su un punto che sarebbe importante se si giocasse per un trofeo. Archiviato il primo set 6-4 a favore di Roger, nel secondo è Nadal a partire in vantaggio (non inaspettatamente, diciamo). Peccato per il vento che provoca qualche errore di troppo, peccato per l’inflessibile “falco” automatico che chiama fuori la seconda battuta di una raccattapalle che ha sostituito per un attimo Federer (sì, c’è anche quel siparietto). 6-3 e terzo set, allora, con babbo Federer che sbadiglia in tribuna. Qualche punto spettacolare, gioia sugli spalti, Federer che si invola verso il 6-3 decisivo, nonostante un brutto errore al volo e una catenata di dritto spagnola che lo lascia fermo (ma poi Nadal rimedia sbagliando di metri la risposta), sigillato con una fantastica mezza volata che muore appena oltre la rete.

“Abbiamo cercato di dare il meglio come sempre” dice Rafa dopo l’abbraccio finale. “È un grande piacere far parte di questo fantastico evento, sono sempre qui se Roger mi vuole per queste buone cause. Un grande lavoro quello della sua Fondazione, promuovere i valori di aiutare i bambini. Questo è ciò che conta, ripagare per quanto quanto possiamo ciò che abbiamo ricevuto”. Roger conferma che “è stato tennis vero, quello che la gente si aspettava di vedere, non dei pagliacci tutto il tempo. Beh, mi piacciono i pagliacci, ma abbiamo cercato di giocare il nostro miglior tennis, ciò per cui siamo famosi in tutto il mondo. È stato un piacere dividere ancora una volta il campo con Rafa, ma qui a Città del Capo, in Sudafrica, significa tanto di più. Questo è molto di più che semplice tennis”.

51.954 spettatori, nuovo record (lo deteneva sempre Federer), sfida tra campioni, emozioni, musica e spettacoli vari, divertimento per grandi e piccini e, soprattutto, fondi per una nobilissima causa, tre milioni e mezzo di dollari Usa, un altro primato per questa manifestazione: tutte le caselle sono state spuntate, insomma. Infine, per chi lascia lo stadio dirigendosi verso est, ricordiamo che Granger Bay Bouleverd, tra Helen Suzman Blvd. e Beach Road, resterà chiusa al traffico in entrambe le direzioni fino alle 23.30. E, ora, una bella notte di sonno perché domani bisogna essere al meglio per seguire le semifinali dell’ATP 250 di Pune.

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