Numeri: tra Garin e Pella, chi è il miglior terraiolo dopo Nadal e Thiem?

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Numeri: tra Garin e Pella, chi è il miglior terraiolo dopo Nadal e Thiem?

Il cileno ha vinto due tornei, l’argentino uno. Ma conta di più il bilancio vittorie-sconfitte?

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20 – le partite vinte sulla terra rossa da Cristian Garin nel corso degli undici tornei da lui giocati nel 2019. Quantitativamente meglio del cileno classe ’96 – tra i giocatori ad aver vinto almeno un torneo sul rosso lo scorso anno – hanno fatto Thiem (23 vittorie a fronte di sole 7 sconfitte), Ramos-Vinolas (22-12), Nadal (21-3) e Pella (21-9).

Come si legge, a parte il migliore di sempre sulla terra rossa e l’attuale numero due su questa superficie, tra chi ha giocato più di venti partite, il cileno ha avuto il rendimento migliore: rispetto a Cristian, Pella ha una percentuale di successi leggermente migliore, ma il mancino argentino nel 2019 ha vinto un solo torneo, a San Paolo, mentre Garin ne ha conquistati due. In questo gioco statistico – nel tennis le vittorie hanno un peso diverso a seconda del torneo e degli avversari sconfitti – il cileno nel 2019 ha infatti fatto meglio di Alexander Zverev (16-8), Djere (17-9), Fognini (14-9), Jarry (14-8), Lajovic (12-9) e Basilashvili (10-6). A dirla tutta, sebbene con un minore numero di partite giocate ad “avvantaggiarli”, Garin è però superato nella percentuale di vittorie sulla terra rossa nel 2019 anche da Paire (15-5) e da tre top ten come Berrettini (12-4), Tsitsipas (15-5) e Djokovic (15-3).

Questa stagione potrebbe essere quella della definitiva consacrazione per Garin, che nel febbraio 2013 sconfiggeva al primo turno dell’ATP di Vina del Mar il qualificato Dusan Lajovic. Sembrava l’epifania di un campione annunciato: dal 2000 in poi il cileno era appena il quinto giocatore – dopo Nadal, Gasquet, Harrison e Tomic – a vincere una partita del circuito maggiore non avendo ancora compiuto i diciassette anni. Tanto più che in quell’anno trionfava al Roland Garros juniores in finale su Alexander Zverev. Ma se il tedesco entrava nel maggio 2015 – poche settimane dopo essere diventato maggiorenne – per la prima volta nei primi 100, il cammino nel tennis professionistico del tennista nato a Santiago del Cile era decisamente più travagliato. Dopo aver chiuso per la prima volta nel 2018 – grazie ai risultati nei Challenger – una stagione tra i primi 100, l’anno scorso grazie ai due titoli conquistati a Houston e Monaco di Baviera, alla finale di San Paolo e ai quarti nel Masters 1000 di Parigi-Bercy, concludeva l’anno a ridosso dei primi 30.

Lo scorso mese in Australia ha fatto male – ha vinto una sola partita su sei tra ATP Cup (dove non ha raccolto nemmeno un set), Adelaide e Melbourne – ma appena tornato sulla terra battuta è tornato ad esprimersi al meglio. A Cordoba ha infatti vinto il primo torneo sul rosso del 2020: dopo aver esordito facilmente contro Balasz (6-3 6-0) ha vinto ben tre partite in rimonta, confermando anche le già note doti da fighter. Sul rosso argentino si sono infatti alla lunga arresi nell’ordine Cuevas (1-6 6-3 6-4), Martin (2-6 6-2 6-2) e in finale Schwartzman (2-6 6-4 6-0).

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