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Il piccolo Borg subito fuori a Bergamo: “Papà? Non ho mai visto una sua partita”
Una sconfitta contro Tseng segna l’esordio tra i professionisti di Leo Borg, figlio di Bjorn: “Mi ha detto di godermi l’attimo e divertirmi”. Vanni e Arnaboldi agli ottavi, eliminati Ocleppo e Vavassori. Mezzanotte di fuoco per Giustino

Giornalisti. Telecamere. Troupe televisive. Elettricità nell’aria. Curiosità. Può bastare un cognome per scatenare tutto questo? Certo, se il soggetto in questione è Leo Borg, figlio del mitico Bjorn, vincitore di undici Slam tra gli anni 70 e 80, uno dei più grandi tennisti di sempre, un’icona, un idolo, un punto di riferimento per varie generazioni. Leo Borg non dimenticherà il Challenger di Bergamo (46.600€, Greenset), teatro del suo primo match da professionista, ancora prima di frequentare le forche caudine del circuito ITF, che peraltro diventeranno il suo habitat nei prossimi mesi. La permanenza agonistica di Leo al Pala Agnelli è durata 45 minuti, il tempo di incassare un severo 6-3 6-1 da Chun-Hsin Tseng, detto “Jason”, due anni più grande di lui ma già con notevole esperienza. Col suo pressing da fondo, un tennis ad alta intensità, il taiwanese ha soffocato le trame tutto sommato semplici di Borg, la cui gestualità ricorda quella del padre soltanto nelle fantasie degli appassionati meno giovani. Al contrario, la somiglianza fisica è impressionante. Osservandolo da vicino, si intuisce come mai lo abbiano scritturato per impersonare il padre nel film-cult “Borg vs. McEnroe”.
Il piccolo Borg gioca bene, è legittimo aspettarsi una discreta carriera. Fino a dove, non si sa. “Mi piacerebbe diventare numero 1” ha sussurrato nelle risposte-standard confezionate ai giornalisti nella conferenza stampa organizzata nella pancia del Pala Agnelli. Fatto inusuale per un ATP Challenger, necessario se il soggetto in questione – appunto – si chiama Borg. Leo compirà 17 anni il prossimo 15 maggio, ma è già abituato all’interesse di pubblico e appassionati. Nei suoi occhi di ghiaccio non brilla la luce della curiosità, semmai c’è la consapevolezza che questa routine durerà per tutta la carriera. E allora tanto vale abituarsi. Senza neanche passare dagli spogliatoi, giusto il tempo di cambiarsi la maglia e fare un paio di foto con due giovani raccattapalle, eccolo in mezzo a taccuini e telecamere. “È stata un’esperienza molto positiva, mi sono divertito e me la sono goduta. È stata una buona performance” ha detto, alludendo soprattutto al primo set, in cui un solo break ha fatto la differenza. Nel secondo, Tseng gli è scappato via.
“PAPÀ? NON L’HO MAI VISTO GIOCARE” – “All’inizio è stato un po’ difficile gestire i paragoni con mio padre, ma adesso è tutto ok” dice, come a sviare qualsiasi discorso riguardante il papà-campione. “Certo che abbiamo parlato prima di questa partita – continua – mi ha detto di godermi l’attimo, di divertirmi e non pensare alla vittoria o alla sconfitta”. Che poi sono i consigli di sempre, di un padre che sta a debita distanza da un progetto tecnico che trova sfogo presso la KLTK Academy di Stoccolma, laddove si trova la mitica Kungliga Tennishallen, storico impianto laddove papà si è imposto nel 1980. In Svezia è seguito da Rickard Billing, mentre in giro per il mondo c’è lo sguardo rassicurante di Marios Dimakos, tecnico greco dall’aspetto mite, empatico. Lo protegge senza opprimerlo, sembra davvero la persona giusta per accompagnarlo.
Adesso torneranno in Svezia, poi di nuovo da queste parti per giocare un altro Challenger, a Pau, laddove usufruirà di una seconda wild card. “Credo che nel 2020 combinerò l’attività junior e professionistica. Tornerò a giocare tornei giovanili, ma spero di fare anche qualche punto ATP, giocando nei tornei Challenger e negli ITF”. Quando gli si chiede cosa ha imparato da questa esperienza, risponde sicuro: “Che non sono troppo distante da questo livello”. Avrà tante altre occasioni, anche se non sembra baciato da chissà quale talento. Di lui colpisce la freddezza, una maturità inusuale per un ragazzo della sua età. Il ghiaccio si scioglie appena quando gli fanno il nome della madre, Patricia Ostfield, che – dice la leggenda – si mise a piangere quando Leo decise di giocare a tennis. “Avevo 6 anni, sinceramente non ricordo – dice, con l’occhio finalmente vispo – però adesso è super-contenta di quello che faccio e mi ripete di divertirmi”.

Quanto al padre, sostiene di non averlo mai visto giocare. “In tutta la mia vita non è mai capitato di cercarlo su Youtube o rivedere una sua vecchia partita”. Al contrario, non ha dubbi nell’individuare il suo idolo in Rafael Nadal, per lo spirito con cui scende in campo e “la capacità di combattere su ogni palla”. All’inizio sembrava un po’ scocciato all’idea di rispondere a tante domande, ma col passare dei minuti si è sciolto, sia pur rifugiandosi sui 2-3 concetti che ripete più volte, figli del desiderio di non fornire assist per approfondimenti e domande più o meno imbarazzanti. Ci vorranno ancora parecchi anni prima che possa abbassare le difese. Probabilmente dovrà rendersi conto quali sono i suoi limiti. Per ora è giusto che continui a sognare.
FIGLI D’ARTE KO: ELIMINATO ANCHE OCLEPPO – A proposito di figli d’arte, nell’immediato c’erano più aspettative per Julian Ocleppo, figlio di Gianni, ex numero 30 ATP, che peraltro ha affrontato due volte Bjorn Borg nel circuito (Amburgo 1979 e Milano 1981, sempre mettendolo in difficoltà). Reduce dal miglior risultato in carriera, la semifinale al Challenger di Bangalore, il piemontese si è arreso al ceco Pavel Nejedly in una brutta partita, figlia del lungo viaggio dall’India. Troppi errori e una condotta tattica non troppo lucida, almeno nel primo set, hanno infiocchettato il 6-2 6-4 per Nejedly (che aveva perso nelle qualificazioni ed era stato ripescato grazie al forfait di Nedovyesov). Sotto 6-2 e 3-0, con due break di svantaggio, Ocleppo capiva che il ceco faticava al momento di spingere con il dritto. Recuperava fino al 3-3, poi però perdeva il servizio per la quinta volta e non c’era più spazio per recuperare. Peccato, perché Ocleppo avrebbe avuto le qualità per andare avanti.
Chi ha già centrato un posto negli ottavi è Luca Vanni: confermando le buone sensazioni della prima giornata, ha tenuto a distanza il talentuoso Tristane Lamasine, semifinalista nel 2019. Vanni è stato impeccabile fino al 6-3 4-2, poi ha cancellato l’unico momento di distrazione (controbreak e aggancio sul 4-4), infilando l’allungo decisivo che gli garantisce un giorno di riposo prima di sfidare il vincente di Galovic-Couacaud. È terminata l’avventura di Andrea Vavassori: alla seconda maratona consecutiva, il torinese si è arreso a un giocatore fresco ed esplosivo come il ceco Zdenek Kolar: un break al terzo game del set decisivo gli era fatale, ma i rimpianti sono soprattutto per il primo set: Vavassori aveva servito sul 5-4 e si era trovato a due punti dal set, ma non è riuscito a chiudere. Lo sforzo per rimettere in sesto la partita, poi, gli è costato nel terzo. Il tennis di Vavassori è molto elegante ma dispendioso, inoltre manca di un pizzico di “punch” da fondocampo. Quando si trova a palleggiare, è spesso costretto sulla difensiva. Negli ottavi, dunque, ci va Kolar.
Manco a farlo apposta, la seconda giornata è terminata allo stesso orario del giorno precedente: le 23.49. Nessuno l’avrebbe immaginato, quando Lorenzo Giustino e Nino Serdarusic sono scesi in campo qualche minuto prima delle 21. Invece è venuta fuori una battaglia furibonda, vinta al fotofinish dall’azzurro col punteggio di 6-7 6-3 7-6, un’altalena di emozioni comprensiva di quattro matchpoint annullati da Giustino, che ha preservato in extremis lo status di prima testa di serie. I circa 200 spettatori rimasti fino all’ultimo sono tornati a casa soddisfatti, poiché hanno assistito a scambi al fulmicotone e tante soluzioni interessanti. Davvero un bello spettacolo, grazie ai campi in Greenset che hanno reso ancora più giocabile il fondo del Pala Agnelli. Giustino ha perso un primo set infinito, in cui aveva recuperato un break di svantaggio e vinto un game-maratona di 18 punti, seguito da un tie-break in cui ha sciupato tre setpoint.

Il secondo filava via liscio, mentre il terzo era una battaglia: forte della sua potenza, Serdarusic cercava di comandare con il dritto, mentre Giustino (i cui fondamentali sono decisamente più equilibrati) gli cercava il rovescio, accettando un match di corsa e sacrificio. Si arrivava al 6-5 Serdarusic, quando l’italiano gli annullava un primo matchpoint con un passante di rovescio al termine di uno scambio di oltre 20 colpi. Il tie-break era ancora più emozionante: avanti 3-1, Giustino commetteva due gravi ingenuità che regalavano il sorpasso a Serdarusic, accompagnato a Bergamo da Goran Prpic, ex grande giocatore croato degli anni 80-90. Sul 6-4, il croato aveva due matchpoint consecutivi. Nel momento del bisogno, Giustino alzava il livello e se la cavava per un soffio (un pizzico di fortuna sul punto del 6-6, con un pallonetto di Serdaruric fuori di pochi centimetri), poi intascava gli ultimi tre punti e tirava un bel sospiro di sollievo. Negli ottavi, giovedì, sfiderà il giovane francese Hugo Gaston, classe 2000.
In precedenza, aveva dato una gioia al pubblico il lombardo Andrea Arnaboldi. Nell’ultimo match della sessione pomeridiana, ha superato in rimonta il temibile Constant Lestienne, che un paio d’anni fa gli aveva dato una delle più grandi delusioni della sua carriera, battendolo nell’ultimo atto a Portorose (fino a oggi, unica finale Challenger per “Arna”). Lestienne gioca un tennis strano, inusuale, in cui alterna palle potenti e colpi senza peso, con rotazioni atipiche e improvvise palle corte. È difficile trovare il giusto ritmo contro di lui, anche se non è dotato di particolare potenza. Arnaboldi ha avuto bisogno di un set per prendere le misure, poi ha trovato il suo miglior tennis in svantaggio di un set e un break. A quel punto ha intascato cinque giochi di fila, peraltro con una serie di giocate molto spettacolari.

È stato un match ad alto tasso tecnico, lontano dai ritmi forsennati del power-tennis odierno. Un Arnaboldi in gran spolvero volava sul 4-1, poi bastava un attimo di deconcentrazione per rimettere in partita il francese. Sulla palla break, il giudice di sedia Nicholas Stellabotte dava per buona una risposta di Lestienne, valutata “out” da Arnaboldi. L’azzurro la prendeva malissimo, ma era eccezionale nel rimanere concentrato e strappare ancora una volta il servizio a Lestienne. Il matchpoint, chiuso da una volèe a campo aperto dopo uno scambio infinito, profumava di liberazione. Per un posto nei quarti se la vedrà con Zdenek Kolar, giustiziere di Vavassori. Tra i due non ci sono precedenti.
Ufficio stampa ATP Challenger Bergamo
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Roland Garros: vincono in rimonta Svitolina e Avanesyan. Bene Sabalenka e Kasatkina
Svitolina e Pavlyuchenkova vincono in rimonta. Sabalenka e Kasatkina avanti sul velluto. Sorprende ancora Avanesyan

Nel day 6 del Roland Garros 2023, gli incontri di terzo turno della parte bassa del tabellone femminile non hanno riservato grandi sorprese. Daria Kasatkina e Aryna Sabalenka vincono e convincono in due set, lasciando le briciole alle avversarie. Anastasia Pavlyuchenkova sorprende la connazionale più giovane nel derby russo, eliminando un’altra testa di serie dal torneo prima dell’inizio della seconda settimana; eliminata anche la testa di serie n. 27 Irina Camelia Begu da Karolina Muchova. Sloane Stephens conferma il periodo di crescita, riuscendo a spuntarla su Yulia Putintseva solo al terzo. Menzione d’onore per Elina Svitolina che vince con una grandiosa rimonta. Elina Avanesyan conferma l’ottima prestazione contro Bencic e in rimonta, si sbarazza di Clara Tauson.
[9] D. Kasatkina b. P. Stearns 6-0 6-1
La classe 2001 statunitense è stata letteralmente soffocata dall’intelligente trama ordita da Daria Kasatkina. Un match davvero senza storie, concluso in meno di un’ora di gioco, in cui la tennista di Togliatti ha messo in campo quello che le riesce meglio: tante palle arrotate a poche centimetri dalla linea di fondo campo da un lato all’altro del campo. Kasatkina ha messo in campo il 93% di prime di servizio: senza ricercare grande potenza, ha ottenuto l’85% dei punti. Non ha concesso neanche una palla break e messo a segno ben 14 vincenti a fronte di soli 12 errori non forzati (30 quelli dell’avversaria). Una prestazione davvero convincente che la proietta agli ottavi di finale dove troverà Elina Svitolina.
A. Pavlyuchenkova b. [24] A. Potapova 4-6 6-3 6-0
Derby russo e altro match deciso al terzo. Le due contendenti si somigliano: colpi potenti da fondo campo e predilezione per i punti brevi, decisi sui primi colpi di inizio scambio. Nel primo set, Potapova è decisamente più brillante ed energica: Pavlyuchenkova tenta di rompere il ritmo da fondo in cui la più giovane per il momento prevale, ricorrendo alla palla corta. Purtroppo, sul set point, all’uscita dal servizio Pavlyuchenkova decide di giocare una smorzata sul diritto della Potapova che arriva di gran carriera e piazza il vincente.
Nel secondo set, Potapova inizia a commettere qualche errore e decide di cambiare tattica, provando ad offrire palle più arrotate e profonde ma Pavlyuchenkova non ne viene per nulla infastidita, anzi. Trovando un’ottima regolarità da fondo campo, l’attuale numero 333 WTA fa il suo parziale per 6 giochi a 3. Il terzo e decisivo set è un bellissimo assolo di Pavlyuchenkova che non lascia nemmeno le briciole alla giovane connazionale e agguanta per la terza volta in carriera il quarto turno nello slam parigino. Ad attenderla, Elise Mertens.
E. Svitolina b. A. Blinkova 2-6 6-2 7-5
Ancora un match in rimonta quella vinto da Elina Svitolina contro Anna Blinkova. La nazionalità delle due contendenti ha attirato l’attenzione di molti che hanno posto l’accento più sulla mancata stretta di mano (prevedibilissima) piuttosto che sul tennis giocato. L’incontro è durato oltre due ore. Nel primo set, Svitolina parte molto male, cedendo il servizio a zero in avvio. Anche Blinkova appare un po’ contratta e restituisce immediatamente il break. L’ucraina comunque sembra in difficoltà negli spostamenti laterali, lenta a leggere la palla dell’avversaria. Cede 6 giochi a 2 in un parziale a dire il vero, brutto e condito di errori.
L’attuale numero 192 WTA, sorprendentemente, rientra in campo per il secondo set con ritrovata grinta: strappa il servizio all’avversaria, conferma faticosamente il vantaggio salvando una palla break e mette a segno il secondo break. Blinkova è ora disorientata e subisce un pesante parziale di 5 giochi a zero.
Tutto rimandato al terzo set. Nel parziale decisivo esce tutto l’agonismo e la grinta della neo-mamma Svitolina: ogni punto è una strenua lotta e alla fine, ne esce vincitrice l’ucraina che al prossimo turno affronterà un’altra russa, Kasatkina.
[2] A. Sabalenka b. K. Rakhimova 6-2 6-2
Per la prima volta, la campionessa dell’Australian Open 2023 raggiunge il terzo turno al Roland Garros. Nel corso del primo set, fino al sesto gioco, complice una Sabalenka che commette decisamente troppi errori, la numero 82 del mondo Rakhimova riesce a contenere le accelerazioni della bielorussa. Con due doppi falli sanguinosi, Rakhimova apre la strada a Sabalenka che non si fa pregare due volte e allunga 4-2. Ora Sabalenka inizia a colpire con più decisione e soprattutto riesce a trovare sempre il campo: con il secondo break mette in cassaforte il primo parziale.
Nel secondo set, la numero 2 del mondo parte benissimo mettendo a segno il break in apertura che la manda avanti 2 giochi a 0. Rakhimova non trova la soluzione per contenere una straripante Sabalenka; concede qualcosa la bielorussa che si disunisce durante il settimo gioco, il più lungo dell’incontro, durato quasi otto minuti. In poco più di un’ora, Sabalenka chiude con un doppio 6-2 e per agli ottavi ci sarà Sloane Stephens.
S. Stephens b. Y. Putintseva 6-3 3-6 6-2
Partita dai cento volti quella sul Suzanne Lenglen tra Sloane Stephens, tornata alla vittoria a Saint-Malo e semifinalista a Rabat la scorsa settimana e la sempre ostica Yulia Putintseva. La statunitense è in un buon momento e cerca in questo secondo Slam stagionale, la conferma di una ritrovata serenità nel rettangolo da gioco. La finalista del Roland Garros 2018 aveva convinto nei primi due turni e anche nel primo set contro la kazaka, sembra essere tornata quella di un tempo.
È comunque un match molto tirato con tanti game ai vantaggi. Stephens è più lucida nei momenti decisivi ma non sorprende il rapido ribaltamento della situazione. Nel secondo parziale, Putintseva va in fuga 5 giochi a zero e nonostante un set point annullato da Stephens nel sesto gioco e un accenno di tentativo di rimonta, il set è ormai compromesso.
L’inizio del parziale decisivo si mette male per Stephens che perde immediamente il suo turno di servizio; Putintseva inizia però a mostrare qualche segnale di affaticamento muscolare. Restituisce il break appena conquistato e sul 2-1 in favore della statunitense, la kazaka chiede il Medical Time Out per un fastidio alla coscia destra che viene vistosamente fasciata. Dopo 2 ore e 20 di gioco, si aggiudica la sfida Stephens, chiamata alla difficile sfida a Sabalenka.
[Q] E. Avanesyan b. C. Tauson 3-6 6-1 7-5
Continua a stupire Elina Avanesyan. Numero 134 WTA e proveniente dalle qualificazioni, è alla sua seconda partecipazione al tabellone principale di un torneo dello Slam e ha già conquistato gli ottavi di finale. Una cavalcata decisamente inaspettata per tutti. Guardando il primo set di oggi, sembrava un sogno destinato a infrangersi sulle corde della racchetta della danese Clara Tauson. Invece, Elina, è rimasta agganciata a un secondo set oggettivamente brutto dove il servizio è stato più che altro un elemento a favore della giocatrice in risposta. Un dramma il terzo set: chiamata a servire per chiudere in vantaggio 5-3, la giovane russa ha tremato e ha finito per cedere il servizio. Tauson comunque ci ha messo del suo, concedendo un match point nel successivo turno di servizio; l’occasione mancata poteva essere fatale per Avanesyan che però, due game più tardi, sfrutta il secondo match point concesso da un’altalenante Tauson. Si regala così il suo primo ottavo Slam in carriera.
K. Muchova b. [27] I.C. Begu 6-3 6-2
Se qualcuno avesse ancora dei dubbi, Karolina Muchova è tornata. Costretta lontano dai campi per un pesante infortunio, negli ultimi tornei è ormai una mina vagante. Ancora sprovvista di una classifica che le permette di avere la testa di seria, la ceca sta giocando ormai da mesi ad un ottimo livello e non sono poche le tenniste cadute sotto i suoi colpi. Sulla terra si adatta perfettamente e se n’è accorta anche Begu. Ultimo match del giorno sul Simonne-Mathieu, Muchova ha dominato il primo set, conquistato con un break maturato nell’ottavo gioco. Nel secondo, per la ceca un piccolo giro a vuoto nel sesto game in cui ha restituito all’avversaria uno dei due break, non ha compromesso in alcun modo il controllo del match: ripresasi immediatamente indietro il break, in un’ora e 34 minuti ha rispedito la rumena negli spogliatoi. Al prossimo turno troverà Avanesyan.
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Intervento chirurgico per Rafa Nadal
Venerdì pomeriggio, il 22 volte campione Slam è stato operato in artroscopia al muscolo ileopsoas dal dottor Cotorro. Sabato mattina i dettagli

Tramite il suo team, Rafa Nadal ha comunicato che nel pomeriggio di venerdì si è sottoposto a un intervento in artroscopia. Lo scopo era quello di riesaminare la lesione al muscolo ileopsoas sinistro. L’operazione è stata eseguita dal medico di fiducia di Rafa, il dottor Ángel Cotorro.
Il campione maiorchino non gioca da quando si era infortunato all’Australian Open e, dopo aver ripetutamente rinviato il rientro, il 18 maggio scorso aveva annunciato la rinuncia al Roland Garros e una pausa di diversi mesi prima della sua ultima stagione. Sabato mattina sarà ancora lui stesso a spiegare nei dettagli l’esito dell’operazione.
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Roland Garros, Musetti: “Un periodo no può capitare, l’importante è uscirne. Ora voglio cavalcare l’onda”
Lorenzo Musetti soddisfatto dopo la vittoria contro Norrie, analizza il suo momento, la sua crescita e la probabile sfida con Alcaraz

D. E stata la miglior partita della tua stagione?
“Probabilmente si, ho espresso il miglior tennis anche tenendo conto del valore del mio avversario. Io credo che sia una conferma del buon periodo che sto vivendo, delle sensazioni che sto avendo in campo, sto trovando grande continuità. Partire subito bene mi mette tranquillità e la toglie al mio avversario. Credo che Cameron si sia trovato in una situazione molto scomoda, è stato bravo a reagire nel terzo, ma in ogni caso queste due mie ultime partite sono quelle più iconiche sinora della mia stagione sulla terra”.
D. Antonio Garofalo ( Ubitennis): Ho visto che ad un certo punto della partita hai variato ritmo, hai alzato molto le traiettorie. Era una cosa dovuta alle palline e alla lentezza del campo o una scelta per mettere in difficoltà il tuo avversario che avevi preparato?
“Penso che Norrie sia un giocatore molto bravo quando colpisce all’altezza delle spalle, se trova una palla più carica e con molto spin va in difficoltà. Credo sia stata la chiave del match aver adottato questa strategia”
D. Hai detto che devi concentrarti su te stesso, ma hai dimostrato di saper adattare la strategia al tuo avversario?
“ Una cosa non esclude l’altra, ogni partita devi concentrarti preparando la partita pensando all’avversario ma cercando di imporre le mie caratteristiche e far giocare l’avversario come voglio io”
D. Vanni Gibertini ( Ubitennis): Sei arrivato a giocare le due migliori partite della stagione in un momento importante come il Roland Garros. E’ successo qualcosa che ha fatto scattare un clic o il percorso che ti ha portato qui era il percorso giusto per arrivare esattamente dove volevi?
“Non lo so, forse non lo sa nemmeno Dio ( ride). Credo che un periodo buio lo abbiamo trascorso tutti, l’importante è uscirne, con la volontà e la forza di mettersi in gioco. Ad un ragazzo giovane come me che ha ancora tante cosa da imparare può fare anche bene avere un paio di mesi in cui le cose vanno male, poi sono stato bravo a lavorare e ad allenarmi e a venirne fuori. Speriamo di cavalcare l’onda”.
D. Sei molto giovane ma hai già una buona esperienza. In questo torneo del Grande Slam ti senti come mai in passato?
” Sì, probabilmente sì, perché io sento che tutto l’equilibrio di cui ho bisogno per essere ben preparato
ad affrontare questo tipo di giocatori in questo tipo di atmosfera è completamente diverso dai normali tornei.
D. Potresti giocare contro Alcaraz al prossimo turno, lo hai già battuto. Se non fosse cresciuto così velocemente magari si parlerebbe più di te, come vedi questa partita? "E' il primo ada ver aperto una strada. ha vinto un torneo del Grande Slam dopo i tre grandi, quindi penso che sia una specie di ispirazione per noi, per me, Holger, Jannik e chiunque altro è dietro di lui, e cerca di spingerlo via e ci prova avvicinarsi. Quindi penso che la partita di Amburgo mi abbia dato molto fiducia. Quindi penso che ci divertiremo e godremo la nostra partita" D. Due anni fa hai affrontato Novak, ora probabilmente Alcaraz. Come sei cambiato in due anni? "Due anni fa è stata la mia prima apparizione nel Grande Slam, era tutto nuovo. Se mi chiedi se mi sento diverso rispetto a due anni fa, io dico si. Mi vedo più maturo, con più esperienza, con molte, molte più partite, vittorie, sconfitte che mi hanno aiutato ad affrontare la vita e come giocatore in un certo modo e in un modo migliore. Quindi direi sicuramente che sono sicuramente più preparato di quanto ero con Nole, ma questo non significa che andrò in campo e vincerò facile. Ma sento di poter gestire meglio tutte le cose intorno a me la prossima partita"