ATP Dubai: pokerissimo Djokovic, battuto Tsitsipas in due set

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ATP Dubai: pokerissimo Djokovic, battuto Tsitsipas in due set

Il N.1 del mondo è ancora imbattuto nel 2020, e si presenterà al Sunshine Double con tutti i favori del pronostico

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Novak Djokovic con il trofeo - Dubai 2020 (via Twitter, @NatSportUAE)
 

[1] N. Djokovic b. [2] S. Tsitsipas 6-3 6-4

E quando perde Djokovic? Il serbo ha conquistato il Dubai Duty Free Tennis Championships per la quinta volta, battendo un buon Stefanos Tsitsipas con il punteggio di 6-3 6-4 in un’ora e 18 minuti (peraltro lo stesso punteggio dell’altra finale giocata fra i due, lo scorso anno a Madrid), portando a casa la diciottesima vittoria su diciotto incontri nel 2020, la ventunesima di fila se consideriamo le finali di Davis dello scorso novembre.

I confronti diretti erano sul 2-2, con Djokovic sotto 2-0 sul cemento outdoor, ma vincente nell’ultimo incrocio, a Bercy. Entrambi hanno avuto un match di passione nel corso del torneo: Tsitsipas ha sofferto il vento e la potenza di un big server come Struff nella giornata di giovedì (la risposta rimane probabilmente il suo più grande difetto), mentre Djokovic ha dovuto salvare tre match point contro un Monfils da urlo per andare in finale nel segno del 17 – le vittorie consecutive nel 2020, contro il francese, e pure negli Slam.

Parimenti, hanno ambo dimostrato di trovarsi a proprio agio negli Emirati: Djokovic aveva già raggiunto cinque finali qui (2009, 2010, 2011, 2013, e 2015), con quattro vittorie (ha perso l’ultima finale contro Federer), mentre Tsitsipas è il vice-campione uscente, anche lui battuto dallo svizzero. Cabala a favore del greco però: questa era la quinta finale a Dubai fra le prime due teste di serie, e nelle quattro occasioni precedenti aveva sempre vinto il secondo favorito.

I due possiedono armi per farsi male: Stefanos ha mostrato contro Evans di stare affinando lo slice (colpo che Nole storicamente soffre), un’ulteriore oncia di varietà da unire all’abilità di girare attorno alla palla rapidamente e a traiettorie sempre diverse, sia con il servizio che con i colpi da fondo.

Djokovic, dal canto suo, ha a sua volta una delle battute meno intelligibili del circuito, oltre a quello che probabilmente è il rovescio a due mani migliore di sempre, con cui può mettere pressione a piacimento sull’apertura ampia del colpo monomane di Tsitsipas, che però potrebbe nascondere il difetto grazie alla velocità non elevatissima del DecoTurf degli Emirati, lento ma elastico in maniera non dissimile da Flushing Meadows.

PRIMO SET – Il greco si è mostrato subito combattivo, tenendo la palla profonda e sbagliando poco, subito centrato con la risposta in anticipo di rovescio (e trovando anche il tempo di far rimuovere una videocamera ronzante a bordo campo) e alto con le percentuali di prime in campo. Djokovic, probabilmente condizionato dalla battaglia di ieri, ha sofferto le verticalizzazioni dell’avversario, ed è andato sotto anche sulla diagonale di sinistra.

Il serbo ha concesso la prima palla break dell’incontro nel quinto gioco con un unforced proprio di rovescio, ma si è salvato con un buon servizio esterno seguito da un dritto nel campo aperto. La precisione al servizio e la consistenza con i colpi coperti hanno tenuto in partita il N.1 del mondo, che però ha continuato a non sentire il lungolinea come per gran parte del match di ieri.

Nessuno come Djokovic, però, sa rimanere in partita giocando peggio dell’avversario, che a sua volta sente la pressione di non riuscire a passare pur esprimendosi ad alto livello. Nell’ottavo game Tsitsipas ha completamente perso il servizio da destra (1/7 con la seconda), regalando una palla break con un errore di rovescio, e Djokovic non si è fatto pregare, prendendosi il 5-3 con un passante bimane in corsa millimetrico, per poi chiudere il parziale in 39 minuti con un altro rovescio vincente. Qui il cross decisivo:

Djokovic ha il 95.7% di vittorie quando vince il primo, e infatti, messa la testa avanti, ogni colpo ha iniziato a girare meglio (solo due errori non forzati nel secondo), in particolare i lungolinea e la smorzata. Allo stesso tempo, però, una rara sconfitta in questa situazione è arrivata proprio con Tsitsipas (a Shanghai, lo scorso ottobre), che, sotto 0-30 all’inizio del secondo, non si è ammansito e ha ricominciato a pungere con il servizio e con il dritto, nonostante un’ammonizione per coaching.

Gli scambi sono diventati quasi tutti favorevoli a Djokovic, che è andato a doppia palla break sul 2-2 senza più sbagliare niente, scappando con un dritto in corsa seguito da un facile smash. Come detto, però, quando Tsitsipas ha visto il timore reverenziale su Tinder ha swipato a sinistra – come se nulla fosse, ha continuato a picchiare di dritto e forzare la seconda, salendo 15-40 nel gioco successivo, ironia della sorte, grazie ad una palla corta, vincendo lo scambio successivo per la parità.

La mietitrice serba è però stata inesorabile, e l’inversione di tendenza è stata di breve durata: appena la prima di Tsitsipas è scesa, Djokovic ha macinato gli scambi che gli hanno dato il break decisivo, grazie al solito problem solving da AI, lasciando l’avversario senza opzioni. Il greco non ha potuto fare altro che cercare di rimanere nella contesa, uscendone però sempre sconfitto. Nole non ha allora avuto problemi a chiudere a zero, prendendosi il trofeo con il “suo” rovescio lungolinea di fiducia.

Questo è un grande torneo, anche il mio coach Goran l’ha vinto!” ha detto Nole. “Amo venire qui, è stata una grande settimana, sono contento soprattutto della consistenza dei miei colpi da fondo. Ieri sono stato a un punto dalla sconfitta, e questo mi insegna ad apprezzare ancora di più questi momenti, perché può cambiare tutto molto in fretta“.

Belle parole anche per lo sconfitto: “Stefanos non è il futuro, è il presente del tennis, è un ragazzo molto carismatico e sono sicuro che porterà molto al nostro sport“. Scherzando, ma non troppo, Nole ha detto che il suo obiettivo è di vincere tutte le partite, e c’è da prenderlo sul serio.

Come detto quinta vittoria a Dubai su sei finali disputate, all’interno di un corredo da 14 ATP 500 (su 17) che sono una tessera del mosaico da 79 tornei vinti (su 113 finali). Lunedì le settimane in vetta al ranking saranno 280, a meno sei da Pete Sampras e a meno trenta da Roger Federer. Visti i pochi punti che dovrà difendere nel Sunshine Double, è presumibile che rimarrà davanti almeno fino a maggio, quando si vedrà se qualcuno sarà quantomeno stato in grado di batterlo, ma non in classifica, in una sola partita. Che si prospetti una replica del 2011?

Il tabellone completo

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