Dieci sfumature (fashion) di Maria Sharapova

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Dieci sfumature (fashion) di Maria Sharapova

Ripercorriamo la carriera della campionessa russa tramite i suoi outfit più significativi. Ve lo ricordate quello della prima vittoria a Wimbledon? E il servizio fotografico del Roland Garros 2014?

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Maria Sharapova - US Open 2018 (foto @Sport Vision, Chryslène Caillaud)
 

Non ce lo nascondiamo: Maria Sharapova è stata qualcosa di più di una tennista. È stata, da certi punti di vista, una rivoluzionaria. È stata colei che più di ogni altra ha saputo abbinare i successi sul campo ad un’immagine di donna indubbiamente avvenente, con quel suo fisico statuario, i capelli biondi e gli occhi verdi, per la gioia degli sponsor e del suo conto in banca. Certo prima di lei c’era stata la connazionale Anna Kournikova. Ma mentre Kournikova è presto diventata una modella prestata al tennis piuttosto che il contrario, Sharapova ha sempre saputo (e voluto) tenere al centro del suo brand milionario le vittorie con la racchetta, rispetto alle copertine delle riviste.

Tante vittorie. Cinque Slam negli anni 2000, nessuna come lei a parte le sorelle Williams e Justine Henin, 36 titoli complessivi, la posizione n.1 al mondo, la medaglia d’argento ai giochi di Londra nel 2012. Ma appunto la sua popolarità ha trasceso il tennis, grazie ad una bellezza fuori dal comune che con gli anni si è accompagnata ad uno stile sempre più sofisticato e ricercato, a segnare il passaggio da determinata ragazzina emigrata dalla Siberia che vuole battere tutte le avversarie a donna matura e poliedrica. Ripercorrere la carriera di Masha tramite i suoi outfit più significativi, in quel rettangolo diviso da una rete così come sui tappeti rossi più prestigiosi del globo terrestre, è dunque fondamentale per capire quello che ha rappresentato per il tennis.

Wimbledon 2004: il primo Slam

Valerio Vignoli. Una appena 17enne Sharapova spacca il mondo del tennis battendo Serena Williams, n.1 e assoluta dominatrice del circuito femminile, alla sua prima finale Slam, a Wimbledon, il tempio sacro del tennis mondiale. Lo fa con un abitino naturalmente bianco candido, griffato Nike, sponsor che la seguirà per tutto il resto della carriera. Il marchio del baffo forse non aveva ancora intuito che razza di potenziale avesse quella altissima adolescente russa. O forse Maria non gliene aveva dato il tempo. Fatto sta che l’outfit è molto basic, fin troppo. Uno scollo simil canotta, una aggancio dietro alla schiena molto banale. Unica nota degna di interesse un piccolo spacco esterno in fondo, a evidenziare anzitempo uno stacco di gamba con pochi eguali sul circuito. Nel complesso un abito che la Maria di oggi manco si metterebbe in allenamento. Ma Nike impiegherà ben poco tempo riservarle qualcosa di meglio per i suoi incontri.

US Open 2006: if you can make it in New York…

Valerio Vignoli. E infatti l’abito con cui due anni più tardi conquista i suoi primi e unici US Open, quasi lo Slam di casa per lei, è tutt’altra storia. Assolutamente sontuoso. Forse il migliore in assoluto tra quelli indossati nelle sue vittorie Major. Il colore è il nero: quello giusto per le serate newyorkesi più cool, quelle in cui brillano i flash delle fotocamere, quelle in cui Maria molto raramente è uscita sconfitta dall’Arthur Ashe Stadium. Il taglio retrò rimanda a le mise che hanno reso celebre Audrey Hepburn, con quel girocollo rotondo abbellito dalle paillettes che si va ad incastrare con il resto del vestito lasciando libere le spalle, la profonda scollatura sulla schiena e il fiocco che sormonta il nastro per tenere assieme parte anteriore e posteriore. La lunghezza è immancabilmente molto limitata. Insomma un outfit manifesto per una Sharapova che nonostante la giovane età era già una stella nel firmamento del circuito WTA.

La copertina di Sports Illustrated del 2006: bellezza da spiaggia

Laura Guidobaldi. Maria Sharapova è famosissima per i successi in campo ma anche per il suo corpo statuario. Le copertine delle riviste di sport, glamour e fashion fanno a gara per avere scatti della bella Masha che ne risaltino appunto la perfezione. Ebbene, anche quando indossa un bikini, la siberiana punta alla semplicità con un due pezzi senza fronzoli particolari, color panna, una tinta d’effetto e delicata al tempo stesso sullo sfondo celeste del mare.

Australian Open 2008: il tris di Masha

Valerio Vignoli. Ci sono delle regole non scritte su come una tennista dovrebbe vestirsi nei grandi Slam: al Roland Garros sofisticata, a Wimbledon classica, agli US Open vistosa. Ma agli Australian Open che si fa? Chissà se proprio questa indecisione metteva in difficoltà la bella siberiana che probabilmente se dovesse indicare il Major che meno preferisce direbbe quello che si gioca sui campi di Melbourne Park. Nel suo unico successo australiano, arrivato grazie alla vittoria in finale contro la serba Ana Ivanovic, in una sfida tra pin-up del tennis, una bionda e l’altra bruna, Masha aveva indosso una semplicissima tunica bianca, con delle increspature verticali davanti e dietro come unico fronzolo. Per meglio affrontare le torride temperature, il tessuto è particolarmente leggero e la gamba ancora più scoperta del solito. Il colore bianco però non rende giustizia ad una Sharapova che ha sempre preferito il lavoro sul campo da tennis alla tintarella in spiaggia.

Roland Garros 2012: regale anche sulla terra

Laura Guidobaldi. Perfetto l’abito indossato da Maria per il suo primo trionfo parigino, nel 2012. Una linea classica in tutto, dalle spalline, lo scollo, al taglio della gonna. Eppure è un outfit dalla spiccata personalità, proprio come quella di Maria Sharapova. Innanzitutto, il total black – che si sposa bene ad una chioma bionda – spicca magnificamente sull’ocra del Philippe Chatrier e simboleggia la grinta, la potenza e la determinazione della campionessa russa. E poi quella variante appena accennata sulla parte alta del corpetto, con una sfumatura leggermente più leggera del nero e dal tessuto più luminoso, conferisce all’abito quel tocco di finezza che da sempre caratterizza la bella Masha.

Roland Garros 2014: l’ultimo Slam


Laura Guidobaldi. Totalmente diverso lo stile in cui Sharapova va a vincere il secondo trofeo francese, nel 2014, ma altrettanto vincente. Se il taglio e lo stile assomigliano a quello dell’outfit indossato due anni prima, la versione 2014 presenta una scelta cromatica più delicata, in tema con la primavera parigina: abbinamento arancione e rosa decisamente azzeccato, con la tinta orange sulla parte alta dell’abito e per i pantacourts per rendere omaggio all’amata terra rossa e il rosa delicato che richiama i fiori che ornano Parigi e il Bois de Boulogne ai primi di giugno. Ma non finisce qui.

Maria “stende” tutti anche quando si presenta al consueto photo shooting con il trofeo. Arriva al Trocadero con una mise insolita ma folgorante. L’abito è mini, che mette in risalto le gambe lunghissime della campionessa; il corpetto è abbastanza semplice, nero, ma dalle linee geometriche che mettono in luce la perfezione del busto, delle spalle e della schiena di Maria (nella foto non si vede ma la parte posteriore del corpetto è alquanto scollata), un corpetto nero che si appoggia ad una gonna cortissima, svasata a trapezio dall’effetto dorato, che le conferisce quel tocco glamour e prezioso che non la abbandona mai. Il tutto accompagnato da scarpe nere col tacco a spillo. Maria ha appena vinto il suo quinto slam, a Parigi. Sullo sfondo la Tour Eiffel e lei, vincente e sfavillante, ha tra le braccia la meravigliosa coppa Suzanne Lenglen, in uno stile da far invidia alle grandi star di Hollywood. Insomma, cosa si può volere di più?

La conferenza stampa dopo lo scandalo Meldonium, 2016: cala il sipario

Valerio Vignoli. Non è un caso che spesso nella sua carriera Maria si sia vestita di nero. Un colore che simboleggia eleganza, quella che riservava ai suoi ammiratori, e paura, quella che incuteva alle sue sfidanti. Ma il nero, almeno nella cultura cristiana, significa anche lutto. Sharapova, non poteva dunque che adottare questa scelta cromatica anche in quel 3 marzo 2016 che ha segnato oggettivamente il crepuscolo della sua carriera tennistica. Con addosso una sobrissima combinazione tailleur e camicia, i capelli mossi e leggermente scompigliati, un trucco sottilissimo, la russa si è presentata di fronte ai giornalisti per giustificare la propria positività al Meldonio, sostanza considerata dopante dalle autorità competenti. Un look appunto che può vagamente ricordare quello di una vedova ad un funerale. Nonostante un outfit appropriato, Maria però non risultò così convincente nella parte della vittima e sull’orlo dei trent’anni si vide appunto privata della sua compagna di una vita, la competizione.

Agli Oscar 2017: una star hollywoodiana

Valerio Vignoli. Durante il suo esilio forzato dal circuito, Masha ha così preso al balzo l’occasione di accrescere ulteriormente quello che dall’altra parte dell’oceano chiamano stardom. E quale miglior vetrina per farlo dei red carpet degli Oscar? A quelli del 2017, Maria si presenta con un fantastico abito blu scuro impreziosito da delle piccole borchie metalliche, firmato dallo stilista londinese di origine georgiana David Koma. Lo spacco laterale e i tacchi vertiginosi mettono la tennista siberiana su un pianeta tutto suo. I capelli legati aggiungono un che di iconico. Se non fosse per i muscoli costruiti in due decenni di allenamenti che debordano dalle spalline, si potrebbe scambiare Sharapova tranquillamente per Nicole Kidman.

Al lancio del suo brand di caramelle 2017: Sharapova businesswoman

Laura Guidobaldi. Non dimentichiamo che Masha è anche un’abilissima donna d’affari. E allora, per il lancio delle sue caramelle Sugarpova Maria sceglie lo stile serioso ma decontracté. Solo che questa volta la scelta della camicia ampia a righe non convince del tutto. La camicia a righe – che lei sembra apprezzare particolarmente poiché la indossa spesso in varie situazioni – non è un capo sempre vincente e a volte risulta difficile da abbinare. La brillantezza e la luminosità del raso chiaro è elegante ma questa camicia nell’insieme è forse un po’ spenta. Seppure in versione working girl, Sharapova avrebbe potuto certamente fare di meglio.

Nella foto della sua autobiografia, 2018: unstoppable

Laura Guidobaldi. E sinceramente convince poco anche la mise scelta per la copertina della sua autobiografia. Maria opta questa volta per un abito nero a sottoveste, abbinato ad una giacca ampia, anch’essa nera. Inoltre, avrebbe potuto curare un po’ di più lo stile dell’acconciatura. Probabilmente la campionessa ha voluto puntare sull’essenzialità e su un pizzico di sensualità e stile sbarazzino. Giusto, ma questa volta le scelte estetiche non rendono pienamente giustizia al fiuto fashion di Masha che ha caratterizzato finora parte della sua vita.

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