Focus
Maria Sharapova, favola senza lieto fine: “Troppo dolore, è ora di smettere”
A 32 anni, l’ex numero 1 annuncia il ritiro dopo tanti infortuni: “Quanto accaduto a Kobe Bryant ha inciso in questa scelta. Siamo così fragili… Il mondo del tennis mi mancherà”

L’articolo che segue, a firma del direttore Scanagatta, è stato pubblicato questa mattina su La Nazione, Il Resto del Carlino, Il Giorno
Se si è spenta la luce di una stella sui campi di tennis, vedrete che continuerà a brillare ancora. Probabilmente in quel jet-set in cui si è sempre trovata a suo agio, favorita da una bellezza e una ricchezza ugualmente spropositata. 300 i milioni di dollari che Forbes garantisce lei avrebbe incamerato fra premi, sponsor e caramelle, 30 milioni soltanto nel 2015 prima dell’incidente Meldonium che le costò 15 mesi di squalifica a partire dal 2016 per un caso di doping in cui erano incappati tanti atleti russi, mai troppo chiaro e certamente mal gestito dai suoi avvocati.
Eh sì, Maria Sharapova si è arresa alla dolorosa sequela di infortuni che, addirittura prima della prima operazione alla spalla affrontata nel 2008 – 12 anni fa! – l’hanno quasi incessantemente martoriata. L’ultimo match lo aveva giocato e perso a Melbourne, dalla croata Vekic, il 20 gennaio, quando non volle assicurarmi che sarebbe tornata a Bordighera per continuare ad allenarsi nell’accademia di Riccardo Piatti. Era intanto precipitata al numero 373 del mondo.
28 anni di tennis per l’ex numero uno del mondo, campionessa di 5 Slam, 2 volte a Parigi (“Incredibile, non me lo sarei mai aspettato, i primi anni non riuscivo neppure a scivolare sulla terra rossa! Sembravo una mucca sul ghiaccio”), una in ciascuno degli altri Majors. “Ho iniziato prima di compiere cinque anni, ero così piccola che i miei piedi non toccavano terra quando mi sedevo sulla panchina a bordo campo. Usavo una racchetta due numeri più grandi del dovuto. Sono andata negli Stati Uniti per la prima volta a sei anni e tutto mi sembrava così enorme e irraggiungibile. Giocavo su campi in cemento sconnessi contro giocatrici sempre più anziane, più alte, più potenti di me…”.
La sua prima racchetta l’aveva regalata, a Sochi, il papà di Yevgeny Kafelnikov, a Yuri Sharapov, il papà di Maria. “Era nera…”. Se non fosse stato per il disastro nucleare di Chernobyl Maria non sarebbe diventata una stella del tennis. Yuri e Yelena vivevano a Gomel, oggi Bielorussia, in quell’aprile 1986. Fuggirono a Nyagan, in Siberia dove lei nacque un anno dopo. Poi si spostarono a Sochi, sul Mar Nero, dove conobbero i Kafelnikov. Quindi, sulle orme di Anna Kournikova e dell’American Dream, eccoli arrivare con meno di 1000 dollari all’accademia di Nick Bollettieri, a Bradenton Florida. Sacrifici enormi, determinazione pazzesca.
Non volevo credere ai miei occhi quando, nella finale di Wimbledon 2004 contro la favoritissima Serena Williams, vidi trionfare quella splendida ragazzina di appena 17 anni che prima ancora di ricevere il magico trofeo, si infischiò di ogni protocollo per chiamare la mamma al telefonino, un Motorola. Era uno dei suoi primi… dodici sponsor! Spregiudicata o semplicemente spontanea? “A Church Road ero solo una ragazzina che collezionava ancora francobolli e non ho realizzato ciò che avevo fatto per anni. Meglio così, me la sono goduta molto di più”.
E pochi mesi più tardi allo Staples Center di Los Angeles rividi nuovamente la “Venere Siberiana” – nelle finali WTA – battere Serena Williams. Di lì a poco sarebbe diventata n.1 del mondo. Il 22 agosto 2005, a 18 anni e 121 giorni la quinta più giovane n.1 di sempre, dopo Hingis, Seles, Austin e Graf. Non avesse avuto mille problemi fisici, e il problema doping, sarebbe stata su quel trono molto più che 21 sole (!) settimane. 36 tornei li ha comunque vinti, ma l’ultimo nel 2017, in Cina, un torneo minore.
“Oggi mi basta vedere un mio video in cui alzo il braccio per colpire la palla e battere e sento male. No, non ci sarà un anno di… canto del cigno, non voglio chiudere la mia carriera in questo modo, non era come volevo finire, con tutti che mi chiedono perché smetto. 14 ore al giorno degli ultimi miei sei mesi li ho passati cercando di occuparmi del mio corpo, della mia spalla, ogni giorno prima di scendere in campo sottoponendomi a una macchina ultrasuoni, o a un’altra… ora basta. Il mondo del tennis mi mancherà, la perseveranza è stata la mia forza più grande, metterò lo stesso impegno in qualunque cosa farò”. Intanto si è messa a studiare architettura, incoraggiata dal suo boyfriend inglese Alexander Gilkes.
Maria avrebbe dovuto incontrare Kobe Bryant tre giorni dopo la caduta del suo elicottero. “Siamo così fragili, quanto è accaduto ha contribuito a spingermi in questa triste decisione. Avrei voluto vincere 7 o 8 Slam, certo, ma quando cominciai ero a zero…”.
LA RASSEGNA STAMPA COMPLETA – Maria Sharapova dice basta: “Perdonami tennis, ti dico addio” (Cocchi, Semeraro, Azzolini, Sisti)
Quando Masha sorprese Serena (2004-2012)
E Dio creò Maria Sharapova (2006)
Il tennis femminile va… di moda, e Sharapova va dagli sponsor (2008)
Il Career Grand Slam al Roland Garros, contro Sara Errani (2012)
Il secondo trionfo al Roland Garros di Maria Sharapova (2014)
Più grande come tennista o come business-woman? (2017)
La più bella intervista di Ubaldo Scanagatta a Sharapova [VIDEO]
ATP
Italiani in campo sabato 30 settembre: a Pechino Arnaldi sfida Jarry, esordio per Trevisan e Cocciaretto
Matteo Arnaldi cerca un posto nei quarti. Cocciaretto e Trevisan nel main draw, Bronzetti al turno decisivo delle qualificazioni

Chissà se Nicolas Jarry ha ancora gli incubi notturni in tonalità azzurra. Fatto sta che incrocerà nuovamente i colori italiani anche all’ATP di Pechino. Sarà Andrea Arnaldi il suo avversario agli ottavi del torneo. Per il sanremese la speranza di procedere spedito in questa competizione.
Come al solito, in terra cinese, week-end denso di appuntamenti e il sanremese avrà modo di mettere in difficoltà il n. 1 di Cile. La sfida tra questi due tennisti è la prima in assoluto. Start alle ore 6.30 italiane di sabato.
Le quote pendono dalla parte del cileno favorito a 1.75 contro i 2.20 dell’azzurro sui principali bookmaker, con qualche oscillazione, nelle ultime ore, in favore dell’azzurro.
In campo femminile, Elisabetta Cocciaretto sfiderà Marta Kostyuk nel primo turno WTA 1000 di Pechino. L’azzurra sarà in campo alle ore 6.30 contro l’ucraina apparsa in gran forma nell’ultimo periodo. Unico precedente tra le due tenniste è quello del torneo 2023 di Miami, con l’azzurra sconfitta 6-3 6-2. Cocciaretto sfavorita a 2.85, mentre la vittoria dell’ucraina è quotata 1.39. Martina Trevisan, invece, sfiderà Tatjana Maria nel primo turno del WTA di Pechino. Unico precedente tra le due tenniste risale al 2019 al torneo di Acapulco. Tedesca che vinse in due set. Quote pressoché alla pari, con il divario più ampio offerto da bwin: Martina 1,87, Tatjana 1,90.
Sempre a Pechino, si completeranno le gare per l’ingresso nel tabellone principale del torneo. In campo l’azzurra Lucia Bronzetti alle ore 8.00 italiane. La n. 65 del ranking affronterà Ashlyn Krueger. Non ci sono precedenti tra le due, con le quote che vanno da 1.64 di Eurobet per l’americana a 2.18 per l’italiana.
Flash
Wim Fissette scarica Qinwen Zheng: ritorno con Naomi Osaka?
La notizia emerge a margine dell’oro agli Asian Games della cinese: “Ha infranto il contratto”

Brutte notizie arrivano per Qinwen Zheng dopo la medaglia d’oro conquistata in singolare agli Asian Games (vittoria le dovrebbe valere la qualificazione per Parigi 2024). La numero 1 cinese si dovrà separare dal suo allenatore Wim Fissette con cui aveva iniziato una collaborazione nello scorso giugno: il coach, capitano del Belgio in Billie Jean King Cup, avrebbe infatti deciso di tornare da Naomi Osaka, che rientrerà nel circuito nel 2024 dopo la pausa per la maternità.
Una collaborazione che è stata discretamente proficua in questi mesi, considerato che Zheng ha conquistato a Palermo il suo primo titolo a livello WTA e il primo quarto di finale a livello Slam allo US Open. Una vera e propria beffa per la classe 2002 di Shiyan che aveva dato il benservito a Pere Riba, insoddisfatta dei risultati con l’allenatore spagnolo. L’iberico di lì a poco si sarebbe “accasato” con Coco Gauff, portandola insieme a Brad Gilbert a vincere Washington, Cincinnati e lo US Open.
“Fissette ha infranto il contratto, ed è stato molto immorale – sono le parole della cinese riportate da diversi media dopo la finale vinta contro la connazionale Zhu Lin – capisco la sua decisione, ma io e la mia famiglia ci sentiamo feriti. In questo momento, non voglio parlare di questa persona”. Una situazione davvero spiacevole per una giovane come Zheng che aveva investito le sue risorse in un allenatore esperto come il belga e ora si ritrova a piedi in una condizione piena di incognite: il talento è grande, ma ancora la cinese deve trovare una figura stabile che riesca a incanalare il suo grande potenziale. Evidentemente non sarà Fissette.
Flash
WTA Ningbo: in finale Jabeur e la sorpresa Shnaider, sconfitte Podoroska e Linda Fruhvirtova
La tunisina disinnesca con attenzione il dritto dell’argentina, la russa si impone facilmente nella contesa tra giovanissime

Al Ningbo Open le due semifinali emettono verdetti positivi per la testa di serie numero uno Ons Jabeur e per la sorpresa russa Diana Shnaider.
D. Shnaider b. L. Fruhvirtova 6-4 6-1
Diana Shnaider prevale nella sfida tra teenager contro Linda Fruhvirtova nella prima semifinale del Ningbo Open. La classe 2004 russa supera in poco più di un’ora e mezza la ceca più giovane di lei di un anno imponendo il proprio robusto forcing con il dritto ma giocando anche alcune traiettorie di rovescio in particolar modo incrociate che sono risultate molto importanti per neutralizzare le risorse della rivale. Fruhvirtova si è trovata in tal modo spesso impegnata a rincorrere: il suo gioco di contenimento le ha permesso di rimanere a galla per quasi tutto il primo set. Poi la moscovita ha dilagato.
Nella prima frazione l’atleta di Praga trova per prima il break nel secondo gioco, approfittando di un dritto lungolinea di poco largo di Shnaider. Il vantaggio dura poco e la ceca lo rende mettendo in rete uno smash a rimbalzo. Sullo slancio la russa sale 4-2 strappando nuovamente il servizio alla rivale alla sesta palla break del game. Diana è sempre più in palla e dimostra i suoi miglioramenti in fase difensiva annullando una palla per il controbreak con un dritto lungolinea in corsa irraggiungibile per l’avversaria.
Le è sufficiente tenere ancora un turno alla battuta e il primo set è suo: tre ace a testa ma cinque doppi falli per chi ha perso contro due per chi ha vinto. Il secondo parziale conferma la tendenza degli ultimi game e Shnaider infila 5 giochi consecutivi prima di subire un break che non fa male: al termine è un 6-1 in 37 minuti.
Per Fruhvirtova un torneo che le ha comunque consentito di rompere la serie negativa di 9 sconfitte consecutive con relativo crollo in classifica oltre la centesima posizione. Per Shnaider una vittoria che vale la prima finale nella carriera e il miglior piazzamento nel ranking, vicinissimo alla sessantesima posizione. Che ovviamente può ancora migliorare…
[1] O. Jabeur b. N. Podoroska 6-3 1-6 6-2
La testa di serie numero 1 del tabellone Ons Jabeur “riempie il contratto” ed entra in finale superando l’Argentina Nadia Podoroska con il punteggio di 6-3 1-6 6-2.
La numero 87 del ranking non sfigura e oltre a conquistare nettamente il secondo set, nel resto del match riesce a tratti a mettere alla frusta le qualità difensive in back della settima giocatrice del mondo, che è però brava a non perdere la concentrazione e a giocare con buona continuità i due parziali vinti.
Jabeur cede in apertura la battuta e la recupera nel quarto gioco: la tennista sudamericana fa ottimo uso del dritto e conduce spesso gli scambi da fondo campo, ma una volta subita la rimonta, perde smalto e subisce un secondo break nell’ottavo gioco, che l’atleta nordafricana conquista con un portentoso dritto inside-out. Chiusa la prima partita nel game successivo, Jabeur, quasi soddisfatta del successo parziale, lascia l’iniziativa a Podoroska, che in poco più di mezz’ora pareggia il conto dei set lasciando un solo gioco all’avversaria.
L’inizio del set decisivo è forse il momento più delicato per Jabeur, che sul punteggio di 2-1 manca una palla break e si fa nuovamente raggiungere dall’argentina. Da qui in poi però il rendimento di Nadia cala nettamente e Ons trova il break a zero per un 4-2 che diventa 6-2 poco dopo.