Italia, è già operazione riscatto (Semeraro). Bello anche così (Azzolini). Fognini: «Se per il virus non si andrà a Montecarlo potrei smettere» (Cocchi)

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Italia, è già operazione riscatto (Semeraro). Bello anche così (Azzolini). Fognini: «Se per il virus non si andrà a Montecarlo potrei smettere» (Cocchi)

La rassegna stampa di domenica 8 marzo 2020

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Italia, è già operazione riscatto (Stefano Semeraro, Corriere dello Sport)

Il pericolo, quello vero, era perdere la concentrazione: fra il silenzio della tribuna, il pensiero che andava all’incertezza sui prossimi tornei e una folata e l’altra del vento che spazzava Cagliari. «Ma i ragazzi hanno preso l’impegno con impegno e professionalità», spiega Corrado Barazzutti, dopo che Fabio Fognini e Simone Bolelli in due set (6-3 6-1) hanno portato il terzo e decisivo punto che rispedisce a rasa il doppio coreano Ji Sung Nam-Min Kyu Song, e manda l’Italia alle finali di Coppa Davis di novembre. «Il pronostico era dalla nostra parte, e il risultato è stato quello che speravamo, ma in Davis le partite sono sempre pericolose, hanno mille incognite, quindi noi abbiamo sempre il massimo rispetto per gli avversari». Come è giusto, anche se la Corea B arrivata in Sardegna non era certo un avversario temibile. Stefano Travaglia, a risultato acquisito, ha poi portato anche il punto del 4-0 a zero, bagnando così con una vittoria il suo debutto in Coppa. Il doppio, durato poco più di un’ora, è servito se non altro a rodare di nuovo la premiata ditta Fognini-Bolelli. I due hanno vinto insieme uno Slam, in Australia nel 2015, «e i risultati del passato parlano da soli», sottolinea Fognini. «In Davis poi io rispondo sempre presente. Ultimamente ho giocato meno doppi, privilegiando il singolare per via della classifica. Quest’anno con Simone avevamo programmato di giocare di più insieme, ma io mi sono infortunato spesso, ora vedremo di fare coppia nei tornei sulla tersa battuta»: Sempre che il pericolo del contagio non spinga Atp, Wta e Itf a scelte drastiche. «Ora abbiamo centrato l’obiettivo Finals e quindi possiamo pensare al resto della stagione, però dobbiamo fare i conti con la situazione grave che ha creato l’emergenza per il coronavirus. Speriamo che non vengano cancellati tornei del circuito, e di poter partire per gli Stati Uniti per i due Masters 1000 di Indian Wells e Miami». Gli organizzatori di Indian Wells al momento hanno semplicemente rafforzato le misure igieniche: meno contatti per gli spettatori, mascherine, guanti da indossare per raccattapalle e addetti ai lavori. […]

Bello anche così (Daniele Azzolini, Tuttosport)

A porte chiuse le vittorie sono belle quasi allo stesso modo. Sanno di buono, e non riescono a tenere lontani gli abbracci e i sorrisi. A porte chiuse un 3-0 conta come sempre, e serve all’ItalDavis per chiudere la disputa mai in realtà aperta con la Corea del Sud, così come il successivo 4-0 portato da Stefano Travaglia figurerà, negli archivi del tennis, come il giorno del suo debutto in Coppa. L’Italia approda a Madrid, per la seconda presenza nella finale della nuova Davis e per fortuna Madrid è lontana, a novembre, quando le porte – c’è da sperarlo, ci mancherebbe altro – saranno riaperte ovunque. Perché ora non è così, non potrebbe esserlo, e i tennisti sono costretti a chiedersi quali altre porte chiuse troveranno nelle prossime settimane, dopo quelle di Cagliari, e a quali restrizioni dovranno far fronte, tutti loro, non soltanto il pubblico. Messi da parte i festeggiamenti per la vittoria, Fognini è il primo a interrogarsi sul prossimo futuro. Si parte per Indian Wells, California, dove il Covid19 si sta già facendo sentire, e il rischio di trovare quelle stesse porte chiuse che hanno escluso il pubblico dal match di Cagliari, è alto. «Se impongono la quarantena, a noi che veniamo dall’Europa e dalle zone in cui il Coronavinrs si è più sviluppato, per quanto breve possa essere, salta la partecipazione al primo Masters 1000 della stagione. E anche il successivo, a Miami, è in forte dubbio. Non giocarli sarebbe un peccato. Vengo da un periodo di infortuni, e ho bisogno di ritrovare presto il ritmo dei tornei. Altrimenti mi troverei a giocare la stagione sul rosso senza la preparazione che serve». Indian Wells invia messaggi leali, non rassicuranti ma nemmeno terrorizzanti. Fa sapere che il torneo si giocherà, che l’impianto sarà disinfettato tutti i giorni, più volte al giorno, ed è stato sanificato in tutte quelle parti (maniglie, corrimano, ascensori) che gli spettatori utilizzano più spesso. Ma il pubblico può scegliere, e chi non dovesse sentirsela avrà indietro i soldi del biglietto. I tennisti già in America non rischiano, ma che succederà se i tennisti che vengono da altre parti del mondo saranno fermati in blocco? Fognini rivela di averne parlato al telefono con Andrea Gaudenzi, nuovo presidente Atp. Decisioni definitive ancora non sono state prese. […]

Fognini: «Se per il virus non si andrà a Montecarlo potrei smettere» (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Missione compiuta. L’Italia batte la Sud Corea 4-0 e va a Madrid, alle Davis Finals di novembre che nel 2019 ci avevano visto uscire nella fase a gironi. Fabio Fognini e Simone Bolelli, in doppio formato Slam, hanno chiuso il discorso qualificazione conquistando il punto conclusivo sulla terra rossa di Cagliari battendo la coppia Nam-Song. Novembre è ancora lontano, da oggi si vive alla giornata, nell’incertezza di quanto accadrà per colpa del coronavirus. Tra programmi che cambiano e timori di contagio Fabio Fognini, uomo-squadra e veterano azzurro, è tra i più preoccupati per un’epidemia che rischia di azzoppare la stagione tennistica e la sua classifica.

Fabio, riuscirà a partire per Indian Wells?

Al momento sembra di sì. Sono in costante contatto sia con Andrea Gaudenzi che con il direttore del torneo Tommy Haas. Mi hanno detto che se non ho febbre quasi sicuramente mi faranno entrare. Certo, è una situazione a cui nessuno di noi è abituato. Ho cancellato degli impegni che avevo a Milano con gli sponsor e andrò direttamente a Barcellona. Da lì a Indian Wells, incrociando le dita.

Il cemento americano e poi sarà il momento di Montecarlo: tanti punti da difendere, emozioni da rivivere dopo la vittoria dello scorso anno.

Sempre che si giochi. Le voci che arrivano non sono molto rassicuranti, c’è il forte rischio che possano saltare i tornei in Europa se l’emergenza non dovesse rientrare. E se non mi fanno andare a Montecarlo smetto di giocare a tennis!

Ci sta dicendo che l’intera stagione sul rosso è a rischio cancellazione?

Non sono io a dirlo. Ma nell’ambiente la preoccupazione è tanta e il rischio che l’epidemia si diffonda, pure. Madrid, Roma, Parigi, chi lo sa a che punto sarà la diffusione del virus per allora? Basteranno le porte chiuse? Sono tutte domande a cui non sappiamo rispondere ma che ci mettono in allarme. Io per ora vivo alla giornata, vado avanti con gli allenamenti e la preparazione come se tutto fosse regolare, poi vedremo cosa succederà. A Indian Wells andrò con Alberto Giraudo, Barazzutti rimarrà in Italia.

Voi giocatori come vivete questo momento?

Ci siamo detti tutti di fare attenzione, di non stare troppo vicini e rispettare le norme. Gente come noi, che gira il mondo, è ovviamente più a rischio. Ma questa è una cosa più grande di noi. lo sono un papà e sono anche preoccupato per i bambini. Mi sono informato bene e so che sono meno a rischio rispetto agli adulti e agli anziani, ma non sono così tranquillo.

L’Italia sta vivendo un bruttissimo momento, tra paure e restrizioni. Se la sente di mandare un messaggio ai tanti tifosi italiani?

Ragazzi, teniamo duro. Sono sicuro che questo un giorno sarà solo un pessimo ricordo. Adesso dobbiamo stare alle regole e restare uniti, vicini… Sì, insomma, vicini, però a un metro di distanza…

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