Non ricordiamo Maria solamente per la bellezza (Condò)

Rassegna stampa

Non ricordiamo Maria solamente per la bellezza (Condò)

La rassegna stampa del 14 marzo

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Non ricordiamo Maria solamente per la bellezza (Paolo Condò, Sport Week)

Per quanto la bellezza sia essenzialmente una questione di gusto personale, vi sfido a contestare l’asserzione che Maria Sharapova sia stata la campionessa più bella nella storia dello sport. La premessa serve ad avvalorare ulteriormente i suoi meriti agonistici come accadde nel calcio a David Beckham, che era considerato così bello da meravigliare sempre un po’ quando si lanciava in decisi tackle, quasi che il bel faccino dovesse condannarlo a un ruolo decorativo, lontano dall’azione più accesa. Ora che si è ritirata, arrendendosi ai dolori alla spalla sui quali ha giocato per anni, Maria merita di essere valutata non soltanto per la scorciatoia presa (la squalifica per doping, dovuta alla sostanza sempre assunta – il meldonium – ma che a un certo punto diventò illegale senza che lei vi rinunciasse), ma anche per quelle evitate. […] Maria invece se ne è sostanzialmente fregata, ha vissuto un paio di normalissimi fidanzamenti con altri atleti – il collega Dimitrov e il cestista Vujacic – e li ha chiusi senza chiamare i fotografi perché immortalassero scene madri. Non ne sentiva il bisogno. Certo, giocando sul connubio talento-bellezza Maria ha guadagnato centinaia di milioni come testimonial pubblicitaria. Niente di male, anzi, beata lei. Ma quando era il momento di scendere in campo, e lo era spesso perché la Sharapova ha giocato e vinto tanto, la sua innata eleganza si trasformava in una feroce determinazione alla lotta. Se si guardano i numeri, tra lei e Serena Williams non c’è stata alcuna rivalità: 20 vittorie contro 2, stiamo parlando del nulla. Però quelle due sono il trionfo di Maria a Wimbledon e, nella stessa stagione, la vittoria nel Masters. Abbastanza perché Serena, da quelle due partite in poi, affrontasse la Sharapova con l’intensità bloccata sempre sulla tacca più alta. E abbastanza perché Maria, pur consapevole della sua inferiorità, ci provasse ogni volta, pronta ad approfittare del minimo cedimento della numero uno. E una bellezza anche questa, la voglia di battersi fino allo stremo delle forze. Maria Sharapova è stata per persino più grande che bella

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