Il cambio di programma di Parigi si scopre su Twitter: "I giocatori contano zero"

Roland Garros

Il cambio di programma di Parigi si scopre su Twitter: “I giocatori contano zero”

Il Roland Garros trasloca a settembre e tra stupore e smarrimento prevale l’indignazione dei tennisti. Pospisil chiama a raccolta i colleghi: “Non abbiamo diritto di parola”

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Sappiamo benissimo, guai se proprio a noi sfuggisse la questione, che oggigiorno sempre più spesso le notizie fresche fresche compaiono prima nelle vetrine social e solo dopo in quelle delle agenzie di stampa. Astenendoci dai commenti di merito su una pratica ormai sostanzialmente ineludibile, non è detto che la cosa faccia piacere ai protagonisti dei “lanci”, soprattutto in periodi in cui ogni momento è buono per apprendere stravolgimenti di discrete dimensioni.

Il Roland Garros si giocherà dunque il prossimo autunno appena sette giorni dopo la conclusione dell’Open degli Stati Uniti, per la presumibile felicità di Rafa Nadal, il quale, in cinque settimane di fuoco, dovrà difendere due titoli Slam e quattromila punti gravato dalla non trascurabile insidia rappresentata dai cambi di superficie e continente, con un volo di trasferimento lungo cinquemila e ottocento chilometri in mezzo. In un mondo nuovo ormai annunciato, anticipato, sussurrato dalle piattaforme social, i professionisti del settore hanno appreso la novità per mezzo dei cinguettii Twitter che hanno iniziato a rincorrersi dalla metà del pomeriggio, rimanendone negativamente impressionati quando non esplicitamente seccati.

Donna Vekic e Naomi Osaka hanno espresso la loro stupefazione con un “excusez mois?” di coerenza estetica inappuntabile, laddove i dirimpettai uomini, da Stan Wawrinka al Peque Schartzman, si sono lagnati per l’assoluta mancanza di comunicazione da parte degli organi preposti. E se per Madison Keys “va tutto bene” anche se pare di scorgere una sottile ironia provocatoria nelle parole dell’ex finalista di New York, Vasek Pospisil di voglia di scherzare ne ha pochina. Le sue prime considerazioni, indirizzate con ogni probabilità all’ITF e all’ineffabile Bernard Giudicelli, sono state per così dire poco concilianti.

Questa è una follia“, ha dichiarato il numero quattro canadese, peraltro insigne membro del player council ATP, “hanno deciso di spostare l’inizio del Roland Garros una sola settimana dopo lo US Open senza comunicare nulla ai giocatori. In questo sport non abbiamo alcun diritto di parola“. La chiosa è affidata alla speranza di una maggior unità futura tra i professionisti della racchetta, ma la quotidianità della pallina di feltro rischia di essere movimentata ancora per un po’.

Del tweet in questione rimane però solo la nostra traduzione, perché il tennista canadese ha scelto di eliminarlo e di emetterne un secondo, da cui trapela un punto di vista simile, se non identico, ma espresso con più compiutezza.

Sono momenti difficili. Siamo tutti colpiti da questa catastrofe. Migliorare la comunicazione e lavorare insieme per trovare una soluzione dovrebbe essere la priorità, non fare di testa propria e agire in modo egoista/arrogante al punto da causare un impatto negativo sul tour”.

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