Virus, Sinner bloccato in casa a Montecarlo: "Mi alleno in garage e sto in fila per la spesa" (Barana). Metodo Santopadre: "Servizio... e amore. Così Matteo può tornare più forte" (Cocchi)

Rassegna stampa

Virus, Sinner bloccato in casa a Montecarlo: “Mi alleno in garage e sto in fila per la spesa” (Barana). Metodo Santopadre: “Servizio… e amore. Così Matteo può tornare più forte” (Cocchi)

La rassegna stampa di martedì 24 marzo 2020

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Virus, Sinner bloccato in casa a Montecarlo: “Mi alleno in garage e sto in fila per la spesa” (Francesco Barana, Corriere dell’Alto Adige)

Chiusi in casa e poi in fila al supermercato con guanti e mascherine. Massaie, operai e… anche campioni del tennis. Jannik Sinner, per dire, usa tutte le precauzioni: «Metto i guanti e rispetto le distanze di un metro, ci si mette tanto a fare la spesa ma lo si deve fare, non solo per se stessi ma anche per gli altri» racconta a SuperTennis Tv in un video girato domenica da un appartamento a Montecarlo, dove si trova da una decina di giorni. Jannik vi era arrivato, dagli Stati Uniti (dove avrebbe dovuto giocare i Masters di Indian Wells e Miami poi annullati), per allenarsi, mentre l’Italia era già in quarantena. Ma da mercoledì anche nel Principato hanno chiuso tutto e si deve restare a casa. Il pusterese nel video racconta le sue giornate domiciliari tra esercizi a corpo libero, corse nel garage, partite alla playStation e telefonate alla famiglia a Sesto. «Sono qui con il mio preparatore, mi alleno da casa, il mattino faccio un po’ di “pulizia” per il corpo, mobilità e stabilità, nel pomeriggio cerco di muovermi un po’ di più, qui sotto casa c’è un garage, faccio corsa ed esercizi da lì». Di tennis giocato, ovviamente, per ora non se ne parla, ma Jannik ha trovato il suo modo per trovare nuovi spunti: «Guardo vecchi match, almeno non perdo il feeling, li guarda anche Riccardo (Piatti, il coach di Sinner, ndr) e poi ci scriviamo per scambiarci impressioni, imparo anche così». Ma c’è spazio anche per il relax. Come qualsiasi 18enne Jannik gioca alla playStation, sua vecchia passione, che peraltro ultimamente aveva abbandonato per mancanza di tempo: «Ora invece non posso uscire e così gioco online con i miei amici, soprattutto a Fifa». Poi arriva sera «e quello è il momento più importante per me perché chiamo la mia famiglia, i miei genitori, mio fratello, i nonni, per chiedere se stanno bene». Già, la salute, ora più che mai al centro del dibattito pubblico e delle preoccupazioni intime di ognuno. Sinner riflette: «In questo momento è la cosa più importante, per me e per tutti, adesso bisogna pensare a stare bene, a rimanere sani sperando che tutto questo finisca il prima possibile». Il tennis però difficilmente riprenderà a breve […]

Metodo Santopadre: “Servizio… e amore. Così Matteo può tornare più forte” (Federica Cocchi, Gazzetta dello Sport)

[…] Vincenzo Santopadre, coach di Matteo Berrettini, fa parte della schiera dei reclusi. Lui a Roma, Matteo a Boca Ratòn, in Florida. Vincenzo, non è un momento facile per mondo e quindi per lo sport. Come riesce a gestire questa relazione a distanza con il suo assistito? «La situazione è in continua evoluzione. Matteo si trova là, a casa della fidanzata Ajla Tomljanovic, fino a ieri si è allenato nelle strutture della Evert Academy ma adesso l’hanno chiusa e quindi siamo alla ricerca di un posto dove possa giocare a tennis». Gli ha dato i compiti delle vacanze o fate lezione su Skype come gli studenti con la scuola chiusa? «Compiti delle vacanze ne ha. Più che miei, del preparatore atletico e dell’osteopata. Lui è un ragazzo molto serio e lavora con costanza e applicazione. Anche il resto del team si sta organizzando, al momento si può allenare in palestra ma, se chiudono anche quella, dovranno cucirgli un lavoro atletico da svolgere in casa». E sul tennis che dritte gli ha dato? «Gli ho chiesto espressamente di non giocare troppo. Non c’è bisogno che faccia ore in campo ogni giorno. Poche ma intense, voglio che faccia sempre, il servizio, che per lui è un colpo importantissimo. Gli ho chiesto di allenarsi sulla risposta e sui colpi in movimento. Senza eccessi, ma per farsi trovare pronto quando sarà il momento di tornare in campo». A Boca Ratòn con chi gioca? Ha uno sparring partner? «No, nessuno in particolare. Ha giocato spesso con Auger Aliassime, e poi la sua sparring di fiducia è Ajla…». Amore e racchette… Molto romantico, ma il nocciolo della questione è: lavorare per un obiettivo vago non è destabilizzante? «Dipende da come la vivi. Nel caso di Berrettini, volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, che è un po’ la nostra filosofia, questo stop potrebbe essere anche provvidenziale» […] Più tempo per recuperare, dunque. «Sì. Per recuperare e per farsi venire ancora più fame di campo, di partite, di gioco. La nostra filosofia come squadra è quella di lavorare con costanza per farci trovare pronti. A qualunque evenienza» […] A gennaio Berrettini aveva detto che il suo obiettivo erano gli Internazionali che potrebbero anche giocarsi a novembre indoor, e a Torino. «Da romano per me gli Internazionali sono quelli al Foro Italico sulla terra rossa. Ma se si vince, va bene anche sull’erba. Ci metto la firma». Avvisate i giardinieri.

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