Wimbledon, ciao al 2021 (Semeraro). Sogno Sinner: «Battere Federer a Wimbledon» (Crivelli). Fognini: «Niente racchetta, per ora alleno la testa» (Semeraro)

Rassegna stampa

Wimbledon, ciao al 2021 (Semeraro). Sogno Sinner: «Battere Federer a Wimbledon» (Crivelli). Fognini: «Niente racchetta, per ora alleno la testa» (Semeraro)

La rassegna stampa di mercoledì 1 aprile 2020

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Wimbledon, ciao al 2021 (Stefano Semeraro, Corriere dello Sport)

Oggi sarà un giorno triste per il tennis. L’All England Club, con tutta probabilità, con dolore ma forte della propria solidità politica e assicurativa, annuncerà l’annullamento di Wimbledon. Il torneo che dal 1877 rappresenta le radici, la storia, l’immagine, la tradizione del tennis. La data di inizio dei Championships era fissata per il 29 giugno. Mancano ancora tre mesi ma la situazione sta precipitando anche in Inghilterra, dove è positivo, fra i tanti, anche il premier Boris Johnson. Ufficialmente la data di ripresa delle gare resta fissata al 7 giugno, ma è ormai chiaro che a rischio è l’intera stagione del tennis, almeno fino ad autunno inoltrato. Dopo la decisione unilaterale del Roland Garros di spostarsi a settembre, Wimbledon si è trovato con margini di manovra decisamente più ristretti. Dopo aver scartato l’idea di giocare a porte chiuse, l’ultima ipotesi rimasta sul tavolo era quella di un rinvio a inizio agosto, nel periodo lasciato libero dalle Olimpiadi di Tokyo. Ma anche in questo caso le controindicazioni sono tante. Dalla difficoltà di ipotizzare lo svolgimento di tre Slam nel giro di poco più di un mese (sempre che a New York si giochi e Parigi non venga costretto ‘con le cattive’ a tornare sui propri passi), a quella della manutenzione fuori stagione dei campi in erba, per arrivare alla riduzione delle ore di luce utili per giocare. Con Wimbledon è destinata a sparire anche tutta la stagione sull’erba, che del resto è soprattutto finalizzata alla preparazione per i Championships. «Wimbledon ha le sue regole, dovute all’erba e alle ore di luce», ha spiegato due giorni fa il vice-presidente della federtennis tedesca Dirk Hordoff. «Giocare in settembre o ottobre, quando nessuno sa se è possibile giocare sull’erba, e con le attuali restrizioni sui viaggi internazionali, è totalmente irrealistico. Io faccio parte anche di Atp e Wta, e so che la decisione è stata presa e sarà comunicata mercoledì 1 aprile». E purtroppo in questo caso il ‘pesce’, tutt’altro che divertente, lo ha giocato al mondo il Coronavirus. «Wimbledon però è stato l’unico Slam che anni fa è stato abbastanza previdente da assicurarsi contro la possibilità di una pandemia – ha aggiunto Hordoff – quindi i danni economici per il torneo, che comunque ha sufficienti riserve per parecchi anni a venire, saranno ridotti al minimo».[…]

Sogno Sinner: «Battere Federer a Wimbledon» (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Il mare è a pochi passi, ma resta un miraggio da contemplare alla finestra. Anche Jannik Sinner, il più giovane giocatore a finire l’anno tra primi 80 del mondo (78, ora è numero 73) dai tempi di Rafa Nadal, deve plasmare le proprie abitudini attorno a quel nemico subdolo che è il coronavirus. Sta trascorrendo l’isolamento a Montecarlo e intanto ha lanciato un’iniziativa benefica che sta riscuotendo grande successo: versa 10 euro per ogni post sul suo profilo Instagram che ritragga una pizza con il suo volto o quello di un personaggio famoso. Jannik, come sta andando la raccolta fondi? «Direi molto bene, sono contento che l’iniziativa della pizza sia piaciuta. Tutti abbiamo il dovere di fare qualcosa di fronte all’emergenza, tra qualche giorno assieme al mio staff decideremo a quale ente devolvere i soldi».

E la quarantena come procede?

Sono in appartamento a Montecarlo, da solo. Riccardo ogni giorno mi manda il programma di allenamento per il mattino e il pomeriggio: lavori a secco, sulla mobilità laterale e il potenziamento delle gambe e delle braccia. Purtroppo il Country Club è chiuso, ovviamente, e al momento non possiamo spostarci nemmeno a Bordighera. Perciò tre o quattro volte alla settimana scendo nello spazio comune del palazzo e faccio qualche movimento senza palla, solo per il gusto di tenere in mano la racchetta. Per non perdere l’abitudine.

Per il tennis sono anche i giorni delle polemiche, con Parigi che ha deciso da sola le nuove date suscitando l’ira dell’Atp. Lei cosa ne pensa?

Dobbiamo rimanere uniti, le scelte devono essere condivise da tutti, dagli organizzatori ai giocatori. Tutti vogliamo cominciare al più presto, ma non possiamo procedere in ordine sparso, altrimenti è il caos. Sinceramente non so quando si potrà ricominciare, ma adesso la priorità non è tornare in campo, ma uscire dall’emergenza.

Come se lo immagina il ritorno al tennis?

Molto eccitante. Sarà una grande sfida, avremo tutti così tanta adrenalina in corpo che nessuno vorrà mollare un colpo, dai big ai giovani. Sarà una battaglia. E a me piace la battaglia.

In questi giorni dovrebbe essere cancellato pure Wimbledon: salta per adesso il sogno di sfidare Federer sul Centrale.

È vero, battere Roger a Wimbledon è da sempre uno dei miei sogni nel cassetto e comunque spero di provare al più presto l’emozione di giocare sul Centrale, uno dei campi in cui ti immagini di esibirti fin da bambino. Non so ancora quale sia il mio valore sull’erba, ma intanto ne approfitto per lanciare un messaggio a Federer: “gioca un altro anno, così magari il nostro match è solo rimandato di 12 mesi”.

Meglio il cemento e gli Us Open?

Se dovessi scegliere uno Slam con la possibilità di arrivare fino in fondo, effettivamente penso a New York. Ma anche gli Australian Open mi sono piaciuti.

Federer resta per lei una fonte di ispirazione?

Sì, era il mio idolo, cercavo di imitarlo. Ma a Melbourne mi sono allenato con Nadal e mi ha impressionato per come tiene il campo. Mi piacerebbe avere la sua personalità.

Ciò che ha sorpreso di lei è stata la capacità, nonostante i 18 anni, di crescere di livello in pochissimi mesi.

Sono sempre alla ricerca di un livello superiore, mi sono sempre interrogato se fossi abbastanza bravo da battere i ragazzi nei diversi step: prima nei Futures, poi nei Challenger e infine nel circuito Atp. Alle Next Gen Finals di Milano mi sentivo bene sul campo, ma più della fiducia è stato decisivo eseguire il mio piano di gioco: quello che volevo fare io, piuttosto che fossero gli avversari a dettarlo. Voglio provare ancora quelle sensazioni di vittoria.

Sinner è un ragazzo ambizioso?

Nel tennis puoi vincere un torneo e puoi anche perdere tre o quattro primi turni di fila, quindi la decisione di giocare a livelli più alti rispetto alla mia età è stata una grande sfida, ho sicuramente preso la strada più difficile, ma mi ha aiutato a costruire l’aspettativa e la pressione che ho messo su me stesso. Nei prossimi mesi l’obiettivo è la continuità delle prestazioni, l’applicazione quotidiana e il miglioramento di ogni colpo, perché a questo livello gli avversari non ti permettono di giocare sempre il tuo colpo migliore e non puoi sempre esprimerti alla stessa velocità.

Coach Piatti dice che lei sarà stabilmente un top player attorno ai 22/23 anni.

Il principale nemico di un tennista è la fretta. Piatti sa bene che sono molto esigente con me stesso e che allo stesso tempo mi piace lavorare duro. Chiede pazienza. E io sarò paziente.

Fognini: «Niente racchetta, per ora alleno la testa» (Stefano Semeraro, La Stampa)

Fabio Fognini è ad Arma di Taggia, casa sua. Le racchette in un angolo, le giornate del campione in carica di Montecarlo sono occupate da Federico e Farah, i figli suoi e di Flavia Pennetta. «Siamo volati dalla Spagna il giorno prima che chiudessero tutto – spiega il n. 11 del mondo – la bambina è ancora piccola ma qui ad Arma abbiamo una casa con giardino, Federico ha più spazio per giocare. Però ogni tanto si rende conto della situazione e diventa un po’ triste. Ho provato a spiegargli che è un momento difficile, che non si può uscire. Non sempre ci riesco»

Il tennis è fermo: meglio annullare o rimandare?

Non sono d’accordo di giocare il Roland Garros solo una settimana dopo gli Us Open. Capisco che serva per recuperare, ma é troppo vicino. Non parlo di me, ma per gente come Nadal e Djokovic, che arriva sempre in fondo, farsi quattro settimane di Slam in un mese non è salutare.

Nadal potrebbe saltare gli Us Open, Federer il Roland Garros.

Non penso che Nadal lo farebbe. L’unico che può pensarlo è Federer, anche perché la Laver Cup è nello stesso periodo. Sono in contatto con l’Atp, so che stanno buttando giù idee per quando migliorerà. Ma non è semplice. Se continua così rischiamo di perdere tutto l’anno.

Giocherebbe a Natale?

Avevo già deciso che non sarei andato in Cina in ottobre, a prescindere dal contagio, non me la sentivo. Il calendario prevede gli Usa, poi l’Oriente, poi di nuovo l’Europa, ma il problema é che la situazione é critica ovunque. Ho sentito tanta gente quando l’Atp doveva decidere cosa fare. Feliciano Lopez, che è anche il direttore del torneo di Madrid, Stan Wawrinka, Grigor Dimitrov… Eravamo tutti sulla stessa lunghezza d’onda, nessuno voleva giocare. Neanche a porte chiuse. Perché gli sponsor contano molto, ma noi giochiamo per il pubblico e sono gli spettatori che tengono su i tornei. A spalti vuoti ho giocato la Davis a Cagliari: molto triste.

Montecarlo sarebbe dovuto partire a Pasqua: le mancherà giocare da campione in carica?

Mi manca giocare. Ho perso febbraio per l’infortunio al polpaccio che non mi ha permesso di giocare con continuità. Ho provato a farlo in Davis, ero pronto ad andare in America, invece sono l’unico che l’ha sfangata. Avevo deciso di prendermi un giorno di più, accompagnare la famiglia a Barcellona e partire da lì. Avevo il volo alle 5 di mattina. La sera prima Flavia stava stirando, io ero sul divano, le ho detto che andavo a riposare un po’ ma all’una e mezzo è suonato il cellulare. Poi è uscita la notizia che il torneo era stato cancellato. Ho avuto fortuna.

Si è dato un obiettivo?

La salute: non solo mia, di tutta la mia famiglia. Il tennis mi ha fatto girare il mondo e guadagnare tanti soldi. Ma ora l’ho messo in secondo piano.

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