Kyrgios, il campione della... sporta accanto (Semeraro). Gatto-Monticone, viaggio allucinante dal Messico per tornare a Torino (Bertellino)

Rassegna stampa

Kyrgios, il campione della… sporta accanto (Semeraro). Gatto-Monticone, viaggio allucinante dal Messico per tornare a Torino (Bertellino)

La rassegna stampa di martedì 7 aprile 2020

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Kyrgios, il campione della… sporta accanto (Stefano Semeraro, Corriere dello Sport)

Nick Kyrgios al servizio. Ma stavolta non parliamo delle prime palle a 220 all’ora dell’australiano, idolo e incubo degli appassionati di tennis, ma della sua voglia di mettersi a disposizione del prossimo. Nick passa per un bad boy, un ribelle senza causa e con poca voglia di giocare, in realtà è un ragazzo sensibile, molto attento al mondo che lo circonda. Lo aveva dimostrato durante la crisi degli incendi in Australia, spendendosi con generosità per organizzare match di beneficenza, e lo ha ribadito adesso, offrendosi di portare pasti gratis a chi a causa dell’emergenza Coronavirus si trova in difficoltà. «Se qualcuno che non sta lavorando/non percepisce reddito, è a corto di cibo o semplicemente se la passa male – ha scritto sul suo account Instagram – per favore, non vada a letto a stomaco vuoto. Non abbiate paura o imbarazzo a scrivermi in maniera privata. Sarò più che felice di condividere quello che ho. Anche solo per un piatto di spaghetti, una pagnotta di pane, o un litro di latte. Ve lo lascerò sulla soglia di casa, e non vi farò nessuna domanda». Altro che Nick il selvaggio: Nick cuore d’oro. Molti dei suoi colleghi si sono fatti avanti senza perdere tempo, da Federer a Djokovic e Nadal, donando somme ben più impegnative, e raccogliendo fondi. Nick, forse d’istinto, ha preferito il contatto diretto, umano, anche se rigorosamente a distanza come prevedono le norme anti contagio […]

Gatto-Monticone, viaggio allucinante dal Messico per tornare a Torino (Roberto Bertellino, Tuttosport)

Il loro terzo tabellone Slam, dopo averne conquistati due lo scorso anno sul campo (Roland Garros e Wimbledon) e averne sfiorato uno nel 2020 (Australian Open con il raggiunto turno decisivo delle qualificazioni) Giulia Gatto Monticone ed il suo coach e compagno di vita Tommaso Iozzo, lo hanno virtualmente meritato al termine di un viaggio di ritorno dal Messico che la giocatrice torinese, attuale numero 3 d’Italia e 151 del mondo, definisce allucinante: «Eravamo ad Irapuato, in Messico – racconta – quando il torneo è stato interrotto per l’emergenza mondiale del coronavirus ed abbiamo saputo della cancellazione dei tornei successivi, su tutti quello che avrei dovuto disputare la settimana dopo, il 125.000 dollari di Guadalajara. Così abbiamo immediatamente deciso di rientrare in Italia. Non è stato facile perché da Irapuato a Città del Messico abbiamo dovuto viaggiare in macchina. Circa 300 chilometri in 7 ore. Poi il dubbio e un po’ di panico di poter volare su Parigi, con gli sguardi dei locali che iniziavano ad assumere sempre più toni scuri nei confronti dei presunti “untori” italiani. Siamo partiti il giovedì sera e dopo aver dormito una notte a Parigi, senza la possibilità di volare su Malpensa, ormai chiusa, abbiamo optato per il TGV, arrivando il sabato sera in una Torino deserta. Forte l’impatto tra la quasi normalità in Messico e lo spettro della nostra città vuota e quasi irriconoscibile. Un viaggio che non dimenticheremo, vissuto con l’ansia del non poter tornare e con il continuo contatto con i nostri familiari che ci esortavano a farlo il prima possibile». Da oltre 20 giorni la 32enne giocatrice di Castiglione Torinese è a casa, con mamma, sorella e nipoti, e cerca di allenarsi fisicamente: «Nell’arco dell’anno avevo dormito solo 4 giorni a casa e quindi per ora non sento il peso dello stare rintanata tra le mura domestiche, anche se è ovvio che farlo per scelta o per dovere cambia. Ma è l’unica soluzione in questa delicata fase dell’emergenza. Per non deprimersi occorre organizzare bene la giornata. Mi impegno con due sedute fisiche al giorno, “aggiustandomi” con trx, elastici e rulli, cercando di consumare le maggiori energie possibili, anche perché altrimenti diventa difficile prendere sonno la notte. Mi concentro inoltre sulla prevenzione e sul mantenimento sotto il profilo fisico, aspetti che normalmente vengono curati meno nel corso di una stagione regolare. Poi pulisco, riordino e leggo, testi di psicologia, meditazione. Insomma faccio i compiti a casa. Per ora di allenamenti con la racchetta non si parla. Ostico pianificare i prossimi impegni. E’ tutto fermo fino al 13 luglio ma personalmente ho la sensazione che i tempi saranno ancora più lunghi. Il problema è mondiale e forse alcuni Paesi devono ancora affrontare la fase più delicata. Impensabile che tutto possa ricomporsi nel breve, meglio aspettare e riprendere quando ci saranno per tutti, atleti e pubblico, le doverose certezze per quanto concerne la salute» […] Olimpiadi posticipate di un anno, con il sogno di esserci che rimane in vita: «Sarei potuta essere una delle papabili nel 2020, in assonanza con le classifiche post Roland Garros. Ora tutto cambierà ma vedremo. Cercherò con forza e risultati di poter essere della partita nel 2021, sarebbe bellissimo» […]

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