Storia minima della racchetta 'Maxima', che ha segnato un secolo di tennis

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Storia minima della racchetta ‘Maxima’, che ha segnato un secolo di tennis

Da Maxima a Babolat: quasi cento anno di ‘affari di corde’ raccontati da GiovannI Pietra. Per quasi mezzo secolo è stata la racchetta più venduta d’Italia e ha ‘sedotto’ anche Sophia Loren

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Squadra Davis 1955 - Sirola, Pietrangeli, Cucelli, Merlo, Gardini (tutti con racchetta Maxima)
 

La Maxima nasce nel 1936 e la sua storia va di pari passo con la storia del tennis italiano.

Nel 1926 Pier Giovanni Pietra e George Prouse, terminati gli studi universitari e buoni giocatori di tennis, diventano i rappresentanti della Dunlop, marchio inglese delle note racchette e palle da tennis. Pier Giovanni raggiunse la sua migliore classifica, n°15 italiano, nel biennio 1926-27 e tra un torneo e l’altro promuoveva le leggendarie Maxply e Fort.

Nel 1918 il mobilificio di Bordighera dei fratelli Billour si converte nella produzione di racchette per gli inglesi (circa 3.000) residenti in Riviera. Questi si dilettano a praticare il nostro sport al Bordighera Lawn Tennis & Croquet Club, il più vecchio circolo d’Italia creato nel 1878 quattro anni dopo che il maggiore Wingfield aveva brevettato il nuovo gioco del tennis. Nel 1920 i Billour si dedicano esclusivamente alle racchette sotto il nome di S.I.R.T (Società Italiana Racchette Tennis), che vengono esportate anche in Inghilterra per la loro qualità eccelsa.

L’11 ottobre 1935 la Società delle Nazioni delibera le sanzioni contro l’Italia e attua un embargo, che non permette più gli scambi commerciali tra l’Italia e l’Inghilterra.

Pietra e Prouse si trovano con il problema inverso dei Billour. I primi due non possono più importare i prodotti inglesi Dunlop e i secondi non possono più vendere in Inghilterra le loro Sirt. Da questa situazione nasce il marchio Maxima, le cui racchette sono prodotte dalla Sirt.

Si racconta che Pier Giovanni Pietra, rifugiatosi durante la seconda guera mondiale a Palestro con tre operai per continuare la commercializzazione di racchette, abbia ricevuto una visita di due militi inviati da Mussolini perché voleva giocare a tennis a Salò. A fine guerra è invece un generale americano che vuole acquistare tutto il magazzino

Per quasi mezzo secolo la Maxima Torneo è la racchetta più venduta nel nostro Paese e adottata da tutti i grandi campioni italiani: De Stefani, Canepele, Valerio, d’Avalos, Cucelli, i fratelli Del Bello, Palmieri, Gardini, Tacchini, Merlo, Pietrangeli, Pericoli, Lazzarino, Barazzutti, Bertolucci, Zugarelli e Panatta.

Negli anni ’50 la Maxima viene utilizzata da quasi tutti i giocatori di prima, seconda, terza categoria e juniores. Nel 1951 addirittura su 32 giocatori vincitori dei vari campionati assoluti, giocano con la Maxima in 25 e soltanto sei con Sirt.

Anche le attrici Sophia Loren e Virna Lisi posano con una Maxima.

Nel pieno boom, 1978, del tennis italiano Maxima vende 200.000 racchette di cui 90.000 ‘Torneo’; un tennista su tre gioca con Maxima, la metà dei primi 100 giocatori usava la Torneo De Luxe come 400 maestri su 800.

Durante gli anni ’80 si passa dalle racchette in legno a quelle in grafite. Maxima si adegua facendosi produrre racchette di questo materiale a Taiwan, Stati Uniti e in Italia. Maxima, sempre innovatrice, si fa disegnare due racchette, Logic e Class, da Giorgetto Giugiaro ed è anche uno dei primi marchi a lanciare una racchetta con un profilo più alto. Dal dopo guerra Maxima ha avuto la distribuzione esclusiva di Dunlop, abbigliamento Fred Perry, corde e accessori Babolat, sci Blizzard, attacchi Tyrolia e scarponi Dynafit.

L’ultimo successo di Maxima è permettere a Babolat di lanciare la sua prima racchetta nel 1994, 24 mesi dopo l’incontro di Riccardo Pietra (figlio di Pier Giovanni) e Pierre Babolat per discutere la fusione dei due marchi. L’intento dei due capitani d’industria non è solo quello di entrare col marchio Babolat nel mondo delle racchette a livello internazionale, ma di diventare un leader di mercato. Oggi Babolat vende quasi un milione e mezzo di racchette ed è il marchio che vende di più nel segmento da competizione. In ognuna di queste racchette c’è il DNA dello storico marchio Maxima.

Mi piacerebbe sapere quali ricordi di Maxima hanno i lettori di questo sito e li ringrazio.

Pier Giovanni Pietra, nonno di Giovanni, con stile molto da autodidatta che l’ha portato a raggiungere il numero 16 d’Italia negli anni ‘20

Giovanni Pietra

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