Nadal e Djokovic parlano del prosieguo della stagione alla radio spagnola

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Nadal e Djokovic parlano del prosieguo della stagione alla radio spagnola

Entrambi in isolamento in Spagna, i primi due giocatori al mondo sono intervenuti in un programma notturno su ‘Onda Cero’. Rafa si dice disposto a giocare anche a porte chiuse, se necessario. Nole: “Credo che per i prossimi mesi il tour sarà fermo”

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Novak Djokovic, Rafa Nadal e Carlos Moya - Bercy 2019 (foto via Twitter, @RolexPMasters)
 

Rafa Nadal è stato il primo ospite del programma “El partidazo en el transistor”, che raccoglie le testimonianze dei più grandi sportivi spagnoli dall’isolamento (fra gli altri, sono intervenuti anche Pau Gasol e Iker Casillas), e ha raccontato come sta vivendo la situazione a Mallorca. Sono molto più a mio agio rispetto a tre settimane fa, quando era difficile trovare la voglia di fare alcunché. Con il passare dei giorni è sempre più strano fare la solita preparazione, ma bisogna pensare positivo comunque. Per la gente questa è una situazione terribile, e bisogna contribuire per quanto possibile”.

Rafa ha per certi versi toccato con mano lo scoppio del contagio su scala globale, visto che era già ad Indian Wells al momento della cancellazione del torneo, quando l’emergenza era ancora considerata, nelle sue parole, prettamente italiana. Proprio in California Rafa si è accorto dell’entità del problema: “Vedere i dipendenti del torneo con i guanti è stato un segnale di quanto la situazione fosse seria”. Alle domande sul futuro della stagione 2020, Nadal ha risposto, senza nascondere un certo pessimismo: “Il tennis è la cosa che mi preoccupa di meno in questo momento. Non è come il calcio, è uno sport che si svolge a livello globale, quindi è più difficile pensare che si possa proseguire. Rafa non ritiene prioritario decidere adesso se si dovrà riprendere a giocare a porte chiuse – la priorità è superare questa tragedia, poi penseremo a come tornare in campo” – ma ritornando sui suoi passi dopo qualche minuto, ammette che sarebbe ‘contentissimo’ di giocare a porte chiuse se la riprese dovesse avvenire così.

Nel programma è poi intervenuto brevemente anche Novak Djokovic, che in questo momento si trova a Marbella, dove vive il fratello (anche se ha aggiunto che la sua famiglia si trova molto bene lì, e che potrebbero trasferirsi in pianta stabile in futuro). Sempre a suo agio con le lingue, come noi sappiamo bene, Nole non ha avuto problemi ad esprimersi durante l’intervista, ricevendo il plauso dei conduttori per la sua recente donazione a favore del nostro Paese e chiedendo scherzosamente a Nadal di cantargli una ninna-nanna per riuscire a prender sonno – a titolo informativo, Rafa ha declinato.

Interrogato a sua volta sulla questione porte chiuse, il serbo ha commentato: “Dipende. Come dice Rafa, è una questione più grande del nostro sport, e non dipende da noi il fatto di ricominciare a giocare o meno. Io sono pronto a giocare, ma credo che per i prossimi mesi il tour sarà fermo e dovremo rimanere a casa.


Nella prima stesura dell’articolo, avevamo erroneamente riportato che Nadal sarebbe contrario alla ripresa a porte chiuse. Nel corso del podcast da cui sono tratte le sue dichiarazioni, lo spagnolo in realtà interviene due volte sullo stesso argomento e nella seconda occasione rettifica come spiegato dall’articolo.

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