I pensieri nascosti di Coco Gauff: "Ho vissuto la depressione e ho pensato di fermarmi"

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I pensieri nascosti di Coco Gauff: “Ho vissuto la depressione e ho pensato di fermarmi”

La profonda lettera della sedicenne pubblicata su Behind The Racquet: “Volevo essere normale, come i miei amici. Ero persa. Ora devo abituarmi ad essere un modello per tante ragazze. Serena e Venus Williams? Io mai come loro”

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Coco Gauff - Wimbledon 2019 (foto via Twitter, @Wimbledon)
 

Coco Gauff non è una ragazza come tutte le altre. Lo abbiamo capito negli ultimi due anni grazie a ciò che ha fatto vedere sui campi da tennis, ad appena sedici anni. Ma nemmeno la sua sensibilità e la sua profondità di pensiero sono pari alla media, come ha dimostrato in una lunga lettera pubblicata sul sito ‘Behind The Racquet’, la piattaforma ideata da Noah Rubin che permette alle star del tennis di raccontare liberamente parti della loro vita sconosciute ai più. Nella sua eccezionalità le rivelazioni di Gauff sono totalmente comprensibili. Ci mostrano la parte più vera di una ragazza che si è trovata troppo presto a un bivio fondamentale della sua vita.

“Guardando al 2017/2018, poco prima di Wimbledon, ho faticato molto a capire cosa volevo fare realmente nella mia vita futura. E il problema non erano i risultati sportivi. Non mi divertivo giocando a tennis. Sapevo però di voler continuare a giocare, ma non sapevo quanto in là volevo spingere la mia carriera. Ho realizzato poi che dovevo iniziare a giocare per me stessa, non per gli altri. Per circa un anno sono stata davvero depressa, per ora l’anno più difficile della mia vita. Ho pensato anche di prendermi un anno sabbatico dallo sport per concentrarmi sulla mia vita. Anche se c’erano, sentivo di non avere tanti amici attorno a me, faticavo a vedere il lato positivo delle cose. Ero persa, confusa, pensavo tanto e piangevo. Tanti mi chiedono come faccio a stare così calma sul campo: è perché sono riuscita a superare quei momenti difficili e ad accettarmi per quello che sono”.

Un adolescente non dovrebbe nemmeno conoscere il significato della parola “depressione”. È sicuramente ciò che ha pensato Coco mentre osservava i suoi coetanei vivere le esperienze della giovane età, mentre lei restava bloccata dai rigidi schemi da seguire per iniziare una carriera di successo nello sport. “Mi chiedo spesso come sarebbe la mia vita senza il tennis e non riesco a immaginarmela migliore. Spesso però passo troppo tempo a paragonarla a quella dei miei amici. La maggior parte di loro va alla scuola superiore e li vedo così felici nel loro essere ‘normali’. Per tanto tempo ho pensato fosse quello ciò che volevo, ma ho anche capito che nella vita reale nessuno è felice tanto quanto dimostra di esserlo sui social media”.

Chi vive di sport come la giovanissima Gauff si trova costretto non solo a rinunciare a una vita normale, ma anche a passare l’anno tra hotel e aeroporti: “Questo stile di vita a me sta bene, ma so che non fa per tutti. Lo capisco perché ho due fratelli più piccoli a cui sono molto legata e ogni volta che devo lasciarli mi fa un po’ male. Ogni anno mi perdo il compleanno di uno di loro perché cade nel periodo del Roland Garros. Ma sono fortunata ad averli accanto. Non gli importa se io ricevo più attenzioni, capiscono e mi sostengono in quello che faccio”.

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“Throughout my life, I was always the youngest to do things, which added hype that I didn’t want. It added this pressure that I needed to do well fast. Once I let that all go, I started to have the results I wanted. Right before Wimbledon, going back to around 2017/18, I was struggling to figure out if this was really what I wanted. I always had the results so that wasn’t the issue, I just found myself not enjoying what I loved. I realized I needed to start playing for myself and not other people. For about a year I was really depressed. That was the toughest year for me so far. Even though I had, it felt like there weren’t many friends there for me. When you are in that dark mindset you don’t look on the bright side of things too often, which is the hardest part. I don’t think it had much to do with tennis, maybe just about juggling it all. I knew that I wanted to play tennis but didn’t know how I wanted to go about it. It went so far that I was thinking about possibly taking a year off to just focus on life. Choosing not to obviously was the right choice but I was close to not going in that direction. I was just lost. I was confused and overthinking if this was what I wanted or what others did. It took many moments sitting, thinking and crying. I came out of it stronger and knowing myself better than ever. Everyone asks me how I stay calm on court and I think it’s because I accepted who I am after overcoming low points in my life. Now, when I’m on court, I am just really thankful to be out there. Personally for me, I like playing for more than myself. One of the biggest things is to continue breaking barriers. At the same time I don’t like being compared to Serena or Venus. First, I am not at their level yet. I always feel like it’s not fair to the Williams sisters to be compared to someone who is just coming up. It just doesn’t feel right yet, I still look at them as my idols. With all their accolades I shouldn’t be put in the same group yet. Of course I hope to get to where they are but they are the two women that set the pathway for myself, which is why I can never be them.” @cocogauff Go to behindtheracquet.com for extended stories, podcast and merch

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Ma dopo il periodo emotivamente duro, la carriera della statunitense ha preso il volo. Già due ottavi di finale e un terzo turno Slam, più un titolo WTA a Linz. Il fenomeno Cori Gauff è esploso negli ultimi dodici mesi: tante giovani ragazze ora vogliono seguire il suo esempio e questa è la ricompensa migliore per la sedicenne di Delray Beach. “Tante ragazze, soprattutto afroamericane, mi dicono di aver iniziato a giocare a tennis per merito mio. Ricordo prima di Wimbledon 2019 di essere andata al tennis club per allenarmi e aver visto praticamente solo ragazzi sui campi. Il mese dopo sono tornata e la maggior parte erano ragazze. L’allenatore ha detto che era tutto grazie a me“.

Viene naturale perciò metterla accanto alle sorelle Williams, precoci quasi quanto lei nel raggiungere grandi risultati e principali esponenti del tennis femminile afroamericano negli anni recenti: “Non mi piace essere paragonata a loro” ha ribadito però Gauff. “Non voglio che le sorelle Williams vengano paragonate a una ragazza che ha appena iniziato, non è corretto. Sono ancora i miei idoli, hanno tracciato la strada che io sto iniziando a percorrere e senza di loro nemmeno giocherei a tennis. Per questo non sarà mai come loro”.

Tuttavia se le premesse sono queste, è lecito pensare che la carriera di Coco Gauff potrà essere costellata di successi negli anni a venire e porterà ancora più teenager nel mondo della racchetta: Ancora devo abituarmi all’idea di essere un modello per qualcuno. Questo mi dà un po’ di pressione in più perché tutti guardano ogni mia mossa. Ma è facile se riesci ad essere te stessa e non mettere una maschera per piacere alla gente”.

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