John Isner: "Il tour è più di una manciata di giocatori, vanno aiutati tutti"

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John Isner: “Il tour è più di una manciata di giocatori, vanno aiutati tutti”

Il numero 1 USA in dubbio per le Olimpiadi 2021: “In estate mi piace giocare negli Stati Uniti”. E sulla ripartenza: “Meglio giocare senza pubblico che non giocare affatto”

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John Isner e Novak Djokovic al lancio della ATP Cup (foto Alberto Pezzali Ubitennis)
 

Il numero 1 statunitense John Isner è stato intervistato via skype dal canale televisivo Tennis Live Channel e in otto minuti di chiacchierata sono tanti i temi che ha trattato. Al momento il 34enne texano si trova nella sua città natale, a Dallas, in compagnia della moglie e della figlia e la sua routine sembra essersi consolidata. “Mi sto allenando anche se non ho la possibilità di colpire molte palline, ogni tanto faccio qualche scambio con mia moglie. Sto facendo un sacco di sollevamento pesi con le attrezzature che ho in casa e soprattutto vado in bicicletta. Quando fa parecchio caldo mi piace mettermi a pedalare nel mio giardino dietro casa”. 

L’impossibilità di praticare sport tuttavia non ha influenzato solo il suo lavoro, ma anche il suo tempo libero: “Questo è il mio periodo dell’anno preferito: passo molto tempo a casa prima di partire per l’Europa e cerco di guardare tanto sport in televisione. Di solito iniziano i play-off NBA, i play-off NHL e ora mi mancano tanto. Per mantenere un senso di normalità guardiamo Netflix“.

Al momento il tennis è sospeso fino al 13 luglio e se si vorrà ripartire al più presto sembra inevitabile che ciò avvenga senza il sostegno del pubblico sugli spalti. A Isner comunque, nonostante il normale rammarico, la cosa non dà fastidio: “Sono un grande fan del wrestling e guardare alcuni spettacoli come Wrestlemania senza pubblico è stato molto strano considerando l’atmosfera che riescono sempre a creare con quegli eventi. Ma se sarà questo il caso anche per il tennis, noi giocatori dovremo essere pronti; ovviamente sarà diverso, però penso che sia meglio giocare senza pubblico che non giocare affatto“.

Tra gli eventi che più hanno risentito del coronavirus ci sono le Olimpiadi di Tokyo programmate per quest’estate e rimandate all’anno prossimo. Il futuro di John, come quello di molti, è ancora incerto: Non so ancora se le Olimpiadi di Tokyo l’anno prossimo faranno parte del mio calendario. Ovviamente quest’anno è stata una delusione vederle cancellare ma è stata la cosa giusta, senza dubbio. Quel periodo dell’anno è molto denso di eventi e durante l’estate di solito mi piace giocare negli Stati Uniti; quando sarà il momento prenderò la decisione. Ancora non penso alle Olimpiadi 2021, quando questa stagione volgerà al termine e ci avvicineremo all’evento avrò un’idea più chiara”.

Infine l’argomento trattato è stato quello del Player Relief Fund, un fondo volto ad aiutare i tennisti dalla classifica più bassa che si trovano in difficoltà economica. L’idea circola ormai già da diversi giorni e John era stato uno dei primi a saperlo: “Io faccio parte del Player Council ed eravamo tutti in video-conferenza quando quella proposta è stata fatta. La maggior parte dei tennisti nella top 100 è d’accordo e siamo tutti contenti di prenderne parte; grande credito va dato a Novak per aver condotto questa iniziativa, e anche avere il sostegno di Roger e Rafa è fantastico. Stiamo cercando di delineare i dettagli, chiedendo soldi agli Slam e alle federazioni per creare un fondo per quei giocatori che stanno davvero soffrendo al momento. Perché, sai, persone come Novak, Roger e Rafa se la passano bene, ma il tour è molto di più che una manciata di giocatori e noi dobbiamo aiutare tutti“.

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