Aprile 2005. Il mondo del tennis sta iniziando a strabuzzare gli occhi di fronte a questo prodigio di fisicità che risponde al nome di Rafael Nadal. Non ha neanche 19 anni, li compirà a giugno, ma ha già quattro trofei nel suo palmares e ben tre sono arrivati nei primi quattro mesi di questa stagione. L’ultimo è anche il primo in ordine di importanza, sulla prestigiosa terra del Montecarlo Country Club. Senza pensare a riposarsi il piccolo fenomeno di Manacor si trasferisce a Barcellona per partecipare al Torneo Godò, la seconda volta nella sua carriera dopo l’esordio nel 2003 ad appena 16 anni.
Chi di nuove leve se ne intende non può e non deve stupirsi se dopo sette giorni a sollevare il pesante trofeo sul campo centrale di Barcellona, oggi intitolato proprio al vincitore dell’edizione 2005, è di nuovo il giovane maiorchino. Accreditato dell’ottava testa di serie Rafa Nadal perde appena 14 (!) game in quattro incontri prima di presentarsi in finale al cospetto di Juan Carlos Ferrero, che proprio a causa del suo connazionale ha perso la posizione di leader nazionale sulla terra battuta. Quel 6-1 7-6 6-3 con cui Nadal batte Ferrero dice già molto della competitività di un ragazzo pronto a trionfare nella stessa stagione anche a Roma e, soprattutto, Parigi.
Grazie al primo successo sui campi di Barcellona Nadal entra anche in top 10, senza che dopo 12 anni ne sia ancora uscito (è stato al massimo numero 10 del 2015). E se al termine del 2016 sembrava vicino a lasciare il gotha del ranking mondiale, Rafa ha invece completato nuove scalate della graduatoria chiudendo il 2017 e il 2019 da numero uno. Quanto al torneo di Barcellona, Nadal è oggi a quota undici trofei – gli ultimi due sollevati nel 2017 e nel 2018 – come a Montecarlo. L’inquietante bilancio sulla terra catalana parla di 61 vittorie e 4 sconfitte, l’ultima delle quali gli è stata inflitta da Thiem nel 2019 e ha interrotto una striscia di 18 vittorie consecutive.
