Nadal duro con il governo spagnolo (Semeraro). Santopadre: "Tennis al via, ma senza mascherine" (Sisti)

Rassegna stampa

Nadal duro con il governo spagnolo (Semeraro). Santopadre: “Tennis al via, ma senza mascherine” (Sisti)

La rassegna stampa di mercoledì 6 maggio 2020

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Nadal duro con il governo spagnolo (Stefano Semeraro, Corriere dello Sport)

Rafa Nadal è uno dei più famosi sportivi del mondo e il più famoso in Spagna: quando parla sa farsi ascoltare. Ha deciso di farlo ieri in una serie di interviste rilasciate ad alcune testate del suo paese, da “El Pais” ad “Abc” e a “La Voz de Galizia”, a proposito dell’emergenza pandemia e sul futuro del tennis. «Se le misure preventive fossero state adottate in precedenza, tutti i provvedimenti estremi che abbiamo preso in seguito sarebbero stati evitabili – ha detto il numero 2 del mondo -. Sono stati commessi degli errori e non riconoscerlo significa perdere di credibilità. Non mi interessa se chi governa è di sinistra, di destra o sta al centro: quando parlo non lo faccio pensando alla politica, ma da cittadino. E umano riconoscere gli errori. Tutti capiscono che i politici hanno torto. E’ umano, io faccio errori ogni giorno. Quello che mi piace meno è quando gli errori non vengono riconosciuti». Rafa fino all’11 maggio non potrà allenarsi in un luogo pubblico (Djokovic lo ha fatto ieri a Puente Romano, vicino a Marbella, ed è stato subito scoperto) neppure nella sua academy di Manacor che dista appena 10 chilometri dalla sua casa. In questi giorni utilizza un campo privato in casa di un amico, assieme al suo coach Carlos Moya, per tenersi in attività. Anche se sulle chance di tomare a giocare tornei internazionali è tutt’altro che ottimista. «Vorrei credere che giocheremo nel 2020. Ma, lo dico con grande tristezza, suppongo che non sarà così. Non penso che si disputeranno gli Us Open e neppure il Roland Garms. Perderemo l’anno, e questo ha molto più peso per uno che ha 33-34 anni che per uno che ne ha 20. La verità è che se oggi mi mettessero davanti un documento in cui è assicurato che torneremo a giocare normalmente a inizio del 2021, lo firmerei subito». Nadal ha poi ammesso che anche per lui il blocco dell’attività «è stato uno shock. All’inizio ho faticato ad adattarmi, poi ho preso il ritmo. Con una doppia sessione, mattino e pomeriggio, ho recuperato la mia routine. Ho anche smesso di guardare i notiziari e questo è stato un progresso molto importante, perché all’inizio mi ero fatto travolgere da tante notizie negative». Per il futuro Rafa ha aspettative di buonsenso: «Non voglio una nuova normalità. Mi basterebbe quella che avevamo prima».

Santopadre: “Tennis al via, ma senza mascherine” (Enrico Sisti, La Repubblica – Roma)

Nello sport che fu di Mano de piedra, il cileno Fernando Gonzalez finalista contro Federer agli Australian Open del 2007, spuntano delicati, chirurgici guanti. Rischia di cambiare tutto il tennis? «Ma no, per carità», dice Vincenzo Santopadre, allenatore di Matteo Berrettini, «il tennis manterrà la propria identità. Però usare il guanto per la mano non dominante è davvero surreale, di cose simili parla chi non sa niente di tennis, oltretutto giocare col guanto mi sembra un provvedimento neppure così utile. Meglio il gel a bordo campo». Oggi alle 9.30 riapriranno i circoli del tennis e così anche l’Academy di Bel Poggio, che Santopadre dirige. «Mascherina? No, grazie. Non ai ragazzi. Solo ai maestri è richiesta. E qui torniamo ai ritardi culturali del nostro paese a proposito di sport. Un ritardo colpevole. Che dà spazio a illazioni e a parole in libertà. Ne ho sentite di belle: come il non poter stare a rete contemporaneamente. Purtroppo da noi lo sport è ancora considerato un bene voluttuario e non un elemento chiave, un veicolo di beneficio fisico e mentale. Sicuramente le routine andranno rilette, dovremo mostrarci abili nell’individuare soluzioni alternative. Pensi alle porte chiuse: il pubblico è indispensabile al tennis come le palline e le racchette. Ma stavolta è diverso. Il pubblico non ci sarà e sarà un’altra bella sfida per i giocatori. Immagini un centrale del Foro Italico con Federer, Djokovic e nessuno in tribuna…». Anche a Bel Poggio, «ci saluteremo magari col piede, come si faceva un tempo, e in campo i giocatori al posto della mano si daranno la racchetta. Insomma nasceranno riflessi guidati dalla non vicinanza con compagni e i tecnici. E dovremo mettere un po’ da parte il concetto di condivisione. Oggi avremo 24 ragazzi, con la speranza di entrare a pieno regime il 18 maggio». La realtà del circuito resta critica «Sarei contento se si riuscisse a fare qualche torneo entro l’anno. Fra 10 giorni l’Atp deciderà sul calendario, ma le nuvole sono ancora tante». E Matteo Berrettini, che sta da mesi in Florida a casa dei genitori della fidanzata tennista, l’australiana-croata Ajla Tomlianovic?: «Ha avuto un piccolo problema alla caviglia e ha rinunciato al torneo di esibizione in Florida. Ma ci siamo spesso sentiti in videochat. Sta molto bene. Non so quando tornerà, e comunque gli ho detto di farsi un po’ di mare, visto che in Florida dovrebbero riaprire le spiagge. Lui che può…».

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