Vi avevamo raccontato la sua storia circa tre mesi fa. Il tennista 23enne Zhizhen Zhang, numero 140 del mondo nativo di Shanghai, si trovava in India per il challenger di Bangalore quando l’epidemia di coronavirus è scoppiata a Wuhan e si è successivamente diffusa in altre zone dell’Hubei, costringendo le autorità cinesi a varare restrizioni sempre più severe. In poche parole, il tennista è rimasto fuori dalla Cina senza possibilità di rientrare. Dopo la sconfitta al primo turno di qualificazioni a Dubai, il suo ultimo incontro ufficiale, Zhang si è recato in Croazia dal suo allenatore Luka Kutanjac.
Dopo quasi tre mesi, con il faticoso ritorno alla normalità entro i confini cinesi, Zhang ha potuto fare finalmente ritorno a Shanghai per riprendere gli allenamenti. “La situazione è migliorata molto ma la gente indossa ancora la mascherina quando esce di casa” ha raccontato al sito dell’ATP. “Se vai al ristorante, devi mostrare un QR code che dimostri il tuo stato di salute e poi ti viene misurata la temperatura. Per il momento però siamo al sicuro e possiamo allenarci tutto il giorno, perché qui ci sono soltanto tennisti della federazione. Non sappiamo quando il Tour ripartirà, quindi cerchiamo di tenerci sulla corda“.
Zhang si è lasciato alle spalle anche lo sfortunato incidente di Dubai che lo ha costretto al ritiro contro Uchiyama. Nel tentativo di colpire una risposta, ha deviato la palla che è finita nel suo occhio destro; il cinese è finito in ospedale dove è rimasto in osservazione una settimana, per fortuna senza conseguenze. “Mi sono spaventato molto perché dopo essere stato colpito non vedevo nulla. Era tutto nero. Pensavo di rimanere cieco. Adesso va meglio, anche se sono al 90%. Da lontano non vedo alcuni dettaglio, ma tutto sommato va bene“.
Zhang non rimpiange la scelta di aver fatto tappa in Croazia, nell’attesa di poter tornare a casa: “Quando ti fai male vorresti tornare a casa perché lì ti senti meglio, ma sapevo che in Croazia avrei potuto ricevere trattamenti e valutare di tornare ad allenarmi. La situazione era molto difficile in Cina in quel momento, nessuno poteva uscire di casa. Sarebbe stato difficile tornare in Cina e poi di nuovo in Europa“. Adesso in Cina, e in particolare a Shanghai – piuttosto lontana dall’epicentro dell’epidemia – c’è una nuova normalità e il peggio sembra passato. Anche per Zhizhen Zhang.