Nel percorso di crescita di Lorenzo Musetti non intervengono soltanto fattori tecnici o fisici. Il carrarino, intervistato da Tuttosport, ha spiegato come abbia tratto beneficio dai consigli di un maestro di apnea per migliorare la respirazione. Fondamentale utile a gestire meglio anche la pressione psicologica.
“Mi sono abituato e sono maturato – sottolinea il talento azzurro classe 2002 – soprattutto dopo il boom mediatico che è seguito al mio successo dello scorso anno agli Australian Open junior. Un mese continuo di chiamate, interviste, ospitate. Ho fatto un po’ di fatica a rifocalizzarmi interamente sul tennis in quel periodo. Piano piano ho imparato a gestire la situazione, anche lavorandoci sotto il profilo fisico e motorio. In certe situazioni mi si bloccava il diaframma, non riuscivo a fare ciò che volevo e mi innervosivo. Ho chiesto il supporto ad un ragazzo di Livorno che insegna agli apneisti e ne sono venuto fuori. Quando mi capita ora ho le contromisure”.
COME UN PADRE – Come già aveva fatto nell’intervista esclusiva concessa al nostro Alessandro Stella, Musetti ha ribadito ancora una volta l’importanza del rapporto con il coach Simone Tartarini, al suo fianco anche in questi giorni di allenamenti a La Spezia. “Con lui ci eravamo posti quale primo traguardo entrare nelle qualificazioni del Roland Garros. Mi mancavano ancora una cinquantina di posizioni in classifica mondiale, ma credo che sarei riuscito a scalarle visti i tanti appuntamenti che avrei potuto sfruttare. Sarebbe stato fantastico giocare a Parigi. Ora l’imperativo è migliorarsi tutti i giorni mantenendo elevata la motivazione. Un mattoncino alla volta, per costruire una casa solida. Questa è la nostra filosofia“.
Focus spostato al 2021 anche sul torneo che non ha esitato a definire, un po’ a sorpresa, il suo preferito: “È Wimbledon, dove ho raggiunto i quarti a livello junior provando grandi emozioni. Non avevo mai giocato sull’erba ma ho immediatamente trovato le giuste cadenze. Sarebbe il massimo fare bene tra i big”.