È il giorno dell'ATP. Roma alla finestra (Frasca). Nel tennis a tempo Matteo va veloce (Grilli). E Djokovic si commuove (Guerrini)

Rassegna stampa

È il giorno dell’ATP. Roma alla finestra (Frasca). Nel tennis a tempo Matteo va veloce (Grilli). E Djokovic si commuove (Guerrini)

La rassegna stampa di lunedì 15 giugno 2020

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E’ il giorno dell’Atp. Roma alla finestra (Guido Frasca, Il Messaggero)

Fughe di notizie più o meno affidabili ce ne sono state, ma le certezze dovrebbero arrivare oggi, quando i tre organismi che governano il tennis mondiale bloccato fino al 31 luglio, ovvero Atp, Wta e Itf, annunceranno le date della ripresa. Nei giorni scorsi si è tenuta una grande video assemblea Atp: 420 giocatori collegati per ragionare sul nuovo calendario. Un tweet galeotto diffuso dalla tennista Alison Van Uytvanck e poi subito cancellato ha messo in luce una bozza proposta dalla Wta: il nuovo programma prevederebbe i tornei femminili di Charleston e Palermo durante la prima settimana utile, quella del 3 agosto. Sarebbero i primi eventi dopo il lungo stop per la pandemia da coronavirus. Sempre secondo questo calendario gli Internazionali BNL d’Italia si giocherebbero dal 21 settembre, nella settimana che precede il Roland Garros, che slitterebbe dal 20 al 27. Tutto gira intorno allo US Open (31 agosto-13 settembre), con tre possibili scenari. Il primo prevederebbe che New York, una delle città più colpite dalla pandemia da Covid-19, ospiti nell’impianto di Flushing Meadows sia il combined di Cincinnati, a partire dal 13 agosto, che gli US Open. Si giocherebbe a porte chiuse creando una “bolla sanitaria”: i giocatori dovrebbero risiedere nelle vicinanze, pranzo e cena nell’impianto, indossare mascherine e osservare il distanziamento sociale. Sarebbero inoltre sottoposti a tampone più volte durante il soggiorno e non potrebbero avere più di una persona dello staff al seguito. L’hotel TWA all’aeroporto JFK potrebbe essere chiuso al pubblico. Vietati gli alberghi di Manhattan, dove solitamente alloggiano i giocatori. Un secondo scenario prevederebbe la cancellazione di Cincinnati, mentre una terza opzione, quella più drastica, considererebbe l’annullamento anche degli US Open e la ripresa del circuito direttamente sulla terra rossa europea con Madrid, Roma e Parigi. Sia la prima che la seconda opzione si scontrano con lo scetticismo di Djokovic, condiviso da Nadal, cui si sono accodati Thiem e Zverev da Belgrado, dove si è giocata la prima tappa dell’Adria Tour in barba al distanziamento sociale e folla sugli spalti, il circuito di esibizioni voluto dal n. 1 del mondo.[…]

Nel tennis a tempo Matteo va veloce (Massimo Grilli, Corriere dello Sport)

Benvenuti nel tennis fast and furious, quello dei punti al posto dei “quindici”, dei quattro set – pardon, dei quattro “quarti”, o “tempi” – che durano dieci minuti di orologio (così i “giovani” non si annoiano) e che sono assegnati a chi vince più punti (si batte due volte di fila a testa), e dove se dopo i quattro tempi ci si trova sul 2-2 si gioca un quinto “quarto” – no, non siamo in una cucina di Testaccio – con la formula della “sudden death”: si serve una volta per uno e chi realizza due punti consecutivi vince la partita. E ancora, dove non esistono sanzioni per chi impreca o butta via la racchetta, è possibile parlare con il coach – ma solo in inglese! – e, soprattutto, ogni giocatore ha a disposizione quattro “carte” – da utilizzare nei primi quattro parziali – per ottenere un vantaggio oppure provocare un problema all’avversario (dal togliere un servizio al rivale ad aggiungerne un altro per sé, dal chiedere che un proprio colpo valga triplo a pretendere dall’avversario il “serve and volley”). Sono le regole dell’Ultimate Tennis Showdown, circuito di gare (con dieci campioni, ciascuno munito di un soprannome da supereroe, in azione per cinque week end) organizzato a porte chiuse da Patrick Mouratoglou nel suo centro sportivo di Sophia Antipolis, nei dintorni di Nizza. Un format rivoluzionario, studiato per cercare di catturare l’attenzione delle nuove leve di spettatori, sempre più virtuali, ma che non può ricevere l’approvazione di chi considera la tradizione un valore aggiunto del tennis. Qualche trovata divertente c’è – come le Uts Cards; buona però per una esibizione, per ritrovare il ritmo dopo la lunga inattività, ma il vero tennis è un’altra cosa. Il torneo in Francia a noi interessava soprattutto per il ritorno in campo di Matteo Berrettini, a 144 giorni di distanza dalla dolorosa sconfitta contro lo statunitense Sandgren nel secondo turno degli Open d’Australia. Opposto all’esuberante Dustin Brown (giamaicano con il passaporto tedesco, celebre per i suoi dreadlocks e i colpi improbabili ma efficaci) capace in passato di battere due volte Nadal ma ora sceso al numero 246 del ranking, l’azzurro ha giocato a sprazzi, alternando colpi spettacolari a errori evitabili ma dovuti alla lunga inattività, tra la pandemia e qualche acciacco. Molti sorrisi tra i due giocatori, qualche tentativo inutilmente guascone, come quel dritto tra le gambe che Dustin ha provato sul colpo che ha deciso la partita, sul 12-12 del quarto tempo, due battute con gli allenatori e alla fine Matteo ha prevalso per 3-1 (14-10, 12-13, 22-5, 13-12). «Una buona prestazione, quella di Matteo – ci ha detto Santopadre, suo storico coach, che ieri in tribuna ha sfoggiato una bella maglia nera con la scritta “Black Lives Matter” – l’ho visto pimpante, con una incoraggiante qualità nel servizio e nella risposta. Ha saputo riprendersi bene dopo qualche passaggio a vuoto nel secondo parziale, è stato bravo soprattutto ad adattarsi alle regole di gioco, un po’ particolari. Possiamo essere soddisfatti, anche queste partite possono regalare l’esperienza che serve per ogni percorso di crescita». […]

E Djokovic si commuove (Pietro Guerrini, Tuttosport)

I ricordi e la nostalgia possono commuovere più di vittorie e sconfitte: lo dimostra Novak Djokovic. Travolto dalla folla delirante – e incurante in Serbia del coronavirus – il n. 1 del mondo ha finito la prima tappa della Adria Tour in lacrime davanti a 4000 spettatori. La gioia di ritrovarsi ha contraddistinto il weekend e l’emozione ha travolto Nole che ha spiegato: «Piango non per non aver raggiunto la finale, ma perché travolto dai ricordi della mia infanzia». Djokovic aveva perso la prima partita, contro Krajinovic, come Dimitrov aveva ceduto a Nikola Milojevic. Ma Novak si è poi riscattato contro Sascha Zverev. Quattro vittorie su quattro per Dominic Thiem, che si aggiudica la prima tappa del Tour, torneo-esibizione organizzato proprio da Djokovic. L’austriaco, che ieri nel girone B aveva battuto anche Dimitrov, si è imposto in finale su Filip Krajnovic, primo nel gruppo che comprendeva anche Djokovic e Zverev, per 4-3 (2) 2-4 4-2. Djokovic ha anche risposto alle critiche per la questione coronavirus, citando i dati di infezione molto bassi: «Capisco che possiate criticare, ma non spetta a me dire se queste manifestazioni con assembramenti siano pericolose o meno, noi abbiamo rispettato le indicazioni del governo serbo». […] Buona la prima intanto per Matteo Berrettini all’Ultimate Tennis Showdown, il nuovo format tennistico lanciato da Patrick Mouratoglou attraverso la prima tappa nella sua accademia a Nizza, sulla Costa Azzurra. Le partite non prevedono i classici set ai 6 giochi (o ai 4 come nelle Next Gen Atp Finals) ma quattro quarti da 10 minuti ciascuno, con una pausa di due minuti tra uno e l’altro. Non ci sono più i giochi e i quindici, ma ci si misura in una sorta di lungo tie-break con la battuta che cambia di mano ogni due punti. Il giocatore che conquista più punti nei 10 minuti, tempo che viene segnalato con un segnale sonoro, vince il quarto. Insomma, un tennis giocato di fretta e di impulso, come un videogioco. E Berrettini ha fatto il suo esordio contro l’originale tedesco Dustin Brown: 3-1 complessivo per l’azzurro, con parziali di 1410,12-13, 22-5 e 13-12.

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