Gasquet critica il nuovo calendario ATP: "Troppi tornei in poco tempo"

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Gasquet critica il nuovo calendario ATP: “Troppi tornei in poco tempo”

L’ex numero 7 del mondo Richard Gasquet si racconta a Le Parisien e ‘stronca’ i due Slam e i tre Masters 1000 in sette settimane

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Richard Gasquet - Swedish Open 2019 (foto via Twitter @swedish_open)
 

Il tennista francese Richard Gasquet, ex numero 7 del mondo, è tra i partecipanti dell’Ultimate Tennis Showdown (cliccate qui per ripassare le regole) voluto da Patrick Mouratoglou e finora si è dimostrato il tennista più in forma del torneo. Il 34enne nativo di Bèziers è primo in classifica dopo quattro partite e prima di partire alla volta di Biot (vicino Sophia-Antipolis, dove si svolge il torneo, ndr) si è raccontato in un’intervista a Julien Lesage di Le Parisien.

Come ti senti fisicamente dopo lo stop per la pandemia?
Quando smetti di giocare per due mesi, devi fare ancora più attenzione alla ripresa. Sono stato infortunato all’inizio della stagione, questa pausa mi ha permesso di riposare ma alla fine la pausa stava diventando troppo lunga. Il torneo di Mouratoglou è perfetto per ritrovare le sensazioni, nessun allenamento può sostituire una partita. Ho ancora un po’ di tempo prima che riprenda la stagione.

Questa ripresa si preannuncia folle con due tornei Masters 1000 e due Slam in sei settimane…
Questo calendario è completamente ‘pazzo’. Così tanti eventi in breve tempo, è grottesco. Ma tutti vogliono salvare il proprio torneo. Questo è normale perché è vitale economicamente. Ma i giocatori dovranno fare delle scelte, ancora di più i migliori che giocano molte più partite.

Pensi che i top player non saranno in grado di competere sia agli US Open che al Roland Garros?
Non posso parlare per loro. Il centesimo al mondo andrà a New York, questo è ovvio, ma per gli altri … Sembra comunque impossibile agganciare allo US Open (31 agosto – 13 settembre) il torneo di Madrid, la settimana successiva. Stesso scenario con Roma che si giocherà la settimana prima del Roland-Garros (27 settembre – 11 ottobre). Chi vuole vincere uno Slam non può permetterselo.

Darai la precedenza alla stagione sulla terra battuta in Europa e al Roland Garros?
Non lo so ancora, è tra due mesi,tutto è possibile. Sono fortunato a poter scegliere. Successivamente vedremo anche come si svilupperà la situazione dal punto di vista sanitario. Se non ci sono problemi, andrò a New York. Ma se il torneo si svolgesse domani, non ci andrei (stesse parole pronunciate da Nadal, ndr). Ci sono ancora troppe incognite.

Provi un misto di ansia e impazienza per il futuro al momento?
Sì, ma per me è più facile dirlo rispetto al n.100 del mondo. Sono uno dei giocatori privilegiati. Ci sono molte domande e poche risposte. Ci viene detto che resteremo in un hotel senza uscire, ma cosa succede se un giocatore risulta positivo? Se ad esempio sono cinque, fermiamo il torneo?

Cosa ne pensi del fatto che lo US Open si svolgerà a porte chiuse?
È meglio farlo che non farlo, anche se non è bello giocare a porte chiuse. È anche importante che il tennis ricominci come tutti gli sport, e ci siano TV che trasmettono le partite. In Germania la Bundesliga non ha mai avuto un pubblico così vasto come oggi. Le persone hanno bisogno di sport.

Anche tu?
Sì. Ho guardato il calcio, ma onestamente è molto brutto a porte chiuse. Spero che il Roland Garros si giocherà con gli stadi pieni. Non sarebbe lo stesso torneo per noi francesi. C’è un’economia sportiva da tenere in considerazione.

Qual è la tua opinione sul movimento “Black Lives Matter“?
Lo sostengo al 100%. Sono convinto che ci sarebbero stati gesti di supporto da parte dei giocatori se si fosse tornato a giocare, specie a Wimbledon. Faremo qualcosa non appena la stagione riprenderà.

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