L'attacco a Djokovic, Federer e Nadal: "Sono inadatti a occuparsi degli interessi degli altri"

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L’attacco a Djokovic, Federer e Nadal: “Sono inadatti a occuparsi degli interessi degli altri”

L’australiano Harris prende spunto dall’assenza di Nole alla riunione ATP su Zoom ponendo un problema di rappresentanza. E svela un confronto tra Gaudenzi e Trungelliti sulle retribuzioni dei dirigenti ATP

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Torna a far discutere l’assenza di Novak Djokovic alla maxi riunione dei giocatori ATP su Zoom per discutere sulla ripartenza del circuito. I guai dell’Adria Tour hanno chiaramente contribuito ad alimentare il vento di dissenso nei confronti del numero uno del mondo, come già evidenziato da Noah Rubin sul suo Behind The Racquet. Un nuovo attacco è arrivato dall’australiano Andrew Harris, 204 del mondo, che ha sollevato un problema di dinamiche di rappresentanza. Il mancato intervento di Djokovic – secondo il 26enne – avrebbe dimostrato il motivo per cui i giocatori di alto livello non debbano ricoprire il ruolo di presidente dell’ATP Player Council. “Nonostante l’incarico, non ci ha messo la faccia nemmeno in call – afferma l’australiano al podcast di Break Pointmentre ci sono in giro immagini di lui che giocava a calcio in quei momenti. Ha organizzato il suo evento mentre in giro per il mondo nessuno riesce a giocare, è a capo del Player Council ma gestisce prima le sue cose“.

Per Harris (che aveva già attaccato Federer poche settimane fa), la lunga permanenza ai vertici del tennis mondiale di fuoriclasse del calibro di Djokovic, Nadal e Federer li rende inadatti a farsi rappresentanti degli interessi della base, di tutti quei giocatori che devono fare i conti anche con la sostenibilità economica della loro carriera da onesti professionisti. “Sono su livelli altissimi da così tanto tempo che dimenticano cosa vuol dire la nostra condizioneargomenta -. Federer può anche parlare in pubblico di redistribuzione dei soldi a vantaggio di chi ne guadagna di meno, poi però quando si va a votare la sua preferenza è quella di mantenere il sistema attuale. Tra i tre big, credo sia comunque Djokovic quello che più sta spingendo per aumentare i guadagni dei giocatori di più basso ranking“.

Harris ha anche svelato i contenuti di un acceso confronto tra Andrea Gaudenzi e Marco Trungelliti. Quando al Chairman ATP sarebbe stato chiesto dal giocatore argentino se i vertici avessero provveduto a un taglio dei loro stipendi, la risposta – nella ricostruzione di Harris – sarebbe stata: “No, perché si è lavorato due volte tanto. Dopo una giornata di lavoro con quello che ho fatto, mi sembra di aver giocato una partita di cinque set“. Dichiarazioni delle quali, chiaramente, non c’è riscontro. “Tutti nel mondo stanno subendo una riduzione delle retribuzioni – conclude Harris nel su sfogo -, l’ATP no e cerca anche di giustificarsi“.

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