Berrettini: "Quanta voglia di partite vere ma sugli US Open ho ancora dubbi" (Crivelli). Tennis, il paletto intelligente che "radiografa" le partite (Piccardi)

Rassegna stampa

Berrettini: “Quanta voglia di partite vere ma sugli US Open ho ancora dubbi” (Crivelli). Tennis, il paletto intelligente che “radiografa” le partite (Piccardi)

La rassegna stampa di lunedì 13 luglio 2020

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Intervista a Berrettini: “Quanta voglia di partite vere ma sugli US Open ho ancora dubbi” (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Un giro d’Europa per ritrovare ll gusto e il piacere del gioco, lasciarsi alle spalle le paure della sosta forzata e focalizzarsi finalmente sulla ripartenza, nonostante le ombre di una trasferta negli Stati Uniti che continua a tormentare i pensieri di molti giocatori, lui compreso. Matteo Berrettini ha giocato sul cemento dell’Ultimate Tennis Showdown di Mouratoglou in Costa Azzurra, ha accettato l’invito di Thiem per l’esibizione di Kitzbuehel sulla terra e domani sarà a Berlino per l’evento che prevede metà partite sull’erba e metà partite sul veloce indoor.

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Matteo, l’avevamo lasciata con qualche problema fisico a inizio anno e poi travolto, come tutti, dalla pandemia. Che novità ci racconta? «Per fortuna adesso sto bene, i piccoli guai sono alle spalle, durante il lockdown sono comunque riuscito a programmarmi e il lavoro è stato proficuo. Le partite di queste settimane sono servite a riprendere confidenza con il campo, ma non vedo l’ora di ripartire davvero, di sentire l’adrenalina scorrere per la ricerca del risultato, della sfida». In Austria, tra l’altro, è tornato a giocare con il punteggio classico. La normalità si avvicina, insomma... «I match dell’Uts di Mouratoglou sono molto stimolanti, ma avevo anche bisogno di ritrovare un tennis più vicino alla realtà. Quello organizzato da Thiem è stato un bel torneo, mi sono divertito molto». La ripartenza è prevista proprio tra un mese nella bolla di New York, ma lei continua ad essere dubbioso sulla trasferta negli Stati Uniti. «Non solo io, a dire il vero. La situazione è complessa, capisco sia difficile sviscerare e risolvere tutti i problemi in poco tempo, ma è ancora troppo presto per decidere. Molti giocatori hanno chiesto chiarimenti che non sono ancora arrivati, io voglio avere più certezze di quelle attuali per poter fare la mia scelta con la serenità giusta». Si è trovato d’accordo sui nuovi criteri per le classifiche Atp? In pratica, non perderete punti almeno fino a dicembre. «Era difficile contemperare le esigenze di tutti, perciò credo si sia arrivati a un buon compromesso. Soprattutto, si è tenuto conto delle preoccupazioni dei giocatori in merito alla loro salute: chi non se la sente di viaggiare perché ritiene non ci siano le condizioni di sicurezza necessarie non avrà conseguenze negative sul ranking. Ed è giusto così». Ci sono state molte polemiche sulla positività di Djokovic dopo l’Adria Tour, qualcuno ne ha messo in dubbio la leadership in seno al Consiglio Atp. Qual è la sua posizione in merito? «Sinceramente, non me la sento di mettere in discussione Novak per quella vicenda, secondo me in generale ha sempre operato bene e nell’interesse di tutti. Certo, nella circostanza ha sbagliato e per l’immagine del tennis è stato un brutto contraccolpo che spero non incida sulle prossime decisioni. Però Nole ha ammesso l’errore e si è scusato, il primo a essere dispiaciuto immagino sia lui».

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A proposito: comincia a sentirsi a suo agio nel ruolo di top ten? «Il finale della scorsa stagione è stato così frenetico ed eccitante, con la top ten e la qualificazione al Masters, che non ho nemmeno avuto tempo di abituarmi all’idea. Ma il lockdown è servito anche a questo, ad acquisire una nuova consapevolezza. Sono in una posizione che mi stimola a lavorare per alzare ancora di più l’asticella» .

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Durante il lockdown, si è allenato con la fidanzata TomIjanovic, che si è scherzosamente lamentata perché lei tirava troppo forte. Si è almeno sdebitato insegnandole a preparare la carbonara? «Ah no, in cucina comando io, sono io lo chef. Paste, sughi, tutto ciò che è salato resta di mia competenza, a lei ho demandato i dolci. Mi sembra un buon accordo”.

Tennis, il paletto intelligente che “radiografa” le partite (Gaia Piccardi, Corriere della Sera Milano)

Un grande aiuto per i maestri di tennis e un balsamo per l’anima per i giocatori della domenica, pronti ad accapigliarsi per una palla che spizzica la riga (oppure no). Da un’idea felice — e dalla noia del lockdown — è nato AiStick (www.aistick.it, «al» sta per artificial intelligence), il paletto smart che corrobora il boom del tennis a Milano dopo la fine della quarantena per coronavirus. «Sarà un normalissimo palo sorreggirete però dotato di un hardware e di un software in grado di analizzare tutte le situazioni di gioco di un allenamento o di una partita e, quindi, di restituire in tempo reale i dati che servono sia agli istruttori che agli amatori» spiega Stefano Ceresa, milanese doc, uomo di marketing, futuro Ceo di Protovision (il nome della società è una citazione per cinefili che richiama «War Games», film cult dell’83) e ideatore di AiStick insieme a Raffaele Failla, maestro Fit dal `72 e fondatore del Centrale di Milano, il campo in terra rossa di Via Vasari (meno di duemila metri di distanza dal Duomo) dove il prototipo del prodotto che ha già sollevato la curiosità di molti club verrà sperimentato. «Complimenti!» ha risposto ai due imprenditori Corrado Barazzutti, capitano dell’Italia di Coppa Davis; «una novità fantastica» il parere di Diego Nargiso, ex top-100 oggi titolare di un’Accademia a Uboldo (Varese). E adesso che cresce l’interesse, è il momento di premere sull’acceleratore: sottoposto a una domanda di brevetto d’invenzione, incubato in questi mesi da Startup Geeks, la community delle startup italiane, AiStick verrà presentato a una platea di oltre 300 investitori il 5 agosto, nella speranza che trovi qualcuno disposto a scommetterci.

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E, trattandosi di una trovata che potrebbe interessare ai circoli di tennis di tutto il mondo, magari fare il botto. Una coppia di paletti normali costa intorno a 400 euro. Per AiStick ce ne vorranno mille, più un abbonamento mensile alla app da cui scaricare i dati (4,99 euro), ma ben spesi: «Quattro telecamere ad alta velocità, due per lato, registreranno quello che succede sul campo — dice Failla —, un mini-pc collegato a internet restituirà tutte le informazioni da scaricare via app e qrcode, appoggiando il cellulare al paletto». Indubbi i vantaggi per maestri e praticanti: «Si potranno contare le palle giocate durante una lezione, tenere statistiche dettagliate dei colpi degli allievi per analizzarli e migliorarsi, avere traccia di ogni scambio». Ma non solo. AiStick chiamerà le palle out con un suono, segnalerà il net con una luce e terrà il punteggio, azzerando sul nascere ogni contenzioso (Hawk-eye possono permetterselo solo i circoli che ospitano i grandi tornei professionistici). Ingegno milanese, produzione lombarda (Duckma, società di Brescia, ha sviluppato l’algoritmo; Mondialtennis di Limbiate si occuperà della produzione e della distribuzione),

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Duemila maestri italiani potenzialmente coinvolti, 50 mila gli amatori che potrebbero trarne beneficio.

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